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Che cosa c’è (e cosa no) nelle risoluzioni del governo su piano Trump e Palestina

Tutte le proposte sul piano Usa per la pace e per il riconoscimento della Palestina votate ieri in Parlamento: cosa contengono, quali sono state approvate e quali respinte e come ha votato il Parlamento.

Ieri alla Camera sono state votate le risoluzioni che riguardano la proposta di pace a Gaza del presidente americano Donald Trump e il riconoscimento dello Stato palestinese da parte dell’Italia.

Contestualmente, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha parlato alla Camera degli sviluppi della situazione nella Striscia e ha tenuto la stessa informativa al Senato.

Le risoluzioni messe ai voti erano cinque: due firmate dai partiti della maggioranza di centrodestra (una delle quali sottoscritta anche da Azione); una del Partito Democratico, insieme ad Alleanza Verdi-Sinistra e Movimento 5 Stelle; una di Italia Viva; e una di Più Europa.

QUANTA IMPORTANZA HANNO LE RISOLUZIONI

Le risoluzioni sono documenti con cui sia Camera che Senato possono esprimere il loro pensiero e un indirizzo al governo su un qualsiasi argomento ma non sono vincolanti: se approvate, il governo non è obbligato a prendere i provvedimenti, prendendosi comunque la responsabilità politica di questa scelta.

In tutto sono cinque quelle presentate alla Camera, due del centrodestra approvate (182 sì, nessun no e 101 astenuti), una di Pd-M5s-Avs (bocciata), una di Italia Viva (approvata), una di  +Europa (approvata ad eccezione di un impegno su cui il Governo ha espresso parere contrario).

LA RISOLUZIONI DELLA MAGGIORANZA SUL PIANO USA PER LA PACE

La maggioranza di governo ha presentato due documenti insieme ad Azione e al Gruppo Misto: uno focalizzato sulla proposta di pace americana di Trump, l’altro sul riconoscimento condizionato dello Stato di Palestina, con condizioni precise sull’esclusione di Hamas.

“Il Governo italiano ha sempre condannato le responsabilità di Hamas nell’innesco del conflitto e ha riconosciuto il diritto di Israele di difendersi e di reagire agli attacchi terroristici, pur evidenziando che la reazione israeliana non avrebbe dovuto tradursi in violazioni del diritto internazionale umanitario” recita il testo. “Le operazioni militari, per estensione e modalità, hanno oltrepassato il principio di proporzionalità; il piano di pace americano, che riprende in molte parti quello proposto dai Paesi arabi, e che ha già trovato l’assenso di Israele, dell’Autorità Nazionale Palestinese e di molti Paesi della regione, oltre che dei nostri Partner europei, è la prima vera possibilità concreta per mettere fine alle sofferenze dei due popoli”, prosegue il documento.

L’opposizione si è astenuta per non votare contro, la risoluzione è stata approvata con 182 favorevoli, 101 astenuti e nessun contrario.

LA RISOLUZIONE DELLA MAGGIORANZA SUL RICONOSCIMENTO DELLA PALESTINA

La seconda  riguarda “il riconoscimento reciproco fra Israele e il nuovo Stato Palestinese; il prosieguo delle iniziative umanitarie italiane; un approccio equilibrato in Ue affinché sia evitata l’adozione di misure sanzionatorie generalizzate ai danni della popolazione israeliana, valutando provvedimenti individuali, anche di natura economica”. Con un accenno alla Flotilla: (…)”La sicurezza di Israele e le legittime aspirazioni del popolo palestinese possono essere garantite solo attraverso il negoziato, e non con azioni unilaterali che rischiano di aggravare tensioni e instabilità nella regione; la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza resta molto critica, con una popolazione civile stremata dalle operazioni militari, dall’ancora troppo lenta e insufficiente distribuzione dei rifornimenti e dalla carenza di beni essenziali”.

Altri impegni puntano ad andare avanti “nelle azioni volte a garantire il rapido e sicuro rientro degli attivisti a bordo della “Global Sumud Flotilla” e a rafforzare il contrasto all’antisemitismo.

Il testo poi precisa che l’impegno a riconoscere lo Stato palestinese viene subordinato al fatto che “Hamas liberi tutti gli ostaggi e rinunci a ogni presenza politica e militare a Gaza e in Cisgiordania”.

La risoluzione è passata con 182 sì, 10 no e 7 astensioni. A favore hanno votato i partiti della maggioranza, mentre hanno votato contro i partiti di opposizione, tranne Azione che si è astenuta.

LA RISOLUZIONE DI PD, M5S E AVS

“Il riconoscimento della Palestina come Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967, con Gerusalemme quale capitale condivisa, convivente in pace, sicurezza e prosperità accanto allo Stato di Israele, e l’impegno a garantire ai cittadini di vivere al riparo da ogni violenza e da atti di terrorismo”.

Il Governo aveva espresso parere favorevole solo sul secondo impegno, a condizione che fosse riformulato ma la riformulazione non è stata accettata dai firmatari per cui la risoluzione è stata bocciata.

Inoltre prevedeva la perorazione delle sanzioni nei confronti del governo israeliano e dell’embargo totale di armi da e verso Israele, di “garantire piena protezione” agli attivisti di Flotilla e sostenere “la legittimità della Corte Penale Internazionale e dare piena attuazione ai suoi mandati di arresto” il centrodestra ha votato contro,

Azione si è astenuta mentre Italia Viva ha votato a favore. La risoluzione è stata bocciata con 168 voti contrari e 108 favorevoli.

LA PROPOSTA DI ITALIA VIVA

La risoluzione di Italia Viva puntava a sostenere “il piano Blair per Gaza”, promuovere il “massimo protagonismo, politico ed economico, dei paesi della Lega Araba”, seguire l’obiettivo dei ‘due popoli, due stati'”; “garantire il rispetto dei diritti costituzionali” degli italiani a bordo di Flotilla.

L’impegno era quello di rafforzare il ruolo politico ed economico dei Paesi della Lega Araba nel processo di pace e di garantire i diritti costituzionali dei cittadini italiani coinvolti nella vicenda della Global Sumud Flotilla e di quelli fermati in Italia durante le manifestazioni.

Questa risoluzione è stata approvata con 181 voti favorevoli del centrodestra e di Italia Viva, mentre gli altri partiti di opposizione, 105, si sono astenuti.

RISOLUZIONE DI +EUROPA

Il documento esprime sostegno al piano di Trump e alla soluzione “due Popoli, due Stati” e chiede l’apertura di corridoi umanitari sicuri nella Striscia di Gaza.

Il punto bocciato riguardava il passaggio in cui si chiedeva di inserire nei negoziati per il Medio Oriente “una chiara posizione non ritrattabile da parte dell’amministrazione Usa e del governo israeliano circa lo status futuro della Cisgiordania”. 182 i voti favorevoli e 106 astenuti.

 

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