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Arleo, think tank Competere.eu: “Boom di P.Iva sia sostenuto da incentivi”
Per Arleo “la risposta spontanea è molto incoraggiante, tanto più in virtù del fatto di non avere ancora una politica di incentivi attiva sui fondi Pnrr. Una politica di agevolazioni potrebbe risultare di notevole aiuto”. Il 41,6% del totale delle nuove Partite Iva, ben 61.153 soggetti, ha optato per il regime forfetario; perfino più alta la percentuale degli under 35
Tra aprile e giugno sono state create 147.153 partite iva: +54,1% sui numeri registrati nel secondo trimestre 2020. Un dato sicuramente incoraggiante, che pare certificare la ripresa o, quantomeno, la ripartenza, ma pure “un risultato da valutare con prudenza”, argomenta Giuseppe Arleo, coordinatore dell’Osservatorio Next Generation del think tank Competere.eu, commentando l’ultima rilevazione effettuata dall’Osservatorio delle Partite Iva del Ministero dell’Economia e delle Finanze. “L’anno scorso c’era il forte condizionamento delle restrizioni connesse alla pandemia. È tuttavia innegabile che i dati attuali indicano un forte senso di fiducia e la voglia di fare impresa”.
La maggioranza delle partite iva del boom post pandemico, pari al 65,6%, è stata aperta da persone fisiche, mentre il 21,1% riguarda le società di capitali. “La fiducia e la volontà di avviare attività d’impresa – sottolinea Arleo – parte dal basso, dalle microimprese. Non a caso nel periodo in esame il 41,6% dei soggetti ha aderito al regime fiscale forfettario. La micro dimensione si accompagna spesso a caratteristiche di resilienza e di flessibilità rispetto alle variazioni del mercato, che mai come nell’epoca pandemica ha oscillazioni poco prevedibili e gestibili”.
La ripartizione territoriale colloca il grosso delle nuove aperture al Nord con il 47,4%, seguono Sud e Isole al 31,6% e chiude il Centro al 20,3%. La crescita è concentrata in Friuli Venezia Giulia e in Veneto, dove si registrano in entrambi casi oltre il 110% di nuove aperture. Fanalino di coda il Molise (+18,9%). Il 24,8% del totale è aperto nel comparto del commercio, seguono le attività professionali con il 16,2% e l’agricoltura con l’11%. In generale, rispetto al secondo trimestre 2020, le riaperture post Covid hanno permesso il riavvio della attività di intrattenimento (+103%), alimentato il commercio (+98,8%) e il settore immobiliare (+90,4%). Il 41,6% del totale delle nuove Partite Iva (61.153 soggetti) 2021 ha optato per il regime forfetario, segnando un aumento del 36,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Ulteriore elemento di analisi è l’elevata percentuale di giovani imprenditori under 35. Il 47,5% delle nuove aperture effettuate da persone fisiche è dovuto a under 35, mentre la fascia tra i 36 anni ed i 50 anni raggiunge circa il 31%. “È significativo che la volontà di avviare un percorso imprenditoriale sia diffusa tra i giovani”, commenta Arleo, “e lo è anche il fatto che le nuove aperture siano distribuite abbastanza uniformemente sul territorio nazionale, se consideriamo le grandi differenze della struttura produttiva di partenza. A un 47,4% del nord, corrisponde un 20,3% del centro e un 31,6% del sud”.
“Sicuramente – conclude Arleo – la risposta spontanea da parte delle persone fisiche è molto incoraggiante, tanto più in virtù del fatto di non avere ancora una politica di incentivi attiva sui fondi Pnrr. I dati analizzati denotano come non vi sia depressione economica o pessimismo sulle prospettive di fare impresa, superando quindi anche il pericolo dell’incertezza del periodo pandemico. Con queste premesse, una politica di agevolazioni e incentivi potrebbe risultare di notevole aiuto e ottimizzare l’impegno e la determinazione di tanti imprenditori o aspiranti a fare impresa. La vera sfida, ancora di più alla luce dei dati del Mef, è quella di realizzare tale politica di incentivi, attuando nel contempo le riforme necessarie e, in primis, sburocratizzando la Pubblica Amministrazione, in modo da renderla pronta a supportare nel modo giusto le esigenze del mondo imprenditoriale.”