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Chi è Fabio Pinelli, vicepresidente del Csm, e perché è finito nella bufera

Fabio Pinelli

Polemiche sul numero 2 del Csm dopo l’incontro con la premier Meloni, ecco cosa è successo e il profilo di Pinelli

Mentre tutto il mondo ha lo sguardo rivolto alle elezioni presidenziali Usa, interrogandosi su cosa significhi il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, in Italia ci si interroga, o meglio il centrosinistra interroga la premier Giorgia Meloni sull’incontro avuto con Fabio Pinelli, il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura.

Opposizioni e togati all’attacco. Fonti vicine al Quirinale affermano che il presidente Mattarella è stato avvisato solo a ridosso del colloquio, senza essere informato di contenuti e modalità. Oggi, tra l’altro, è previsto il plenum dell’organo di autogoverno della magistratura.

CHI E’ FABIO PINELLI, LE SIMPATIE POLITICHE E LE AMICIZIE. IL RITRATTO DI REPUBBLICA

Ma chi è Fabio Pinelli? “Avvocato penalista di Padova, un uomo che ha bordeggiato molti partiti per finire in quota Lega”, tra i primi a tracciarne un profilo è Repubblica. Con i politici Pinelli “è sempre andato d’accordo, senza badare troppo alla destra e alla sinistra, anzi destreggiandosi con l’agilità di un lemure tra un ramo e l’altro. Essendo partito dal Veneto, non poteva non incrociare il potente Zaia, di cui divenne consigliere legale esterno. Poi, da Zaia a Salvini il passaggio è stato naturale. E così lo troviamo difensore di Luca Morisi e di Armando Siri. Ma c’è anche molto Pd nella vita dell’avvocato Pinelli. E non si parla solo dell’amicizia con Luciano Violante, cementata nella fondazione Leonardo e nel think tank “Italiadecide”, di cui Pinelli è persino socio”.

“PER LUNGO TEMPO NELLE GRAZIE DI RENZI” E IL TENTATIVO DI ACCREDITARSI CON FDI

Il vicepresidente del Csm “è stato infatti – prosegue sempre Repubblica – per lungo tempo nelle grazie di Matteo Renzi, tanto che, alla sua elezione, una parte del Pd considerava Pinelli un nome spuntato sull’asse anti-magistrati Renzi-Salvini. Sospetti nati dal fatto che il penalista aveva assistito il Senato davanti alla Consulta per il conflitto di attribuzioni sulla questione delle chat di Renzi. E, nell’indagine fiorentina sulla Fondazione Open, Pinelli era l’avvocato di Alberto Bianchi. (…) Poi, nel tempo, sembra che l’immobilismo di Pinelli abbia fatto disamorare anche il leader di Italia viva. Così come i suoi tentativi di accreditarsi con Fratelli d’Italia. Sarebbe questa, infatti, l’ultima operazione messa in piedi da Pinelli. «Sono due anni che insegue un appuntamento con Meloni», malignano a palazzo Bachelet. Finalmente la premier, su suggerimento di Alfredo Mantovano, ha acconsentito. Ma la scelta dei tempi, anche stavolta, è stata tragica”.

Alcune sue decisioni – sottolinea il quotidiano diretto da Orfeo – sembra abbiano fatto storcere il naso a più di un collega. Come l’aver “eliminato i rimborsi spesa per le missioni dei membri del Consiglio superiore, che ora si devono pagare i viaggi di servizio di tasca propria. Oppure il divieto di comunicare autonomamente all’esterno, con l’ufficio stampa del Csm trasformato nell’agenzia di promozione del presidente. Un’altra delle critiche che gli vengono mosse è di non fare nulla, per paura di commettere passi falsi. Una prudenza che non lo ha messo del tutto al riparo da alcuni scivoloni e gaffe”.

IL PROFILO ‘ISTITUZIONALE’ DI FABIO PINELLI

Nato a Lucca il 1 febbraio 1966, laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano, iscritto dal 1997 all’Albo degli Avvocati di Padova e dal 2010 anche all’Albo Speciale degli Avvocati ammessi al patrocinio dinanzi alla Corte Suprema di Cassazione ed alle altre Giurisdizioni Superiori.

Come si legge sul sito del Csm, ha una formazione giuridica di diritto penale classico ed esplica la propria attività specialistica prevalentemente nell’ambito del diritto penale dell’economia. Ha patrocinato, inoltre, avanti la Corte Costituzionale, per parte privata, la rilevante questione di diritto penale avente ad oggetto “l’omessa previsione del fatto lieve nel sequestro di persona a scopo di estorsione”.

È stato designato dal Senato della Repubblica, per la predisposizione del ricorso introduttivo e il successivo patrocinio avanti alla Corte Costituzionale, in un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, in tema di violazione delle prerogative parlamentari di cui all’art. 68, comma 3, della Costituzione, in materia di sequestro senza previa autorizzazione dell’Assemblea di appartenenza, di corrispondenza informatica e cartacea di un Senatore della Repubblica.

Fino alla nomina a componente del Consiglio Superiore della Magistratura, è stato professore a contratto presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e titolare dell’insegnamento di “Diritto penale dell’ambiente, del lavoro e della sicurezza informatica (Internet e privacy). È coautore del manuale “Lineamenti di diritto penale dell’ambiente e della sicurezza sul lavoro”, Padova, CEDAM – Scienze giuridiche, 2020.

Oltre all’ambito strettamente professionale, prima di diventare Consigliere, è stato membro del comitato scientifico di Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine, socio di ItaliaDecide, associazione per la qualità delle politiche pubbliche, presidente di PadovaLegge (associazione culturale che, in un percorso parallelo, oltre ad offrire occasioni di incontro e riflessione sui grandi temi del nostro tempo, favorisce il diritto allo studio di giovani meritevoli, appartenenti a famiglie non abbienti, iscritti all’Università di Padova, con l’elargizione di apposite borse di studio). Già presidente della Fondazione Salus Pueri, costituita nel 1992 con lo scopo di promuovere progetti e raccogliere risorse a favore della Pediatria di Padova, per creare un ospedale a misura del bambino e della sua famiglia”.

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