Skip to content

Al via la settimana della manovra, il governo a caccia di 25 miliardi

Meloni Giorgetti

Inizia la settimana della manovra economica, tocca trovare subito circa 25 miliardi per cercare di mantenere quello che già c’è, poi per la riduzione dell’Irpef come reclamato da Forza Italia c’è tempo e intanto monta il caso Sangiuliano-Boccia

Nel giorno in cui i quotidiani si dividono sulle aperture, c’è chi punta alla vittoria dell’estrema destra in Germania come la Repubblica che titola “l’ombra neonazi” e chi invece come il Corriere della Sera sul fatto di cronaca nera avvenuto vicino Milano “Stermina la famiglia a 17 anni”, tutti sono d’accordo che quella che inizia è la settimana della manovra economica tanto che il Sole24Ore ricorda anche le polemiche sull’assegno unico dei giorni scorsi e titola che gli “Aiuti alla famiglia sono un cantiere aperto da 55 miliardi”.

MANOVRA DA 25 MILIARDI, A CACCIA DELLE RISORSE

Una settimana che si apre con i riflettori puntati sul 5 settembre, come scrive Enrico Marro sul Corriere della Sera:” giovedì, infatti, dovrebbero arrivare i dati sul gettito dell’autoliquidazione dei tributi, che potrebbero rivelarsi decisivi per trovare quelle risorse che mancano a una legge di Bilancio 2025 che, tra spese obbligate (taglio del cuneo, Irpef a 3 aliquote) e qualche intervento per rilanciare la crescita, dovrebbe valere intorno ai 25 miliardi”. E la sorpresa potrebbe venire proprio dai conti pubblici, grazie all’aumento dell’occupazione nel 2024 ci potrebbero essere più risorse, un “tesoretto” di quasi 8 miliardi di euro che potrebbe far comodo al titolare dell’Economia, Giancarlo Giorgetti già assediato dai partiti e dalle loro richieste.

E SUI BALNEARI LE GARE SLITTANO AL 2027

Un tema che potrà essere decisivo ma sul quale bisogna porre un punto fermo, resta quello dei balneari, lo ricorda  su la Stampa Paolo Baroni: “le interlocuzioni sull’asse Roma-Bruxelles durano da settimane e ruotano tutte attorno al tema del rinnovo e delle proroghe delle concessioni”. Il governo ha prima provato ad ipotizzare mini-proroghe, per andare oltre il termine del 31 dicembre 2024 confermato a più riprese dal Consiglio di Stato, dall’Antitrust e dalla Corte di giustizia europea, poi ha provato a fissare proroghe sfalsate su base regionale in base alla diversa percentuale di occupazione delle coste consentendo alle regioni con la quota più alta di spiagge libere di rinviare le gare addirittura al 2029. “La mediazione dovrebbe portare ad un compromesso che, a quanto pare – scrive sempre Baroni – col corredo di altri correttivi, dovrebbe risultare più gradito alla Commissione Ue. La soluzione sarebbe quella di fissare al 30 settembre 2027 la scadenza delle attuali concessioni con l’obbligo per gli enti concedenti di indire le gare entro il 30 giugno 2027”.

“MISTER FORBICI” IN AZIONE SU PENSIONI E SANITA’

Insomma c’è poco da fare, entro il 20 settembre bisogna presentare a Bruxelles il nuovo Piano strutturale di bilancio (Psb) e a quanto riporta Repubblica il nostro ministro dell’Economia soprannominato “mister forbici” è già al lavoro per tagliare, lentamente, pensioni e sanità. “La rivoluzione silenziosa è cominciata due anni fa” scrive Valentina Conte: “mentre gli alleati litigavano su pensioni e famiglie, tra quote e bonus bebè Giorgetti metteva un freno alla spesa. In chiaro su alcune poste, come le pensioni fortemente tagliate nella rivalutazione all’inflazione e poi anche per alcune categorie di dipendenti pubblici e il superbonus lentamente bloccato. Senza strepiti, su altre: nella riservatezza delle tabelle di bilancio”.

CRESCE IL CASO SANGIULIANO E MELONI TEME IL RIMPASTO

Ma tutto questo scenario non può prescindere dal caso Sangiuliano-Boccia che è notevolmente cresciuto nelle ultime ore insieme al silenzio del ministro sulla faccenda. A lanciare la bomba ieri è stato il sito Dagospia pubblicando un carteggio sul vertice del G7 Cultura in preparazione a Pompei in cui figura tra i destinatari delle mail riservate anche la “consulente” fantasma Maria Rosaria Boccia. “È molto probabile che, con l’email ormai pubblica, la premier Giorgia Meloni chiederà più di un chiarimento al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano” scrive Grazia Longo su la Stampa. Ma dal titolare della Cultura fino ad ora nessuna parola. Il problema vero è che Meloni teme un effetto domino sul governo. Con Raffele Fitto spedito in Europa, Sangiuliano in difficoltà e Daniela Santanché sempre in attesa di un possibile processo, si potrebbe aprire una voragine non da poco che andrebbe dritta verso quel rimpasto da prima Repubblica che rimane ancora indigesto ad ogni inquilino di Palazzo Chigi.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Torna su