Ieri la firma del Memorandum of Understanding che ha definito ruoli e dinamiche del nascente gigante aereospaziale europeo: Bromo. Bruxelles applaude, i sindacati francesi mettono in luce i rischi di monopolio, Musk è avvisato
Operazione Bromo. Questo è il nome dell’alleanza spaziale europea che vede protagonisti i tre colossi dell’aereospazio e della difesa: l’italiana Leonardo e le due francesi Airbus e Thales. Il progetto vola alto come il vulcano indonesiano da cui prende il nome, il monte Bromo. Al cuore c’è l’idea di creare una società che sviluppi, produca e gestisca satelliti e infrastrutture spaziali in modo coordinato ed efficiente, capace di competere con giganti globali del calibro di SpaceX. Non a caso, l’iniziativa è stata letta anche come la risposta europea al progetto Starlink di Elon Musk, che oggi domina il mercato mondiale delle costellazioni satellitari per le telecomunicazioni.
PROGETTO BROMO: UN’ALLEANZA SPAZIALE TUTTA EUROPEA
L’operazione congiunta punta a far recuperare terreno all’Europa in un settore strategico e innovativo come quello della Space Economy, oggi dominato da Stati Uniti e Cina. Un settore cruciale, che riveste un ruolo decisivo anche nel campo della difesa, come dimostrato dall’uso di satelliti negli attuali conflitti, dall’Ucraina al Medio Oriente. Le informazioni ottenute dallo spazio possono infatti essere essenziali, se non determinanti. Per questo sarebbe assolutamente straordinario dare vita ad una coordinazione europea, sia per ragioni di sicurezza sia per promuovere la ricerca spaziale.
RUOLI, COMPETENZE E GOVERNANCE NEL PROGETTO BROMO
Il Memorandum of Understanding ha definito in dettaglio ruoli e competenze delle aziende coinvolte, prevedendo una governance a rotazione. La nuova società sarà strutturata in modo che ciascuna azienda metta a disposizione le proprie eccellenze: Airbus con le divisioni Space Systems e Space Digital, provenienti da Airbus Defence and Space; Leonardo con la sua Divisione Spazio, che comprende anche le quote in Telespazio e Thales Alenia Space, mentre Thales contribuirà con le sue quote in Telespazio, Thales Alenia Space e Thales SESO. Il progetto prevede che Airbus detenga il 35% della nuova entità, mentre il restante 65% sarà diviso equamente tra Leonardo e Thales.
LE CRITICHE DEI SINDACATI
Eppure, il progetto non convince proprio tutti. A sollevare dubbi sono soprattutto i sindacati francesi, che hanno chiesto l’intervento della Commissione Europea per valutare le possibili implicazioni sul piano della concorrenza. Tuttavia, la risposta di Bruxelles sembra piuttosto data per certa: sul tavolo ci sono già 800 miliardi di euro per sostenere la difesa e lo sviluppo spaziale nel prossimo decennio. Una somma e una decisione che pongono la nascente alleanza Leonardo–Airbus–Thales sotto una buona stella.
Tra i più critici c’è la CGT Métallurgie che, in un comunicato ufficiale, sostiene che “le imprese europee siano già leader nel settore dei satelliti geostazionari per le telecomunicazioni, l’osservazione della Terra, le costellazioni satellitari, i servizi spaziali per imprese e governi, nonché l’esplorazione spaziale e la navigazione”. Secondo il sindacato francese, “il vero obiettivo del progetto Bromo è creare un monopolio industriale capace di imporre i propri prezzi e indebolire il potere delle agenzie spaziali CNES (francese) ed ESA (europea), nonché incrementare i margini e i profitti per gli azionisti, a discapito dell’interesse pubblico, della governance democratica del settore e dell’occupazione”. Insomma, una situazione che si teme possa trasformare un settore strategico in terreno di scontro tra profitti privati e interesse pubblico.

