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5G: il Governo blocca i sindaci contrari alle antenne

5G

I sindaci non potranno più impedire attraverso ordinanze o altri provvedimenti l’installazione di antenne 5G sul loro territorio. La decisione è stata inserita nel decreto Semplificazioni pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 luglio scorso, modificando l’art. 8 della legge numero 36 del 22 febbraio 2001

Nel decreto Semplificazioni, elaborato dal governo per accelerare anche l’innovazione digitale, è presente una misura che frena le ordinanze di quei sindaci contrari all’installazione delle antenne per il 5G. Così è scritto nel dL: “I comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con riferimento a siti sensibili individuati in modo specifico” ma non possono “introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualsiasi tipologia e, in ogni caso, incidere, anche in via indiretta o mediante provvedimenti contingibili e urgenti, sui limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sui valori di attenzione e sugli obiettivi di qualità, riservati allo Stato”.

IL NO DEL TAR A CATENO DE LUCA E LA REAZIONE DI FRANCESCO RUCCO

Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, aveva emanato un’ordinanza in aprile contro il 5G. Il Tar di Catania ha oggi respinto la sua richiesta e accolto quella di Vodafone Italia di sospendere il provvedimento. Il Tar ha infatti stabilito che spetta alle Agenzie regionali per la protezione ambientale (Arpa) la valutazione sui rischi connessi all’esposizione derivante dagli impianti di telecomunicazioni. Se per l’Arpa non sussistono problemi, allora i sindaci non possono vietare lo sviluppo delle reti 5G; i primi cittadini hanno facoltà di chiedere agli operatori tlc di rispettare il piano urbanistico e di spostare la sede dell’antenna da un’altra parte, ma non possono impedirne l’installazione; per il Tar infine, lo sviluppo della rete 5G è un servizio di pubblica utilità, il cui potenziamento è stato oggetto del Decreto Cura Italia e della segnalazione all’Agcom del 1 luglio. Non si è fatta attendere la replica sul dL Semplificazioni del sindaco di Vicenza, Francesco Rucco: “La decisione del governo vieta ai sindaci di intervenire con un’ordinanza a tutela della salute pubblica per quanto riguarda il tema dell’esposizione ai campi elettromagnetici. Viene resa così inefficace l’ordinanza che ho firmato a maggio, come le tante altre ordinanze emesse dai sindaci di tutta Italia, che stabiliva la sospensione della sperimentazione o attivazione di impianti 5G in attesa di capire se tali dispositivi possano danneggiare la salute”. Con il blocco delle ordinanze degli amministratori locali dovrebbero ripartire le sperimentazioni sul territorio italiano che per ora ha visto protagoniste già diverse città, tra cui Milano, Torino, Bologna, Roma, Firenze e Napoli.

LE RISPOSTE IN MATERIA SALUTE

Secondo l’indagine conoscitiva sul 5G e sulle nuove tecnologie tlc e i big data, condotta negli ultimi due anni dalla Commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera, le emissioni del 5G non sono più a rischio di quelle di qualunque altra generazione wireless precedente. Aggiunge anche che non è il caso di modificare i limiti elettromagnetici del nostro paese, fra i più bassi della Ue. Anche l’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) era intervenuta con una lettera per chiarire le attuali normative italiane ed europee, la situazione generale riguardante il 5G e rispondere a tutti quei Comuni, soprattutto di piccole dimensioni, che volevano vietare la sperimentazione delle nuove reti mobili sul proprio territorio per mezzo di ordinanze. Si unisce ai loro pareri quello dell’Istituto Superiore di Sanità che ha scritto: “I dati disponibili non fanno ipotizzare particolari problemi per la salute della popolazione connessi all’introduzione del 5G. Tuttavia è importante che l’arrivo di questa tecnologia sia affiancato da un attento monitoraggio dei livelli di esposizione (come del resto avviene già attualmente per le tecnologie di telefonia mobile) e che proseguano le ricerche sui possibili effetti a lungo termine”.

COS’È IL 5G

Con 5G si intendono tecnologie e standard di nuova generazione per la comunicazione mobile. Questa “quinta generazione”, che segue il 2G, 3G e 4G, è quindi la tecnologia di connessione che utilizzeranno i nostri smartphone così come i tanti oggetti connessi (IoT, Internet of things) intorno a noi (elettrodomestici, auto, semafori, lampioni, orologi, ecc.). Una delle caratteristiche principali di questa rete è quella di permettere molte più connessioni in contemporanea, con alta velocità e tempi di risposta rapidi. Rispetto al 4G è un modo diverso di gestire le comunicazioni e la copertura, con frequenze, antenne e tecniche di trasmissione dei dati differenti dal passato.

L’amministratore delegato di Tim, Luigi Gubitosi ha detto che “sul 5G si giocherà buona parte della competitività del nostro tessuto industriale ed economico, per questo non possiamo fermarci”. E il presidente di Asstel-Assotelecomunicazioni, Pietro Guindani, ha spiegato che “gli investimenti sulle comunicazioni di quinta generazione porteranno ad una trasformazione fondamentale per rilanciare la centralità e competitività del Mezzogiorno”.

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