Da autostrade a dehors, da pubblicità indesiderate a più libertà per assicurati, i punti principali…
Caso Caffo, Zerocalcare e Chiara Valerio: tutto sulla bufera a ‘Più libri più liberi’
L’invito del filosofo Leonardo Caffo scatena le polemiche in vista della fiera della piccola e media editoria. Il rifiuto di Zerocalcare nonostante le scuse di Chiara Valerio
La fiera della piccola e media editoria Più libri più liberi, in programma dal 4 all’8 dicembre alla Nuvola dell’Eur a Roma, è al centro di una bufera mediatica e culturale a causa dell’invito rivolto al filosofo Leonardo Caffo, attualmente sotto processo per maltrattamenti e lesioni nei confronti della sua ex compagna. Nonostante il successivo ritiro di Caffo dall’evento e le scuse pubbliche degli organizzatori e della curatrice della fiera, Chiara Valerio, la decisione ha sollevato un’ondata di critiche da parte di autori, editori e opinione pubblica. Questa edizione della fiera è stata dedicata a Giulia Cecchettin, simbolo della lotta contro la violenza di genere. L’invito di Caffo è stato percepito come un atto di inopportunità.
ZEROCALCARE E L’ANNULLAMENTO DEL SUO INCONTRO
Tra le voci più influenti del settore che hanno deciso di prendere posizione c’è quella del fumettista Zerocalcare. Dopo giorni di riflessione, ha annunciato su Instagram l’annullamento del suo incontro con Chiara Valerio, previsto per il 6 dicembre. Pur mantenendo fede agli impegni con i lettori, attraverso il tradizionale firmacopie, il fumettista ha spiegato che partecipare a un evento dedicato a una vittima di femminicidio, in cui era stato invitato qualcuno accusato di violenza, era per lui “impossibile da giustificare”.
In una lunga riflessione sui social, ha dichiarato: “Mi è sembrato evidentemente inopportuno invitare ad una fiera dedicata a Giulia Cecchettin un uomo accusato di violenza contro la sua compagna”. Zerocalcare ha inoltre criticato la gestione della vicenda, affermando che “letteralmente tutto, almeno fino all’ultimo messaggio di scuse, sia stato sbagliato”. Non ha mancato di sottolineare l’importanza di scegliere quando fermarsi per evitare strumentalizzazioni che possono mettere in discussione le stesse battaglie per i diritti e contro la violenza.
.@paolomieli: "Regolamento di conti nei confronti di Chiara Valerio per aver invitato a Più libri più liberi, Leonardo Caffo, accusato di maltrattamenti alla moglie. Valerio si è andata a difendere ad un tribunale supremo per la sinistra letteraria italiana: Propaganda Live"
— 24 Mattino (@24Mattino) November 28, 2024
LA POSIZIONE DELLE CASE EDITRICI
Anche le case editrici hanno reagito con prese di posizione significative. Bao Publishing, editore di Zerocalcare, ha deciso di partecipare alla fiera con il proprio stand ma ha cancellato tutti gli eventi programmati, sottolineando in un comunicato su Instagram la necessità di prendere le distanze da una gestione che non rispecchia i propri valori.
Ancora più drastica è stata la decisione di Gigaciao, la giovane casa editrice fondata da Sio, Dado, Fraffrog e Giacomo Bevilacqua, che ha annunciato la sua totale assenza dall’evento. Con un messaggio pubblicato sui social, Gigaciao ha spiegato che “non troverete né i nostri libri né i nostri autori”. La casa editrice ha deciso di trasformare l’assenza in un gesto simbolico, devolvendo 5.000 euro a Lucha y Siesta, un’associazione impegnata nel supporto delle donne vittime di violenza.
In un post personale, Sio ha ulteriormente spiegato la scelta: “Credere alle vittime di violenza è un’arma fondamentale contro la strumentalizzazione della presunzione di innocenza, che storicamente ha aiutato uomini violenti. Non me la sento di partecipare serenamente a questa edizione”.
CRITICHE E DIBATTITO NEL MONDO CULTURALE
La vicenda ha diviso l’opinione pubblica e sollevato interrogativi nel mondo culturale. Alcuni autori, come Fumettibrutti e Giulia Siviero, hanno rinunciato alla partecipazione, mentre altri, come lo scrittore Paolo Di Paolo, hanno espresso perplessità sull’abbandono come forma di protesta. Di Paolo ha invitato a riflettere sull’opportunità di sfruttare gli spazi della fiera per discutere apertamente di violenza di genere e delle sue implicazioni culturali.
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— Natangelo (@NatangeloM) November 26, 2024
Anche il filosofo Stefano Zecchi ha commentato il caso, sottolineando che l’invito di Caffo potrebbe essere stato una provocazione: “Non l’avrei invitato, ma una persona è innocente fino al terzo grado di giudizio. Questo caso, però, dimostra i problemi della cultura cosiddetta di sinistra, che usa la provocazione come strumento comunicativo”.
Un caso, quindi, che ha sollevato questioni fortemente divisive, toccando temi come la violenza di genere, il garantismo e il ruolo delle istituzioni culturali nella sensibilizzazione pubblica. Nonostante le scuse degli organizzatori e i tentativi di recuperare attraverso iniziative simboliche, come la messa a disposizione di spazi per le associazioni contro la violenza, le polemiche sono destinate a lasciare un segno.