Le elezioni regionali si avvicinano, ma i giochi sono tutt’altro che fatti. Dalle tensioni nel centrodestra al rebus delle alleanze a sinistra, la corsa è già piena di colpi di scena
Marche, Campania, Puglia, Toscana, Veneto e Valle d’Aosta. Sono le sei Regioni che si recheranno alle urne il prossimo turno per rinnovare Consigli e Presidenze. Il voto regionale è a un passo, ma i dubbi sui candidati sono ancora molti. Sullo sfondo pesa il macigno dello stop al terzo mandato, che sta creando non pochi problemi a destra e a sinistra. La cena a casa di Meloni non è bastata alla maggioranza per trovare un accordo sul candidato presidente del Veneto e il PD non può fare altro che sperare che l’alleanza con M5S regga alla prova delle urne. Tutti gli uomini delle Regionali e i “temi caldi”.
SALVINI VUOLE IL VENETO
Il Veneto è la Regione che crea maggiori grattacapi alla maggioranza. Il campione uscente della Lega, Luca Zaia, è attualmente incandidabile perché ha superato il limite dei due mandati. Il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, avrebbe scelto come successore il vice segretario Alberto Stefani per consolidare l’influenza nella roccaforte leghista. L’ipotesi di una lista Zaia per calamitare i consensi del governatore uscente sarebbe osteggiata da tutti i partiti di centrodestra per il timore che possa svuotare le altre liste. Tematiche affrontate ieri nel corso di una cena a casa di Giorgia Meloni con Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi. Tuttavia, non sono arrivati a un accordo sui nomi. Il prossimo incontro, dopo il vertice “costruttivo”, si terrà la prossima settimana.
CHE FINE FARA’ DE LUCA?
Il vincolo del terzo mandato fermerà ai box anche l’attuale governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Il sogno del terzo mandato attraverso una nuova legge elettorale sembra vicino ad infrangersi contro il muro del Governo e della Corte Costituzionale. A fine giugno, De Luca ha proposto alla Conferenza delle regioni e delle province autonome il rinvio delle elezioni a marzo 2026 per terminare alcuni progetti finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Il presidente della Conferenza Massimiliano Fedriga, presidente leghista della Regione Friuli-Venezia Giulia, ha promesso di portare la richiesta al Governo. Tuttavia, è difficile che ottenga il via libera.
La Regione sarà probabilmente il primo banco di prova per l’alleanza tra PD e M5S. Il Partito Democratico non ha ancora sciolto le riserve, ma i due candidati forti sono Gaetano Manfredi e Sergio Costa. Il M5S, invece, spingerebbe per la candidatura di Roberto Fico. Il centrodestra sta ancora valutando se puntare su Edmondo Cirielli, viceministro di FdI, o su Giosy Romano, coordinatore unico della Zona economica speciale del Mezzogiorno. Sul carrozzone potrebbe salire anche l’ex ministro della Cultura Di recente si è parlato inoltre di una possibile candidatura come consigliere regionale dell’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, al momento corrispondente della RAI da Parigi.
DECARO CONTRO D’ATTIS IN PUGLIA
Attualmente il nome forte del centrodestra in Puglia per il dopo Emiliano è l’azzurro Mauro D’Attis (FI), che negli ultimi giorni avrebbe superato la concorrenza del giornalista Nicola Porro. Il PD punta invece su Antonio Decaro per raccogliere il testimone dell’attuale governatore pugliese.
GIANI CI RIPROVA IN TOSCANA
Il governatore uscente, Eugenio Giani, ha incassato la piena fiducia di PD–M5S–Verdi-Sinistra. A contendergli la poltrona di presidente della Regione c’è Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia. Ma non sono da escludere “tradimenti” dell’ultimo minuto, dopo che alcuni esponenti del partito di Conte hanno critimicato la scelta di Giani, chiedendo una candidatura che esprimesse discontinuità con l’attuale amministrazione.
ELEZIONI CON POLEMICA NELLE MARCHE
Il centrodestra nelle Marche riconfermerà il governatore uscente, Francesco Acquaroli. L’alleanza formata da partiti di centrosinistra e M5S ha scelto invece Matteo Ricci come suo campione per contendere il titolo a Acquaroli, finito al centro delle critiche per la data scelta per le elezioni del presidente e del Consiglio regionale: 28 e 29 settembre. Una decisione che ha dato vita a una polemica per la campagna elettorale estiva, che secondo il centrosinistra potrebbe interferire con la stagione turistica e l’avvio della scuola.
VALLE D’AOSTA, LA RENAISSANCE TENTA IL COLPACCIO
In Valle d’Aosta, il Partito Democratico appoggerà il presidente uscente Renzo Testolin dell’Union Valdôtaine. La maggioranza non ha ancora annunciato nessun candidato. Tuttavia, ad aprile, il movimento La Renaissance Valdôtaine ha aderito al progetto del centrodestra.
QUANDO SI VOTA
Le date per le prossime elezioni non sono ancora ufficiali per la maggior parte delle Regioni. L’ipotesi di un unico election day tra settembre e ottobre è definitivamente sfumata. Infatti, il Presidente della regione Marche, Acquaroli, ha deciso di aprire le urne agli elettori il 28 settembre. Contemporaneamente dovrebbero tenersi anche le elezioni in Valle d’Aosta. In Toscana, invece, probabilmente si voterà il 12 o il 19 ottobre.