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C’eravamo tanto amati, adesso è la notte dei lunghi coltelli

Sangiuliano Boccia

Maria Rosaria Boccia dà la sua versione dei fatti alla Stampa, il ministro Sangiuliano non molla e minaccia esposti. E sui giornali d’area inizia la teoria del complotto e della regia per far cadere il governo, mentre tra i papabili alla successione spunta il nome di Pietrangelo Buttafuoco

E’ stata una settimana all’insegna dell’affaire Sangiuliano-Boccia, una telenovela che ha appassionato, a dire il vero, anche i quotidiani che anche oggi sono ricchi di titoli e retroscena. Il più importante di tutti è certamente quello de la Stampa dove Maria Rosaria Boccia in una lunga intervista concessa al vicedirettore Federico Monga racconta la sua versione dei fatti, afferma che il Ministro è sotto ricatto, non suo, ma di persone all’interno del suo dicastero. Da parte sua, Sangiuliano che qualche giorno fa piangeva al Tg1 adesso passa al contrattacco e minaccia esposti e querele. E i giornali d’area si allineano a questa tesi. Così per Libero la signora Boccia diventa “la spia che non lo amava”, il Giornale afferma che “rischia un’indagine” e scrive che c’è “l’ombra di una regia esterna”.

LA VERSIONE DI BOCCIA, ATTACCO DIRETTO ANCHE A MELONI

Ma cosa ha rivelato Boccia nell’intervista? Intanto le date sono importanti. La loro frequentazione inizia più di un anno fa e, poi, che di fatto, anche se non lo dice esplicitamente, che ci fosse una relazione più che amicale visto che oltre agli eventi già noti afferma di essere andata con il Ministro anche a concerti e mostre. Tutto questo, come nota il Fatto Quotidiano in prima pagina aveva allarmato i vertici di Palazzo Chigi già da giugno. Ma la cosa nuova è che la Boccia alza il tiro e oltre al Ministro che secondo lei è sotto ricatto da persone interne al suo dicastero punta il dito contro la premier. “Chi si richiama i valori dell’essere donna ha il diritto e il dovere di difendere la propria dignità come ha fatto l’altra persona (Meloni) quando ha interrotto una relazione profonda tramite un post sui social, dopo che il compagno (Giambruno) aveva violato un sentimento d’amore – tuona la Boccia – Mi chiedo perché io vengo trattata con arroganza, additata senza nome e cognome. I comportamenti sessisti vanno sempre denunciati, come ha fatto lei anche utilizzando i social perché una donna deve proteggere la propria dignità indipendentemente dal ruolo che ricopre. Non si può rivendicare la dignità di una donna, offesa nei sentimenti, a fasi alterne. Inoltre non si può dirsi cristiani senza praticare il perdono. Io mi limito a difendermi da un comportamento sessista”.

PER PALAZZO CHIGI C’E’ UNA REGIA OCCULTA, NON E’ TEMPO DI RIMPASTI

Ovviamente la premier, dopo la difesa pubblica di qualche giorno fa su rete4, non è più entrata nell’argomento. Ma i retroscena su quanto sta accadendo nelle stanze di Palazzo Chigi non mancano, a partire da quello firmato per il Corriere della Sera da Monica Guerzoni. “Una cosa si vanno sempre più convincendo tra Palazzo Chigi e via della Scrofa e cioè che l’influencer di Pompei non può aver agito da sola. Il sospetto è che ci sia «una regia occulta» dietro le astutissime mosse di Boccia, definita «lucida» e «diabolica». E se qualcuno tra i dirigenti meloniani pensa che la donna si sia rivolta a un’agenzia di comunicazione di alto livello, i più si mostrano convinti che Sangiuliano sia rimasto vittima di una macchinazione, ordita da pezzi di opposizione e rilanciata da alcuni media”. E la premier come si sente? “Meloni ritiene di non potersi permettere cedimenti – scrive ancora Guerzoni – e non solo perché «non possono essere i giornali e la sinistra a dettare le mie scelte», ma anche per evitare un rimpasto che può innescare la valanga. È decisa a resistere, fino al G7 della Cultura e oltre. La paura però c’è. Paura che la diga non regga, che Boccia continui con lo stillicidio di post, chat e carte potenzialmente compromettenti, paura che il ministro le abbia mentito e, ancora, che si gonfi l’onda di disagio che agita la base di FdI”.

MA TRA I PAPABILI MINISTRI SPUNTA FUORI PIETRANGELO BUTTAFUOCO

Nel partito tutti si attengono alla linea della leader – scrive Tommaso Ciriaco su Repubblica – ma il grosso di FdI non si straccerebbe le vesti se il ministro facesse un passo indietro. “La linea prevalente è quella di Giovanbattista Fazzolari: Sangiuliano va difeso, fino a prova contraria. Se escono altre notizie imbarazzanti, politiche, sul governo, è game over”. E così inevitabilmente è iniziato il gioco di chi sarà il successore di Gennaro Sangiualino. In un retroscena sulla Stampa firmato da Michela Tamburrino scorrono i nomi dei possibili candidati a ruolo di Ministro: “Si fa il nome di Alessandro Giuli, attualmente presidente del Museo Maxxi, del sottosegretario Gianmarco Mazzi ma soprattutto di Pietrangelo Buttafuoco, celebrato presidente della Biennale di Venezia che ha raccolto talmente tante lodi da destra e da sinistra da essere oramai giudicato buono per ogni minestra. Dunque perfetto per togliere tutti dall’imbarazzo.”

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