Le principali tappe della carriera politica di Berlusconi, scomparso questa mattina all’ospedale San Raffaele di Milano
Silvio Berlusconi è stato tante persone, ha fatto tante cose.
In ogni ambito in cui ha lavorato, dal calcio ai media passando per i giornali e soprattutto per la politica, il Cavaliere ha lasciato un profondo segno. Di ogni colore, positivo e negativo, generando seguaci e detrattori.
LE TAPPE POLITICHE: LA DISCESA IN CAMPO
Non solo nella vita di partito e di Palazzo, anche negli altri contesti che hanno visto attivo Berlusconi, l’impronta è stata evidentemente politica. Berlusconi ha creato il berlusconismo, che forse ha avuto ancora più effetti e continua a produrne oggi.
Tutto parte dalla famosa discesa in campo. E’ il 26 gennaio 1994, la data del messaggio passato alla storia. Dai più famosi incipit da discorso politico: “L’Italia è il Paese che amo”. L’imprenditore decide di avviare un altro capitolo della sua vita già fortemente impegnata tra il Milan e Fininvest.
“Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica perché non voglio vivere in un Paese illiberale, governato da forze immature e da uomini legati a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare”, proseguiva la dichiarazione di 29 anni fa. “Per poter compiere questa nuova scelta di vita, ho rassegnato oggi stesso le mie dimissioni da ogni carica sociale nel gruppo che ho fondato. Rinuncio dunque al mio ruolo di editore e di imprenditore per mettere la mia esperienza e tutto il mio impegno a disposizione di una battaglia in cui credo con assoluta convinzione e con la più grande fermezza. So quel che non voglio e, insieme con i molti italiani che mi hanno dato la loro fiducia in tutti questi anni, so anche quel che voglio. E ho anche la ragionevole speranza di riuscire a realizzarlo, in sincera e leale alleanza con tutte le forze liberali e democratiche che sentono il dovere civile di offrire al Paese una alternativa credibile al governo delle sinistre e dei comunisti”.
NASCE IL CENTRODESTRA
Con Berlusconi in campo nasce, di fatto, il centrodestra. Di più, la destra sociale e post-fascista del Movimento Sociale Italiano entra nell’arco parlamentare. Lo sdoganamento è compiuto. Il Msi diventerà presto Alleanza nazionale con la svolta finiana di Fiuggi, la Lega di Bossi completerà il terzetto con cui Silvio diventa premier.
Alle elezioni europee del giugno 1994 il gruppo FE (Forza Europa) di FI ottiene 27 seggi su 87 con il 30,62% dei consensi. In Italia, però, il Berlusconi I dura soltanto otto mesi.
DAL NOVECENTO AL DUEMILA, LE TAPPE DI FI
Forza Italia si sviluppa da allora sui territori imponendosi a capo di tante regioni fino al ritorno al governo nel 2001.
Con il 29% nasce il Berlusconi II con anche il NPSI e il PRI. La legislatura viene completata, seppur con un rimpasto dell’ultimo anno.
DAL PDL AL PATTO CON RENZI FINO A OGGI
Le avventure della seconda metà del primo decennio e dal 2010 in poi sono man mano più nitide nelle immagini e negli eventi.
Il Popolo delle Libertà con cui il Cav. cerca di riunire sotto un unico soggetto politico tutta la destra, sognando i conservatori americani non ha buona sorte e svanisce in poco più di quattro anni lasciando pochi strascichi effettivi nella memoria di un fronte politico, quello di destra appunto, che ancora oggi va forte perché capitalizza alle elezioni la capacità di stare insieme pur nelle diversità di partito.
Anche il Patto del Nazareno, sfumato con il Pd di Matteo Renzi, si configura a posteriori come una parentesi politica.
L’ultima doppia esperienza di Forza Italia marchiata Berlusconi arriva prima con Draghi e poi con Meloni a Palazzo Chigi. Nell’epoca post-pandemica, nel mezzo della guerra russa all’Ucraina scatenata dal suo amico Putin, sul quale tante volte il Cav. ha rivendicato il tentativo di riconciliazione di Pratica di Mare.
Con la morte di Berlusconi, adesso, si aprono gli scenari sul futuro del suo partito. Che più di tutti, prima di tutti, è stata creatura personale e fortemente identificata con il volto e il nome del leader. Adesso, che ne sarà di Forza Italia?