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Chi è Alberto Bianchi, uomo di Renzi ed ex presidente di Open
Chi è Alberto Bianchi, l’ex presidente della fondazione che organizzava la Leopolda, indagato per traffico di influenze illecite
Una vicenda giudiziaria arriva a turbare le già intense giornate di Matteo Renzi, alle prese con la nascita del suo partito, Italia Viva. L’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della fondazione Open — creata per sostenere le iniziative dell’ex presidente del Consiglio quando era ancora sindaco di Firenze — è indagato per traffico di influenze illecite. Pistoiese, 65 anni, Bianchi è stato anche legale di Renzi.
L’inchiesta della procura di Firenze, coordinata dal pubblico ministero Luca Turco e condotta dalla Guardia di Finanza, due giorni fa ha portato alla perquisizione dello studio, nel capoluogo toscano, e al sequestro dei bilanci e dell’elenco dei finanziatori. “Sono molto amareggiato” il commento di Bianchi affidato a un messaggio secondo quanto riportato dal Corriere della Sera. Il suo legale, Antonio D’Avirro, ha detto alle agenzie: “L’avvocato Bianchi è indagato per una ipotesi di reato fumosa qual è il traffico di influenze per prestazioni professionali a mio avviso perfettamente legittime”. D’Avirro ha poi aggiunto che Bianchi “ha messo a disposizione degli inquirenti la documentazione richiesta nella convinzione di poter chiarire al più presto questa vicenda che lo sta profondamente amareggiando”.
COS’È IL TRAFFICO DI INFLUENZE ILLECITE
Questo genere di reato, punito dall’articolo 316 bis del codice penale, viene compiuto quando si sfruttano relazioni con un pubblico ufficiale per dare o promettere ad altri un vantaggio patrimoniale. Nel caso in questione l’indagine mira a capire se le donazioni effettuate a Open fossero una contropartita per agevolare imprenditori o aziende. Il punto, dunque, è vedere se chi ha elargito soldi alla fondazione ne abbia poi tratto qualche vantaggio.
LA FONDAZIONE OPEN
Creata nel 2012 inizialmente con il nome di “Big Bang” e chiusa quasi un anno fa ormai, a ottobre 2018, la fondazione ha raccolto in sei anni donazioni — effettuate tramite PayPal — per 6,7 milioni di euro grazie a molti sostenitori fra cui il finanziere Davide Serra (300mila euro), l’armatore Vincenzo Onorato (150mila euro), British American Tobacco (110mila euro). Il 40 per cento dei sostenitori — come ammesso dallo stesso avvocato di Bianchi — non ha dato l’assenso a pubblicare il proprio nome.
Del consiglio direttivo, presieduto da Bianchi, facevano parte anche Maria Elena Boschi (segretario generale) e Luca Lotti, parlamentari renziani di lungo corso e parte del cosiddetto Giglio Magico, e l’imprenditore Davide Carrai.
Tra le iniziative svolte grazie ai finanziamenti dati a Open anche la Leopolda, l’appuntamento annuale dei sostenitori di Renzi che dal 18 al 20 ottobre celebrerà la sua decima edizione.
LA PRECEDENTE INDAGINE
Come ricorda il Corriere della Sera, Bianchi è coinvolto anche in un’altra vicenda giudiziaria, che riguarda Consip. Il suo nome è emerso nelle indagini svolte dalla Corte dei Conti per verificare la regolarità dei contratti di consulenza fatti a professionisti esterni e per capire se la scelta di non fare affidamento sui dipendenti diretti non abbia causato un danno alle casse dello Stato. Dal 2015 al 2017 Bianchi ha ottenuto da Consip per il suo lavoro oltre 390mila euro.