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Chi saranno gli alleati dei 5 Stelle alle elezioni europee?
Di Maio oggi a Roma ha tenuto una conferenza stampa con i leader delle quattro forze. Altri ne arriveranno. Frenata su gilet gialli: “No ai violenti”
Dalla lotta alla casa ai diritti dei piccoli agricoltori, dalle posizioni anti-abortiste alla critica all’Ue e alla Nato. I primi quattro alleati del Movimento 5 stelle alle elezioni europee sono partiti molto diversi tra loro, accomunati dalla fede nella democrazia diretta e dalla volontà di una “nuova Europa”. Di Maio oggi a Roma ha tenuto una conferenza stampa con i leader delle quattro forze.
UN GRUPPO AUTONOMO “AGO DELLA BILANCIA”
Dopo le elezioni, ha spiegato il leader M5s, l’idea è quella di formare un gruppo autonomo che sia “ago della bilancia” al Parlamento di Strasburgo. I regolamenti, però, richiedono un minimo di sette forze politiche per farlo. “Abbiamo contatti con altre forze politiche che si uniranno presto a questo progetto”, ha detto Di Maio, chiudendo però le porte alle frange più estreme dei gilet gialli: “C’è una interlocuzione con questa realtà complessa ma non abbiamo intenzione di dialogare con quell’anima che parla di guerra civile e lotta armata”.
L’ALLEATO CROATO
In Croazia l’alleato pentastellato è il partito Zivi Zid (Scudi umani), nato nel 2014 per difendere il diritto alla casa dei cittadini. Il leader è Ivan Vilibor Sincic, che si è presentato al primo turno delle presidenziali nel 2014, arrivando terzo con il 16,4% dei voti. Il nome del partito nasce dalle barriere umane organizzate per impedire gli sfratti. Le altre battaglie principali del partito sono per il rafforzamento della democrazia diretta, in particolare dei referendum, contro il sistema speculativo finanziario, per l’abbandono della Nato. Zivi Zid si caratterizza anche per la sensibilità sui temi ambientali e chiede il bando totale dei prodotti Ogm per rilanciare le eccellenze dell’agricoltura. “Vogliamo rendere l’Europa ai popoli, toglierla dalle mani della burocrazia europea e delle banche”, ha spiegato Sincic.
KUKIZ’15 IN POLONIA
In Polonia Di Maio ha scelto Kukiz’15, fondato nel 2015 da Pawel Kukiz, candidato alle elezioni presidenziali dove ottenne il 21% arrivando terzo. Cantante e attore, Kukiz si è espresso più volte contro l’aborto e l’adozione da parte degli omosessuali. Il suo partito, euroscettico, nazionalista e fautore della democrazia diretta, ha ottenuto 42 seggi alla Camera dei deputati e ha cooperato con il partito di estrema destra Ruch Narodowy. La battaglia principale è la proposta di riformare il sistema elettorale polacco passando dal proporzionale ai collegi uninominali. “Rifiutiamo – ha detto Kukiz – destra e sinistra, sono divisioni fittizie, bisogna dividere tra onesti e disonesti. Basta con l’aristocrazia europea, costruiamo una nuova Europa, non un’Europa di burocrazia e corruzione”.
INTESA CON LIIKE NYT IN FINLANDIA
In Finlandia il M5s ha trovato l’intesa con Liike Nyt (Movimento Adesso), di stampo liberale e fortemente orientato alla democrazia partecipativa, fondato nell’aprile 2018 a Helsinki dal deputato Harry Harkimo. Il primo obiettivo è quello di incrementare l’uso delle piattaforme digitali per dar voce ai cittadini. In tema economico punta alla difesa dello stato sociale e dell’economia di mercato e alla tutela delle piccole e medie imprese. “Vogliamo una democrazia diretta in cui i cittadini possono decidere direttamente, siamo per la libertà politica”, ha spiegato la cofondatrice Karolina Kahonen.
L’ALLEATO GRECO
In Grecia il riferimento è Akkel (Partito dell’agricoltura e allevamento) fondato nel 2014 da Evangelos Tsiobanidis. Il movimento ha naturalmente particolarmente a cuore gli interessi dei piccoli produttori, pescatori e coltivatori diretti ed è contrario agli accordi di libero scambio come il Ceta ma anche alle sanzioni contro la Russia. “La Grecia non è più una nazione indipendente ma occupata come nella seconda guerra mondiale dai nazisti, occupata da interessi di altri Paesi dell’Ue e della Nato”, ha denunciato oggi Tsiobanidis.
Le forze politiche del nuovo gruppo presenteranno un loro manifesto in dieci punti (tra gli altri riforma delle istituzioni comunitarie togliendo poteri alla commissione; democrazia diretta; lotta alle lobby; promozione del made in e tutela delle produzioni locali; tutela della salute e dell’ambiente) ma ognuna avrà anche un proprio programma. Il manifesto non è stato ancora definito, in attesa degli alleati che arriveranno.