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Agricoltura biologica, l’esame del provvedimento riparte dal Senato

Pac De Castro

Dopo l’approvazione alla Camera, arriva al Senato il ddl Agricoltura biologica a firma del senatore Mollame (M5S)

È arrivato in commissione Agricoltura al Senato, dopo l’approvazione in prima lettura alla Camera a dicembre scorso, il disegno di legge sull’agricoltura biologica. Relatore del provvedimento, che nasce dall’unificazione di tre proposte di legge (rispettivamente del M5S, del Pd e della Lega) è il pentastellato Francesco Mollame.

Intanto Forza Italia ha chiesto un ciclo di audizioni e ha incassato il parere positivo del presidente della commissione, il leghista Vallardi. Il ddl “per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” è composto da 20 articoli e introduce alcune novità nel settore. Vediamo quali sono.

DEFINIZIONE DI AGRICOLTURA BIOLOGICA

Il primo articolo è dedicato alla definizione di “produzione biologica” che è quella “produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura ottenuta conformemente alla normativa europea e a quella nazionale di settore”. La produzione bio, si specifica, è attività di interesse nazionale con funzione sociale e ambientale.

IL TAVOLO AL MINISTERO

Viene istituito al ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo un Tavolo tecnico per la produzione biologica. Il Tavolo è costituito da tre rappresentanti nominati dal ministro, di cui uno con funzioni di presidente, da un rappresentante nominato dal ministro della Salute, da un rappresentante nominato dal ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, da quattro rappresentanti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, da un rappresentante dell’Anci e da vari altri esponenti di organizzazioni professionali e associazioni del settore. Compiti del tavolo sono quello di delineare indirizzi e priorità del Piano, esprimere pareri sui provvedimenti a riguardo, sia nazionali sia europei, proporre interventi per organizzare le attività di promozione dei prodotti biologici.

IL MARCHIO BIOLOGICO ITALIANO

Con il ddl si istituisce anche il marchio biologico italiano per caratterizzare i prodotti biologici ottenuti da materia prima italiana contraddistinti dall’indicazione “Biologico italiano”. Il marchio è di proprietà esclusiva del ministero e può essere richiesto su base volontaria. Il logo sarà individuato tramite concorso da bandire entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della legge.

IL PIANO D’AZIONE

Ogni tre anni il dicastero delle Politiche agricole adotta il Piano d’azione nazionale per la produzione biologica e i prodotti biologici che prevede interventi per lo sviluppo della produzione biologica con l’obiettivo di favorire la conversione al metodo biologico delle imprese agricole, agroalimentari e dell’acquacoltura convenzionali e di sostenere la costituzione di forme associative e contrattuali per rafforzare l’organizzazione della filiera dei prodotti biologici. Si punta anche a incentivare il consumo dei prodotti biologici attraverso iniziative di informazione, formazione ed educazione e a monitorare l’andamento del settore. Ogni anno il responsabile del dicastero presenta alle Camere una relazione sullo stato di attuazione del Piano.

IL FONDO

Viene istituito nella sede del Mipaaft un Fondo per lo sviluppo della produzione biologica in modo da finanziare iniziative per lo sviluppo della produzione stessa.

DISTRETTI BIOLOGICI

Alla categoria dei distretti biologici e dei biodistretti si aggiungono anche i sistemi produttivi locali a spiccata vocazione agricola nei quali siano significativi: la coltivazione, l’allevamento, la trasformazione e la preparazione alimentare, all’interno del territorio individuato dal biodistretto, la produzione primaria biologica. I distretti biologici si caratterizzano per l’integrazione con le altre attività economiche presenti nell’area e per la presenza di aree paesaggisticamente rilevanti. Al loro interno si limita l’uso di prodotti fitosanitari. I requisiti per la costituzione dei distretti sono disciplinati con decreto ministeriale.

LE INTESE DI FILIERA

Nasce anche il Tavolo di filiera per i prodotti biologici per promuovere l’organizzazione del mercato dei prodotti biologici e la stipula di intese di filiera che non possono comportare restrizioni della concorrenza ma possono prevedere specifici accordi per una programmazione previsionale e coordinata della produzione.

LE ORGANIZZAZIONI INTERPROFESSIONALI DI FILIERA

Per favorire il riordino delle relazioni contrattuali nel settore dei prodotti biologici, il ministero riconosce le organizzazioni interprofessionali della filiera dei prodotti biologici, vigila su di loro e approva richieste di estensione delle regole. Queste hanno il compito di coordinare le modalità di immissione dei prodotti sul mercato e di redigere contratti tipo per la vendita di prodotti. Il Mipaaft, tramite decreto, può riconoscere una sola organizzazione interprofessionale a livello nazionale o della sessa circoscrizione economica.

LE ORGANIZZAZIONI DI PRODUTTORI BIOLOGICI

Con decreto del ministro sono definiti i criteri e i requisiti in base ai quali le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano riconoscono le organizzazioni dei produttori biologici e le loro associazioni.

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