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I 100 anni di Carlo Azeglio Ciampi

Carlo Azeglio Ciampi

Nato il 9 dicembre 1920 a Livorno, Carlo Azeglio Ciampi oggi avrebbe compiuto 100 anni. Senato, Bilancio, Tesoro, Banca d’Italia, Consiglio e Quirinale. Da convinto europeista, Ciampi fu tra i responsabili della scelta “politica” di far entrare l’Italia nell’euro, anche senza requisiti economici

Carlo Azeglio Ciampi avrebbe compiuto 100 anni oggi. Era infatti nato a Livorno il 9 dicembre del 1920. Nella sua vita è stato un vero uomo delle istituzioni, dall’aprile 1993 al maggio 1994 presidente del Consiglio, reggendo un governo chiamato a svolgere un difficile compito di transizione. L’ex presidente della Repubblica italiana (1999 – 2006) è stato anche un importante economista che, in qualità di ministro del Tesoro, ha contribuito all’introduzione dell’euro.

Lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato che “la determinazione di Ciampi nel voler associare l’Italia al gruppo di testa che volle la nascita dell’euro contribuisce, ancora oggi, al capitale di credibilità di cui la Repubblica gode a livello internazionale”.

IL RICORDO DI MATTARELLA

“La coesione e l’unità del Paese, la spinta all’unione dell’Europa, sono state le direttrici permanenti della sua azione, in ogni ruolo ricoperto, nei passaggi più delicati e anche nei momenti di maggiore difficoltà che ha dovuto affrontare”. Così Mattarella, ha ricordato l’ex Capo dello Stato nel giorno dell’anniversario del centenario della sua nascita.

Ciampi è stato, per l’attuale Presidente della Repubblica, “il cittadino che ha posto le sue competenze, i suoi ideali, la sua passione, al servizio della democrazia e della Costituzione, meritando stima e riconoscenza”. Altro tema fondamentale per Ciampi era quello della Patria, “per lui intimamente connessa ai principi della Costituzione e della forma repubblicana dello Stato”.

LA LEZIONE DI CIAMPI

La sua formazione e la sua cultura gli hanno consentito di cogliere, ha spiegato Mattarella, “sin da giovane, quel filo che univa gli ideali del Risorgimento al sacrificio degli italiani nella Grande Guerra e, poi, ai valori della Resistenza e della lotta di Liberazione”.

“Nella sua attività di governo e prima alla guida della Banca d’Italia – ha ricordato il Capo dello Stato – Ciampi ha recato la visione di una democrazia economica e politica ispirata alla tutela delle ragioni di equità sociale, in cui corpi intermedi e forze sindacali e imprenditoriali fossero chiamati al dialogo in funzione del bene comune. Valori ed esperienze che hanno nutrito il magistero civile del suo mandato presidenziale”. La lezione di vita di Carlo Azeglio Ciampi, secondo Mattarella, “appartiene al patrimonio collettivo della Repubblica”.

GLI STUDI IN TOSCANA E L’ARRIVO IN BANCA D’ITALIA

Ciampi è nato il 9 dicembre 1920 da una famiglia borghese a Livorno. Ha frequentato una scuola gesuita, si è arruolato nell’esercito nel 1941 e lo stesso anno si è laureato in Lettere presso la prestigiosa Università Normale di Pisa prima di conseguire una seconda laurea in Giurisprudenza all’Università di Pisa nel 1946. È stato poi assunto alla Banca d’Italia, dove ha inizialmente prestato servizio presso alcune filiali, svolgendo attività amministrativa e di ispezione ad aziende di credito.

LA CARRIERA A VIA NAZIONALE

Nel 1960 è stato chiamato all’amministrazione centrale della Banca d’Italia, presso il Servizio Studi, di cui ha assunto la direzione nel luglio 1970. Segretario generale della Banca d’Italia nel 1973, vicedirettore generale nel 1976, direttore generale nel 1978. Nell’ottobre 1979 è stato nominato Governatore della Banca d’Italia e presidente dell’Ufficio Italiano Cambi – funzioni che ha assolto fino al 28 aprile 1993.

LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E GLI INCARICHI DA MINISTRO

Dall’aprile 1993 al maggio 1994, Ciampi è stato presidente del Consiglio. In seguito, durante la XIII legislatura è stato ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica, nel governo Prodi (dall’aprile 1996 all’ottobre 1998) e nel governo D’Alema (dall’ottobre 1998 al maggio 1999). Dal 1993 Governatore onorario della Banca d’Italia e dal 1996 membro del consiglio di amministrazione dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana.

GLI INCARICHI INTERNAZIONALI

Ciampi ha ricoperto numerosi incarichi di rilevanza internazionale, tra cui quelli di: presidente del Comitato dei governatori della Comunità europea e del Fondo europeo di cooperazione monetaria (nel 1982 e nel 1987); vicepresidente della Banca dei regolamenti internazionali (dal 1994 al 1996); presidente del Gruppo Consultivo per la competitività in seno alla Commissione europea (dal 1995 al 1996); Presidente del comitato interinale del Fondo Monetario Internazionale (dall’ottobre 1998 al maggio 1999).

LA LEGGE ELETTORALE E GLI ANNI 1993-1994

Dall’aprile 1993 al maggio 1994, Ciampi ha governato durante una fase di difficile transizione istituzionale ed economica. Il referendum elettorale e la congiuntura sfavorevole caratterizzata da un rallentamento della crescita economica richiedevano risposte immediate. Il governo Ciampi ha garantito l’applicazione della nuova legge elettorale approvata dal Parlamento, attraverso il complesso lavoro per la determinazione dei collegi e delle circoscrizioni elettorali, e il passaggio da un Parlamento profondamente rinnovatosi tra la XI e la XII legislatura.

GLI INTERVENTI ECONOMICI

Sul piano economico gli interventi più significativi sono stati rivolti a costituire il quadro istituzionale per la lotta all’inflazione, attraverso l’accordo governo-parti sociali del luglio del 1993, che ha posto fine a ogni meccanismo di indicizzazione e ha individuato nel tasso di inflazione programmata il parametro di riferimento per i rinnovi contrattuali. Inoltre, il governo Ciampi ha dato avvio alla privatizzazione di numerose imprese pubbliche, ampliando e puntualizzando il quadro di riferimento normativo e realizzando le prime operazioni di dismissione (tra cui quelle, nel settore bancario, del Credito italiano, della Banca commerciale italiana, dell’IMI).

TRA TESORO E BILANCIO: LA NASCITA DELL’UNIONE EUROPEA

Come ministro del Tesoro e del Bilancio del governo Prodi e del governo D’Alema, Ciampi ha dato un contributo determinante al raggiungimento dei parametri previsti dal Trattato di Maastricht, permettendo così la partecipazione dell’Italia alla moneta unica europea, sin dalla sua creazione. Tra i provvedimenti più significativi di questo periodo si ricorda la manovra correttiva della politica di bilancio varata nel settembre del 1996 dal governo Prodi, che ha consentito un abbattimento di oltre 4 punti percentuali del rapporto indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni rispetto al prodotto interno lordo, il parametro di Maastricht di più arduo conseguimento per il nostro Paese.

I SUOI SCRITTI

Ciampi è stato autore, oltre che di numerosi interventi e articoli, in particolare di: Considerazioni Finali del Governatore della Banca d’Italia dal 1979 al 1993; Sfida alla disoccupazione: promuovere la competitività europea (1996); Un metodo per governare (1996).

IL RICORDO DEL NYT ALLA SUA SCOMPARSA

Carlo Azeglio Ciampi è deceduto il 16 settembre 2016. Come ha scritto il New York Times il giorno dopo la sua morte, Ciampi ha guidato il primo governo tecnocratico italiano del dopoguerra durante una vasta inchiesta sulla corruzione che ha rimodellato il panorama politico del Paese. È stato Presidente della Repubblica dal 1999 al 2006 e Governatore della Banca d’Italia per 14 anni.

UN POLITICO “AL DI SOPRA DELLA POLITICA”

Ciampi non ha mai fatto parte di un partito politico e nel 1993 è diventato il primo Primo Ministro non eletto in Parlamento. È stato Governatore della Banca centrale quando il presidente Oscar Luigi Scalfaro lo ha nominato Primo ministro ad interim. Davanti a un popolo scosso dagli scandali della corruzione, è stato scelto perché considerato al di sopra della politica.

CIAMPI EUROPEISTA E PRO EURO

Fermo sostenitore dell’euro, ha assicurato, in qualità di ministro del Tesoro, che l’Italia superasse la prova per essere tra i membri fondatori dell’eurozona nel 1997, riducendo il deficit dal 6,4% al 2,7%. Ha detto che era importante che l’Italia facesse parte della nuova moneta fin dall’inizio. Altrimenti, “la componente mediterranea, la vera culla della civiltà europea, sarebbe stata emarginata”. Questa decisione ‘politica’ non fu tuttavia priva di conseguenze.

EURO O NON EURO: IL DIBATTITO FAZIO-CIAMPI

Protagonista di quella scelta politica fu anche l’allora Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio. Come ricorda Repubblica in un articolo dell’epoca: “Fazio appare meno ottimista del ministro del Tesoro, Carlo Azeglio Ciampi, che pensa di riuscire a portare il debito pubblico sotto controllo grazie soprattutto alla riduzione dei tassi di interesse. Il Governatore parla di impegno durissimo come a dire che vie indolori per la riduzione del debito non ci sono. Anche perché una volta dentro l’Euro sarà impossibile imboccare scorciatoie di altro tipo. “Il miglioramento della ricchezza – sono ancora parole del governatore – va ricercato aumentando la produzione, non giocando sui prezzi o sul cambio perché queste strade portano solo a perdere”.

L’EURO COME PURGATORIO

Repubblica aveva definito l’Unione Monetaria ‘un purgatorio’ perché i Paesi che sarebbero entrati nella nuova moneta sarebbero partiti da posizioni diverse: soprattutto sul fronte della pressione fiscale, del costo lavoro e dei diversi divari sociali, il che, come ricordava Fazio, è “un problema serio, di cui non ci si è dati carico”. L’Euro – continua l’articolo – sarà quindi un purgatorio dove “bisognerà ancora espiare per trarre dei grandi vantaggi”. Tutti i Paesi dovranno introdurre forme di maggior flessibilità del lavoro e dei salari, e trovare risorse per far crescere gli investimenti. L’articolo è del 1998, ma col senno di poi si deve dare forse ragione a Fazio.

L’EUROPEISMO DI CIAMPI

Come ha scritto anche La Stampa, la sua passione per l’Europa era difficile da dominare, “come lo è stata in altri suoi coetanei che alla notizia dell’entrata in guerra contro Francia e Gran Bretagna, il 10 giugno 1940, avevano pianto, avevano imprecato, avevano per ripicca ascoltato di nascosto Radio Londra”.

Papa Francesco di lui ha detto: “Ciampi ha coperto le sue responsabilità pubbliche con magistrale discrezione e con un forte senso dello Stato”.

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