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5 Stelle e Lega vogliono cambiare l’8 per mille alla Chiesa Cattolica. Ecco come

Tutti i dettagli sulla proposta di legge a firma 5 Stelle e Lega sull’8 per mille che intaccherà gli introiti alla Chiesa Cattolica

Oltretevere non la prenderanno bene. Il Movimento 5 stelle e la Lega hanno presentato una proposta di legge che punta a far cassa con l’8 per mille, incrementando gli introiti che lo Stato ottiene dalla misura di cui la Chiesa cattolica è oggi di gran lunga la principale beneficiaria.

QUANTO VALE L’8 PER MILLE

Per comprendere la rilevanza del tema, nel 2016 con l’8 per mille sono stati distribuiti 1,3 miliardi di euro, di cui oltre un miliardo alla Chiesa cattolica, l’81% del totale. Allo Stato sono rimasti solo 187 milioni (Fonte Mef). A scegliere la Chiesa cattolica sono stati circa 14,4 milioni di contribuenti, contro i 2,4 che hanno barrato la casella dello Stato, su 17,7 milioni di persone che hanno espresso la propria preferenza.

La proposta di legge della maggioranza gialloverde, i cui primi firmatari sono i capogruppo Francesco D’Uva (M5s) e Riccardo Molinari (Lega), modificherebbe la legge 222/1985, senza toccare il meccanismo dell’8 per mille, tema su cui c’è sempre grande sensibilità, ma cercando di riequilibrare le preferenze espresse dai contribuenti, partendo dalla constatazione dello “stravolgimento dello spirito legislativo” che puntava a “equiparare le esigenze statuali, di carattere straordinario, a quelle di carattere religioso”. Per far questo la proposta di legge, se approvata, imporrebbe allo Stato di svolgere campagne di informazione per “consentire una più equa e trasparente informazione” e di “facilitare la formazione di un consenso libero e consapevole delle scelte del contribuente in sede di dichiarazione dei redditi sulle possibili destinazioni della quota dell’otto per mille” assegnata allo Stato, destinando a questa operazione “una somma non inferiore al 5 per cento della quota annuale di propria competenza”. Lo Stato dovrà quindi fare “concorrenza” pubblicitaria alla Chiesa per recuperare introiti che sarebbero, si sottolinea nella premessa all’articolato, particolarmente importanti in un “momento di criticità finanziaria per il nostro Paese date le evidenti difficoltà nel reperire fondi necessari a soddisfare esigenze di carattere primario”.

LA PROPOSTA GIALLOVERDE

La proposta di legge, composta da soli tre articoli, prevede inoltre un ampliamento della possibile destinazione dell’8 per mille incassato dallo Stato. Quindi interventi non solo “straordinari” in fini “di interesse sociale e di carattere umanitario” ma anche di carattere “ordinario” nel campo della ricerca medico-scientifica, “anche al fine di porre rimedio alle continue riduzioni delle relative voci di spesa”.

La pdl è stata assegnata per l’esame alla Commissione Bilancio della Camera e visto che è presentata dai capigruppo e da un rilevante gruppo di parlamentari di maggioranza non pare destinata a finire su un binario morto, anche se, è facile prevederlo, solleverà molte discussioni.

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