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Bce, sul derby Franco-Cipollone gli imbarazzi di Bankitalia e le frizioni nel governo

Semestre Ue Belga

Daniele Franco ha superato Piero Cipollone alla guida della Banca Centrale Europea. Gli imbarazzi di Bankitalia

Il ‘sorpasso’ di Daniele Franco su Piero Cipollone – come raccontato dal Sole24Ore – quale candidato italiano nella corsa al board della Bce ha tante chiavi di lettura, considerato che su questa nomina si stanno giocando tante partite politiche e non solo.

LA PARTITA DELLA BCE

Cipollone nelle scorse settimane era il più quotato per sostituire a Francoforte Fabio Panetta (dal primo novembre governatore di Bankitalia), mentre l’ex ministro del Tesoro era in ballo per una candidatura alla guida della Bei, la Banca europea degli investimenti, un ruolo estremamente strategico per il nostro Paese. Per quest’ultimo incarico forse il governo italiano non ci ha mai creduto davvero, tant’è che sembra ormai avere campo libero la ministra socialista spagnola, Nadia Calviño, supportata dal premier uscente (e a quanto pare anche entrante) Pedro Sanchez. Una strategia rinunciataria fortemente criticata dal direttore Roberto Napoletano (ex Sole24ore e oggi al Quotidiano del Sud), secondo cui l’Italia per il suo peso potrebbe ambire a ottenere entrambe le cariche.

Il risultato è che così il governo si è portato le grane dentro casa. Dalla lettura di retroscena e varie ricostruzioni lo sponsor principale di Franco al consiglio direttivo della Bce è Giancarlo Giorgetti, suo successore sulla scrivania di Quintino Sella ed ex collega ai tempi del governo Draghi. Giorgetti, però, conosce bene anche Cipollone, con il quale ha condiviso l’esperienza del Conte I: il primo da sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, il secondo come consigliere economico dell’allora premier. Le loro stanze erano tra l’altro molto vicine, entrambe al primo piano di Palazzo Chigi. Per la serie che i trascorsi di Cipollone quale uomo di fiducia dell’ex premier grillino lasciano il tempo che trovano.

PROVE DI FORZA IN BANKITALIA E NEL GOVERNO

In verità c’è chi fa notare che dietro questa nomina si stiano consumando delle prove di forza (e di potere) tanto nell’orbita di Bankitalia quanto all’interno del Governo.
Se Panetta spinge per la candidatura di Cipollone, come scrive La Stampa sottolineando i buoni rapporti del futuro governatore con la premier Meloni, molti addetti ai lavori ricordano i numerosi endorsement di Mario Draghi verso Franco e non escludono che ci possa essere stata una moral suasion proprio dell’ex premier a favore del suo ministro del Tesoro. Questo, c’è da dire, non condizionerebbe affatto la stima e la convinta scelta di Giorgetti (che ha sempre avuto un ottimo rapporto anche con Draghi) di puntare su Daniele Franco.

Allo stesso tempo all’interno del governo è risaputo che, in questi primi dieci mesi di legislatura, i rapporti tra il titolare del Mef e la presidente del Consiglio sono stati caratterizzati da alti e bassi, da ultimo le frizioni sulla gestione del dossier sulla tassa degli extraprofitti alle banche. Non c’è da stupirsi, dunque, se sul derby Franco-Cipollone per il board della Bce assisteremo a un braccio di ferro tra il draghiano Giorgetti e la panettiana Meloni.

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