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Chi è Salvatore Ruggeri, l’ex senatore pugliese arrestato oggi

Salvatore Ruggeri

Già nel 2017, da assessore al Welfare per Michele Emiliano, Salvatore Ruggeri era stato coinvolto in un’inchiesta per corruzione per una nomina ma la vicenda era poi finita con un’archiviazione. Centrista, da sempre presente nel panorama politico salentino e regionale ma anche imprenditoriale nel settore metallurgico

Salvatore Ruggeri, in Puglia meglio noto come Totò, una lunga carriera politica alle spalle – come parlamentare e assessore regionale – tra le file dell’UDC (in Puglia è stato il segretario regionale), e pure imprenditoriale. Amministratore unico di numerose imprese, della TO.MA Spa e della Ruggeri Service, ma anche della Azeta Srl, della Giit Srl, e della Atlantis Srl, tutte con sede in Muro Leccese, dove è nato 72 anni fa, oggi è finito ai domiciliari, coinvolto in un’inchiesta giudiziaria della Procura di Lecce che gli contesta svariati reati: corruzione, traffico di influenze e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico. È accusato di aver chiesto (e ricevuto) sesso, aragoste e casse di vino in cambio di posti di lavoro.

Centrista da sempre, era arrivato in Parlamento prima nella XV legislatura come senatore e in quella successiva come deputato. Negli anni da onorevole, tra il 2006 e il 2008 è stato anche componente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata. Aveva provato, mancandolo, un terzo mandato da parlamentare, quindi si era riciclato come assessore al Welfare per Michele Emiliano, sostituendo il cognato Salvatore Negro, scomparso prematuramente. Ha ottenuto varie onorificenze, tra le quali il riconoscimento di Cavaliere prima, Commendatore poi e infine di Grande Ufficiale della Repubblica.

Salvatore Ruggeri era stato anche indagato da assessore insieme al presidente di Regione Emiliano per corruzione in merito alla nomina del commissario dell’azienda per i servizi alla persona “Castriota e Corropoli” di Chieuti, ma per lui e per il presidente era arrivata in seguito l’archiviazione. Ora, riportano diversi giornali, l’ex senatore di 72 anni è “considerato al centro di un sistema di corruzione che avrebbe attraversato vari ambiti, quello sanitario e della procreazione assistita, dei concorsi pubblici, dei consorzi di bonifica, per finire alla gestione del bacino elettorale”.

L’inchiesta, che coinvolge in tutto 21 indagati tra cui anche i sindaci di Scorrano e di Otranto, nasce da una costola di una indagine maggiore sull’appalto per il poliambulatorio di Martano che nel 2020 portò agli arresti di due funzionari Asl. Oggi la guardia di finanza ha eseguito 11 misure cautelari personali, tra cui cinque di arresti domiciliari, con le accuse a vario titolo di corruzione per esercizio della funzione, falsità ideologica, corruzione elettorale, traffico di influenze illecite.

Oltre a Ruggero, ai domiciliari è finito anche anche Antonio Renna, commissario straordinario dei Consorzi di Bonifica Ugento Li Foggi e Arneo, oggi collaboratore della Provincia di Lecce per la gestione dei fondi Pnrr, accusato di falso e corruzione. Stessa misura per l’ex consigliere regionale Mario Romano e il figlio Massimiliano, assessore al Comune di Matino, ed Emanuele Maggiulli , responsabile dell’area tecnica del Comune di Otranto. Obbligo di dimora per il neo sindaco di Scorrano Mario Pendinelli mentre al sindaco di Otranto Pierpaolo Cariddi è stato notificato un divieto di dimora .

Svariati i reati ascritti all’ex senatore e imprenditore nel campo metallurgico: secondo l’accusa, Ruggeri avrebbe versato 16 mila euro in due trance a procacciatori di voti per sostenere l’elezione di Pendinelli alle regionali del 2020, promettendo anche posti di lavoro. In tutto, sono contestati undici episodi di corruttela, dal 2019 al maggio 2021, sette dei quali al solo Ruggeri che per i suoi favori avrebbe ricevuto da un imprenditore balneare vari ‘regali’: da casse di pesce fresco a bottiglie di pregio, perfino prestazioni sessuali da una donna cui era stata fatta la promessa di un posto di lavoro in un distretto sanitario.

Attualmente – scrive Repubblica – è considerato tra i promotori del progetto politico dei “Popolari con Emiliano”, una delle liste che ha supportato il presidente nell’ultima elezione. Un patto federativo tra “Puglia popolare di Massimo Cassano” e “Popolari con Emiliano”. In rappresentanza di questa forza politica, nel 2021, l’ex assessore ha ottenuto la nomina di componente del consiglio di amministrazione di Acquedotto Pugliese.

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