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Chiusure domenicali: cosa è scritto nei disegni di legge alla Camera

Negozi

In commissione Attività produttive alla Camera vanno avanti i lavori sul provvedimento che punta a limitare le chiusure domenicali degli esercizi commerciali

Sarà la commissione Attività produttive della Camera a partorire il testo del provvedimento sulle chiusure domenicali dei negozi che poi affronterà l’iter parlamentare. Il deputato leghista Andrea Dara, relatore in commissione, dovrà trovare la quadra tra ben sette proposte di legge – di cui due sostanzialmente uguali – presentate tra maggio 2013 e ottobre 2018. Si va da quella più restrittiva, del Consiglio Regionale delle Marche, a quella più recente e liberale, presentata da Forza Italia. Tranne le pdl del Partito democratico e di FI tutte prevedono una stretta – più o meno forte – sulle aperture di domenica e nei giorni festivi. L’obiettivo è quello di superare la liberalizzazione avvenuta con il decreto legge 201 del 2011, il cosiddetto Salva Italia del governo Monti.

PDL DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLE MARCHE

In particolare, la proposta del Consiglio della Regione Marche prevede l’obbligo della mezza giornata di chiusura infrasettimanale e la possibilità di apertura domenicale e festiva per non più di dodici giornate l’anno, escluse le festività di Capodanno, Epifania, Pasqua, Lunedì dell’Angelo, Anniversario della Liberazione, Festa del lavoro, Festa della Repubblica, Ferragosto, Tutti i Santi, Immacolata Concezione, Natale e Santo Stefano. Importanti limitazioni sono chieste anche per le attività commerciali che somministrano alimenti e bevande, ovvero bar e ristoranti. Per definire le aperture, le Regioni sono chiamate a disporre un Piano triennale tenendo in considerazione la vocazione turistica del territorio e le esigenze della clientela del settore.

PDL DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE

In quanto a restrizioni segue per quantità la pdl del Movimento Cinque Stelle, primo firmatario Davide Crippa, che su questo tema spinge da tempo. In sostanza si opta per turni a rotazione per aprire i negozi di domenica e nei giorni festivi secondo un Piano adottato dalle Regioni, d’intesa con gli enti locali e dopo aver sentito il parere dei comitati locali e delle organizzazioni di categoria, dei lavoratori e dei consumatori. Vengono esclusi dall’obbligo di chiusura domenicale e festiva campeggi, alberghi, bar e ristoranti, così come gli esercizi commerciali che si trovano in località turistiche o in città d’arte. Inoltre, viene proposta l’istituzione di un Osservatorio presso il Mise così da verificare gli effetti della regolamentazione delle aperture domenicali e festive previste dalla legge.

PDL DELLA LEGA

È la presidente della commissione Attività produttive a Montecitorio, Barbara Saltamartini, la prima firmataria della proposta leghista che pone l’obbligo di 8 aperture l’anno, 4 domeniche a dicembre e altre quattro a scelta tra domeniche o festività durante gli altri mesi. Nessun obbligo, invece, per i piccoli esercizi nelle località turistiche e nei Comuni montani e per le attività commerciali balneari. Anche in questo caso alle Regioni è affidata l’adozione di un Piano che regoli orari di apertura e di chiusura e che individui i giorni e le zone del territorio in cui i negozi restano aperti.

PDL DI INIZIATIVA POPOLARE

Questa proposta di legge, presentata a maggio 2013, restituisce alle Regioni la competenza a disciplinare gli orari degli esercizi commerciali e dei pubblici esercizi “consentendo – si legge – il ripristino di una disciplina più equilibrata e rispondente alle realtà territoriali, a tutela delle società locali e del lavoro autonomo e dipendente”.

PDL DEL PARTITO DEMOCRATICO

La proposta presentata dal Pd e firmata da Gianluca Benamati e altri è stata poi ripresa da Leu, primo firmatario Guglielmo Epifani. Con il provvedimento in questione non vengono posti limiti ad aperture e chiusure degli esercizi commerciali eccezion fatta per 12 festività nazionali (Capodanno, Epifania, Liberazione, Pasqua, Lunedì dell’Angelo, Festa del Lavoro, Festa della Repubblica, Ferragosto, Ognissanti, Immacolata Concezione, Natale e Santo Stefano) e comunque ogni esercente può decidere di non sospendere l’attività, in deroga alle disposizioni, fino a sei giorni per i quali è prevista la chiusura obbligatoria. In tal caso occorre però fornire preventiva comunicazione al Comune competente per territorio secondo termini e modalità stabiliti con decreto del ministro dello Sviluppo economico. Il Pd infine chiede di istituire un Fondo per il sostegno alle micro imprese attive nel settore del commercio al dettaglio.

PDL DI FORZA ITALIA

Presentata da Catia Polidori e altri, la proposta azzurra ha come obiettivo quello di “garantire il diritto dei lavoratori al riposo domenicale e festivo e alla conciliazione del lavoro e della famiglia” ma anche a “tutelare la competitività delle imprese commerciali”. Dunque non si pongono limiti o divieti stante il fatto che si evidenzia come i lavoratori con responsabilità famigliari abbiano il diritto a conciliare il tempo vita-lavoro secondo modalità stabilite nei contratti collettivi di lavoro che assicurano ai lavoratori del settore del commercio un numero di riposi settimanali domenicali non inferiore a un terzo nelle domeniche dell’anno. Nella pdl si prevede però che il lavoratore possa chiedere una deroga a tale limite.

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