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Chi contesta Azzolina per le (mancate) promesse sui supplenti

Rientro Scuola

Azzolina dichiara che l’80% dei supplenti sono già stati nominati. Ma i sindacati e i precari raccontano una situazione nelle scuole molto diversa, tra mancate assunzioni e poche ore di lezione

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina assicura che entro questa settimana verrà completata la nomina dei supplenti annuali da parte degli uffici scolastici territoriali, già a buon punto. Poi, però, bisognerà nominare anche il cosiddetto “organico Covid”, ossia quel personale aggiuntivo a tempo determinato – sia docente che tecnico che ausiliario – che servirà a garantire il distanziamento sociale: la nomina, stavolta, spetta ai dirigenti scolastici.

Ma la tabella di marcia di Azzolina viene contestata dai sindacati. La Cisl (Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori) sostiene che finora sia stato nominato meno del 50 per cento del personale precario. E che, rispetto agli anni scorsi, il ritardo sia ancora più marcato.

I NUMERI DELLA CISL

Secondo Maddalena Gissi, segretaria della Cisl, nelle scuole italiane ci sono 259.757 alunni disabili, ma soltanto 200mila insegnanti: di questi, il 52 per cento è peraltro in situazione precaria.

“In questi giorni, tra ritardi e graduatorie provinciali sbagliate, i più fragili soffrono ancora di più. In un anno Covid, l’ideologia ha vinto sul buon senso e sulla sensibilità. Si pensa a forme selettive di reclutamento per apparire come i detentori della qualità ma nel frattempo si trascurano i problemi reali di chi vive una condizione di sofferenza che non può essere acuita dalla indifferenza politica”, ha dichiarato Gissi.

Nella ricostruzione di Gissi, su un totale di 21mila posti vacanti, sono state assunte soltanto 1657 unità, per mancanza di candidati. “E questa storia”, prosegue la segretaria della Cisl, “continuerà nei prossimi anni nell’ignavia di tanti che non guardano alla scuole come luogo di cittadinanza, ma come centro di costo. Lo diciamo da tempo: il reclutamento e la partita degli organici deve avere interlocutori interessati al futuro e più impegnati sul fronte delle riforme sostenibili e vicine si problemi di famiglie e studenti”.

COSA DICE AZZOLINA

Intervenuta al convegno Fidapa in Sicilia, Azzolina ha speso parole per difendere gli insegnanti. Ha detto che “i docenti stanno facendo un grandissimo lavoro, assieme al personale Ata, ai dirigenti scolastici. Vorrei che i pregiudizi nei confronti dei docenti finissero e non capisco perché tutte le volte che si parla dei professori si deve dire che non ricoprono bene il loro ruolo, che vogliono stare a casa. Basta: rispettiamoli, perché sono loro che rappresentano il presente e il futuro del nostro Paese”.

Mentre però Azzolina dichiarava che gli uffici scolastici territoriali avessero già nominato supplenti per l’80 per cento delle cattedre scoperte, a Roma – a piazza del Popolo – si è tenuta la manifestazione del Comitato Priorità alla Scuola, che racchiude genitori, docenti e associazioni studentesche e al quale hanno aderito le principali sigle sindacali: Cisl, Cobas, Flc Cgil, Gilda, Snals, Uil.

Obiettivo della manifestazione era richiedere maggiore attenzione e risorse – quelle del Recovery Fund, innanzitutto – al mondo scolastico, in modo da garantire la sicurezza degli istituti e l’assunzione di un numero adeguato di docenti in tutto il territorio italiano.

COSA HA DETTO PELAGI (COORDINAMENTO NAZIONALE PRECARI SCUOLA)

Alla manifestazione  di Roma Anita Pelagi, del Coordinamento Nazionale Precari Scuola, ha detto che “una scuola sana non può esistere con 25-30 studenti e un ruotare continuo di docenti. La formazione non si compra ma si acquisisce; il precario non può continuare a vivere nei tribunali per esercitare il proprio lavoro. Lasciare un precario a vita è un modo vigliacco per agire. L’anno scolastico inizia con 200mila precari, quindi 200mila famiglie precarie. La scuola è iniziata senza docenti a causa del ministero che ha messo in piedi graduatorie zeppe di errori. Il ministero non ha voluto ascoltare né cambiare rotta”.

E ancora: “Dovevamo essere assunti dal 1° di settembre e invece no. Chi ne paga le conseguenze sono i docenti, il personale, i dirigenti. Vergogna: il ministro vuole fare i concorsi in piena emergenza sanitaria senza rispettare i docenti fragili e coloro che potrebbero essere in quarantena”.

COSA HA DETTO LA CGIL

Nel suo intervento durante la manifestazione, la segretaria nazionale della Flc Cgil, Francesca Ruocco, ha fatto un punto sulla situazione della scuola: 215mila posti vuoti in organico al 1° settembre; 22mila coperti dalle 84mila immissioni in ruolo; 2278 posti vuoti di direttore dei servizi generali e amministrativi; mezzo milione di banchi consegnati su 2 milioni e mezzo ordinati.

Ruocco ha detto che “fino ad ottobre-novembre non ci saranno tutti i supplenti in classe. I ragazzi in molte scuole fanno lezione solo 1 ora e 45 minuti al giorno. Vanno investiti 20 miliardi sulla scuola pubblica: senza scuola non ci sono diritti né futuro”.

COSA HA DETTO LA CISL

Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, ha avvertito il governo a non sottovalutare la protesta. ”Anche la Cisl oggi è in piazza insieme a studenti, insegnanti e famiglie per una scuola più sicura, più investimenti, copertura degli organici per garantire a tutti il diritto allo studio. Il Governo non sottovaluti la protesta. Il futuro del nostro paese dipende dalla scuola”.

COSA HA DETTO LA UIL

Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha chiesto alla governo “di ascoltare le ragioni di questa piazza e di dare prospettive alla scuola con un progetto di investimenti serio e strutturato. La Uil”, prosegue, “è al fianco dei ragazzi che oggi manifestano per una scuola capace di rispondere, in condizioni dignitose e di sicurezza, alle loro aspettative e alle loro esigenze”.

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