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Addio a De Crescenzo narratore di un Sud oltre gli stereotipi

Ieri è scomparso Luciano De Crescenzo, scrittore e regista napoletano. Pubblichiamo la riflessione del giornalista Luciano Lanna

Ci ha lasciato anche un altro “grande vecchio”, Luciano De Crescenzo: ingegnere, scrittore di successo, umorista, conduttore televisivo, divulgatore della filosofia al grande pubblico, attore, regista e sceneggiatore. Qualche tempo fa annotavo questa riflessione:

“È possibile individuare la fisionomia di un blocco sociale oggi emergente nel Sud d’Italia? Si può, in altri termini, tentare di cogliere quel nuovo che avanza e che si pone al di là e oltre tutti gli stereotipi, siano questi il popolo dell’assistenzialismo e del reddito di cittadinanza, quelli dell’egemonia esclusiva delle organizzazioni criminali — che da tempo spadroneggiano anche nelle regioni del Nord e del Centro — oppure il regno incontrastato della corruzione e del voto di scambio.

C’è insomma un Sud non racchiudibile soltanto nel racconto cinematografico (e antropologico) di Checco Zalone o di Ficarra e Picone? Si potrebbe partire dalle categorie introdotte da quel piccolo capolavoro che è stato “Così parlò Bellavista” (sottotitolo “Napoli, amore e libertà”, Mondadori 1977) di Luciano De Crescenzo. Oltre quarant’anni fa, quel libro invitava a utilizzare due parole formulate nell’800 dal sociologo tedesco Ferdinand Toennies: Gemeinshaft e Gesellshaft. La prima, caratterizzata – spiegava lo scrittore napoletano – dal primato dei “caldi impulsi del cuore”, poteva essere la chiave sociologica per entrare in sintonia con la mentalità e la vocazione del Sud. A differenza di quella “logica dell’intelletto” che, a suo dire, permeerebbe in maniera privilegiata le dinamiche antropologiche e sociali del Settentrione. Gemeinshaft, in sostanza, stava per una mentalità maggioritaria tesa all’approccio filosofico, alla qualità più che alla quantità, alla cultura umanistica, alla creatività diffusa rispetto a un’idea di crescita di tipo prevalentemente scientifico-produttivistica, tesa quest’altra principalmente al profitto razionalizzato e all’efficientismo di un mercato quantitativo…”

https://www.facebook.com/luciano.lanna.3/posts/2325901987489256

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