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Corte Costituzionale, Marta Cartabia eletta presidente. Per la prima volta una donna

riforma giustizia cartabia

Marta Cartabia eletta nuovo Presidente della Corte Costituzionale. L’articolo di Luca Martino

Per la prima volta una donna arriva al vertice della Corte costituzionale. I giudici della Consulta hanno eletto presidente la giurista cattolica Marta Cartabia.

Ha ottenuto 14 voti su 15: quello mancante è il suo, perché ha fatto sapere di essersi astenuta. Confermati come vicepresidenti i giudici Aldo Carosi e Mario Morelli.

IL PROFILO

Marta Cartabia originaria della provincia di Milano, ha 56 anni, sposata con tre figli è tra i più giovani presidenti che la Consulta abbia avuto.

È docente di diritto costituzionale all’Università Bicocca di Milano e ha un profilo internazionale per studi e pubblicazioni.

Ha insegnato e fatto attività di ricerca in diversi atenei in Italia e all’estero, anche negli Stati Uniti.

Allieva di Valerio Onida, Marta Cartabia si laurea con lui (che poi diventerà presidente della Corte costituzionale) nel 1987, all’Università degli studi di Milano, discutendo una tesi sul diritto costituzionale europeo.

LA CORTE COSTITUZIONALE

Alla Corte costituzionale arriva nel 2011 su nomina dell’allora capo dello Stato Giorgio Napolitano, dal 2014 vicepresidente. È la terza donna dopo Fernanda Contri e Maria Rita Saulle ed è una dei giudici costituzionali più giovani della storia della Consulta.

A volerla, a soli 48 anni, è il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ne apprezza l’attività di autrice e studiosa particolarmente impegnata sulla tematica dell’integrazione dei sistemi costituzionali europei e nazionali, così come nella materia dei diritti fondamentali nella loro universalità.

Di lei ha grande stima anche l’attuale capo dello Stato Sergio Mattarella: i due hanno condiviso l’esperienza di giudici costituzionali per alcuni anni, in cui sono stati anche vicini di casa, nella foresteria della Consulta.

MANDATO BREVE

Sarà un mandato breve — di nove mesi appena — che scadrà il 13 settembre del 2020, visto che è stata nominata alla Consulta il 13 settembre del 2011 e l’ufficio di giudice costituzionale non può durare più di nove anni.

MA DA APRIPISTA

“Ho rotto un cristallo — le sue prime parole — spero di fare da apripista. Spero di poter dire in futuro, come ha fatto la neopremier finlandese, che anche da noi età e sesso non contano. Perché in Italia ancora un po’ contano”.

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