A guidare il gruppo Armani, in linea con le disposizioni del suo fondatore, scomparso a 91 anni il 4 settembre, è un nuovo Consiglio di Amministrazione composto da otto membri scelti dalla Fondazione Giorgio Armani e dagli eredi. Ai rappresentanti della famiglia e all’Amministratore Delegato – già collaboratori di lungo corso – si affiancano professionisti indipendenti di comprovata esperienza e competenza. Tra volti nuovi e riconferme, ecco i nomi e i ruoli dei componenti del board del “dopo” Armani
Il nuovo board della Giorgio Armani S.p.A. si è riunito per la prima volta il 28 novembre, alla conclusione delle procedure testamentarie seguite alla morte dello stilista piacentino e che “si sono svolte nei termini previsti con grande fluidità e serenità”, come ha fatto sapere in una nota il gruppo Armani che nel proprio nel 2025 ha celebrato 50 anni di storia. Il marchio, nato a Milano nel 1975, negli anni è diventato un’icona globale di stile, di cui “Re Giorgio” è stato l’indiscusso protagonista.
Il nuovo corso della maison Armani prosegue in continuità con la visione di Giorgio Armani ma anche alla luce di alcuni cambiamenti nella governance societaria. Convalidate le nomine di Pantaleo Dell’Orco come Presidente e di Giuseppe Marsocci come Amministratore Delegato, che assume anche le funzioni di Direttore Generale. Del rinnovato CdA, che sale da sette a otto componenti, fanno parte i consiglieri Silvana Armani e Andrea Camerana, nipoti ed eredi di Giorgio Armani.
Designato consigliere anche il top manager Marco Bizzarri, confermato Federico Marchetti. Tra i nuovi ingressi, non appartenenti al ramo familiare, anche John Hooks e Angelo Moratti. Escono due membri della famiglia: Rosanna, sorella dello stilista e l’altra nipote di Giorgio, Roberta Armani.
CHI È IL NUOVO PRESIDENTE, PANTALEO DELL’ORCO
Pantaleo (detto Leo) Dell’Orco, compagno di vita e braccio destro di Giorgio Armani è il nuovo Presidente del gruppo Armani e della Fondazione omonima. Dell’Orco raccoglie appieno l’eredità del designer piacentino sul piano operativo. Pugliese, classe ‘52, è stato al fianco di Armani nella vita privata e nei vertici aziendali per 45 anni come responsabile dell’ufficio stile uomo della maison.
NEL CDA I NIPOTI DI GIORGIO ARMANI
Nel nuovo board figurano due membri della famiglia, tra i principali eredi testamentari. Silvana Armani, figlia del fratello Sergio, dopo un esordio come modella, lavora in azienda dai tempi del primo socio e storico partner di Armani, Sergio Galeotti. È responsabile dell’ufficio stile donna e vicepresidente del gruppo Armani. Andrea Camerana, è il figlio di Rosanna Armani, sorella dello stilista, e di Carlo Camerana, pronipote del fondatore della Fiat, Giovanni Agnelli. Nel board da quasi vent’anni, Andrea Camerana è espressione della continuità familiare ma anche del legame imprenditoriale tra due dei più influenti gruppi industriali italiani.
IL PROFILO DELL’AD E DG GIUSEPPE MARSOCCI
Torinese, dal 2003 nel gruppo Armani, Giuseppe Marsocci vanta un’esperienza ultratrentennale nel settore della moda e del lusso. Ha ricoperto il ruolo di vicedirettore generale e direttore commerciale globale della maison Armani, di cui da ottobre è Amministratore Delegato e Direttore Generale, su indicazione della Fondazione Armani.
NUOVI CONSIGLIERI, TRA ESPERTI DI MODA E IMPRENDITORI
Due le new entry nel board: Marco Bizzarri, ex CEO di Gucci per quasi dieci anni e Angelo Moratti, nome noto nel campo imprenditoriale. Nipote dell’ex patron dell’Inter Massimo Moratti, è stato sposato con la nipote di Giorgio Armani, Roberta.
In questa fase cruciale per il futuro del brand, c’è il ritorno di John Hooks, ex vicepresidente del gruppo Armani in cui è rimasto per 11 anni prima di approdare nel 2011 al gruppo Miroglio, e la conferma di Federico Marchetti, fondatore del gruppo YOOX Net-a-Porter che ha lasciato nel 2021. Pioniere della moda sostenibile, dal 2020 fa parte del CdA della Giorgio Armani S.p.A.
PROSPETTIVE FUTURE: IL RUOLO STRATEGICO DELLA FONDAZIONE ARMANI
Nelle volontà testamentarie di Giorgio Armani, la Fondazione da lui istituita nel 2016 gioca un ruolo chiave: oltre a detenere il 100% delle quote della maison, possiede il 30% dei diritti di voto nell’azienda e viene stabilita una sua partecipazione al capitale della società che “non sarà mai inferiore al 30%, indipendentemente dai futuri sviluppi che potrebbero portare all’ingresso di nuovi soci o a una quotazione in borsa”.
Nuove sfide attendono il CdA che si è appena insediato alla guida della maison Armani: la strada per cambiamenti importanti la traccia lo stesso Armani nel suo testamento, quando apre a future cessioni; la prima, a partire da un anno ed entro i primi 18 mesi dall’apertura della successione, vincola la Fondazione a cedere il 15% del capitale della società Armani a un gruppo tra Lvmh, EssilorLuxottica, L’Oréal, non escludendo nei prossimi anni nemmeno la possibilità di un ingresso in Borsa.

