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Mollicone

Come (non) cambiano i presidenti delle commissioni parlamentari

Conferme in vista per le commissioni parlamentari di Camera e Senato, soltanto qualche piccolo ritocco, Verso le conferme di Mangialavori e Mollicone

Nonostante i sette mesi di ritardo, il rinnovo delle presidenze delle 14 Commissioni permanenti della Camera e delle dieci del Senato non porterà a grandi rivoluzioni. Secondo quanto trapela da ambienti parlamentari alla vigilia del voto, come riferisce l’Ansa, ogni gruppo politico sembra intenzionato a confermare i presidenti attualmente in carica. I messaggi interni invitano a mantenere la continuità, e non si prevede al momento alcun cambio significativo, nonostante il voto a scrutinio segreto possa sempre riservare sorprese.

UNICO RITOCCO PREVISTO AL SENATO, GIRO DI POLTRONE IN FI

L’unica modifica concreta sembra destinata a riguardare la Commissione per le Politiche Ue di Palazzo Madama. Pierantonio Zanettin (Forza Italia) dovrebbe lasciare la vicepresidenza, in quanto recentemente nominato presidente della Commissione Banche. Il suo posto dovrebbe essere preso da Roberto Rosso (sempre di FI), che a sua volta lascerebbe il ruolo di segretario nella IX Commissione al collega di partito Dario Damiani. Un semplice gioco di sostituzioni interne, dunque, che non altera i delicati equilibri politici del Senato.

NESSUN CAMBIO IN COMMISSIONE BILANCIO DELLA CAMERA

A discapito dei rumors, sembra definitivamente sfumata l’ipotesi di un avvicendamento alla guida della commissione Bilancio della Camera, presieduta da Giuseppe Mangialavori (FI). Nonostante alcune perplessità circolate negli scorsi mesi, legate ai suoi impegni in Calabria, Mangialavori – vicino alla vicepresidente del Senato Licia Ronzulli – dovrebbe rimanere al suo posto. Tra i possibili successori erano stati fatti i nomi di Francesco Cannizzaro, Mauro D’Attis e Roberto Pella, ma le logiche di equilibrio tra correnti interne e territori sembrani aver dissuaso da qualsiasi modifica.

MOLLICONE RIMANE ALLA CULTURA, NESSUN AVVICENDAMENTO IN CASA LEGA

Per ragioni simili, anche Federico Mollicone (Fratelli d’Italia) dovrebbe restare saldo alla guida della commissione Cultura di Montecitorio, smentendo così le indiscrezioni che lo volevano in uscita. Lo stesso vale per la Lega al Senato: Massimiliano Romeo dovrebbe rimanere capogruppo nonostante alcune voci che indicavano una possibile sostituzione con Roberto Marti, attuale presidente della commissione Cultura, che sarebbe stato rimpiazzato a sua volta da Andrea Paganella. Ma all’interno del Carroccio si minimizzano le motivazioni alla base di tale ipotesi: “Se il criterio è il doppio incarico, allora si dovrebbe cambiare anche Riccardo Molinari, che è capogruppo alla Camera e segretario del partito in Piemonte”. In definitiva, ogni possibile spostamento, anche minimo, viene valutato con estrema cautela. La linea prevalente appare quella della continuità, almeno fino a nuovo ordine.

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