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Chi è Fugatti, confermato a Trento, e perché in Alto Adige si rischia il ritorno al voto

Fugatti

Voto double face in Trentino Alto-Adige. Maurizio Fugatti riconfermato alla provincia autonoma di Trento, caos politico a Bolzano

Maurizio Fugatti è stato rieletto presidente della Provincia Autonoma di Trento. Nettamente sconfitto, e già complimentatosi con Fugatti, il candidato sindaco della coalizione di centrosinistra, Francesco Valduga al 37,59%. La coalizione del governatore uscente ha vinto le elezioni provinciali con oltre il 51%. Primo partito in Trentino è il Partito Democratico con il 16,78% seguito dalla Lega Fugatti Presidente con il 12,92% e Fratelli d’Italia con il 12,22%.

Forza Italia rischia di rimanere fuori dal Consiglio provinciale, il partito fondato da Silvio Berlusconi è infatti intorno al 2%, risultato che non gli permetterebbe di avere rappresentanti nell’assemblea. La Lega, partito di Fugatti, ne avrebbe invece cinque, oltre al presidente, lo stesso numero di Fdi. Quattro andrebbero alla lista Noi Trentino per Fugatti, tre al Partito autonomista Trentino-tirolese, due a La Civica e uno a Fassa (seggio riservato ai Comuni ladini). Quanto ai seggi dell’opposizione, che prevede l’elezione a consiglieri dei candidati presidente Francesco Valduga e Filippo Degasperi, resterebbero fuori dal Consiglio anche il M5s, Iv e Azione, mentre il Pd, con sette seggi, sarebbe il gruppo più numeroso. Tre i seggi a Campobase, uno a Avs, e uno a Casa autonomia.eu.

CHI E’ MAURIZIO FUGATTI

Fugatti, «il Fugo» come viene chiamato nel giro della politica trentina, nasce a Bussolengo nel Veronese nel 1972. Già durante l’infanzia si trasferisce a Borghetto (ora Avio) dove cresce, frequenterà la chiesa come chierichetto e dove militerà in una squadra di calcetto locale.

Come ricorda l’edizione online del Corriere della Sera, i primi passi in politica, nella Lega, sono stati ad Avio come consigliere comunale. Nel 2005 diventa il segretario del Carroccio trentino, succedendo a quel Sergio Divina che l’ha sfidato a questa tornata elettorale. Poi nel giro di un anno, il salto di qualità: viene eletto deputato per ben due legislature. Nel periodo a Montecitorio è stato vicecapogruppo della Lega e capogruppo della Commissione Finanza. Saltato un giro elettorale, si arriva al 2018, l’anno in cui l’ascesa salviniana è al suo apice: un vento favorevole che spinge il Carroccio al successo anche in Trentino. Fugatti viene di nuovo eletto deputato a marzo di quell’anno, venendo nominato sottosegretario di Stato per la Salute nel governo Conte I. Un’esperienza molto breve: le provinciali dello stesso ottobre lo vedono trionfare sul democratico Giorgio Tonini.

La ribalta nazionale per Maurizio Fugatti – scrive sempre il quotidiana milanese – è arrivata nei mesi scorsi, in quell’aprile in cui un’orsa ha attaccato il corridore Andrea Papi causandone la morte. La questione dei grandi carnivori e i giudizi sul presidente del Trentino non ha diviso solo la provincia autonoma, ma l’Italia intera. Eppure, sebbene fino a poco fa il nome del governatore non poteva certo essere elencato tra quelli più riconosciuti della Lega, la sua carriera politica non è certo iniziata alla vigilia delle elezioni provinciali del 2018, anno in cui – per primo nella storia del Trentino – riuscì a sedersi a Piazza Dante in qualità di leader di una coalizione di centrodestra.

A BOLZANO REGNA L’INCERTEZZA, CROLLO SVP E FDI SFIORA IL 20%

In Alto Adige regna il caos, una situazione di incertezza e instabilità che non si era mai registrata. Crollo del Südtiroler Volkspartei, ai minimi storici nonostante si confermi primo partito. Crollo anche della Lega (nella giunta uscente insieme a Svp) ed exploit di Fratelli d’Italia che per la prima volta diventano il primo partito di lingua italiana in Sudtirolo.

Sarà difficile formare una nuova maggioranza e, quindi, una nuova giunta (considerato che per le regole statutarie almeno un assessore dovrà essere italiano). Crescono la destra tedesca secessionista e i no vax.

IN ALTO ADIGE ALLEANZA SECESSIONISTI-NAZIONALISTI O NUOVE ELEZIONI?

Cosa accadrà adesso? A sinistra i numeri sono risicatissimi e il presidente uscente Arno Kompatscher è uomo di sinistra: difficile per lui guidare un governo di destra estrema. La Svp, ha detto Kompatscher, “con umiltà e responsabilità” affronterà il compito di formare la nuova giunta. “Dobbiamo recuperare il voto tradizionale della Svp nelle zone rurali”, ha aggiunto.

Nel frattempo il deputato di Fdi e presidente della Commissione dei Sei Alessandro Urzì tende una mano, sostenendo che un governo provinciale con Svp è possibile attraverso un “accordo di programma”.

Tra le ipotesi che iniziano a girare anche quello di un ritorno alle urne se l’instabilità dovesse farla da padrona. Molti si chiedono infatti come potrebbero governare insieme secessionisti e nazionalisti, se arriveranno a snaturarsi pur di provare a dare un governo alla provincia di Bolzano. Ne vedremo delle belle.

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