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Cosa chiede chi vuole una riforma del settore del gioco
Secondo alcune categorie la riforma del gioco pubblico non può più attendere
Le norme che regolavano il settore sono ormai obsolete e inadeguate rispetto alla rapida evoluzione che ha caratterizzato il mercato negli ultimi anni. Infatti, l’ultimo tentativo serio di riforma dell’impianto delle concessioni per la gestione e distribuzione si è arenato nel 2018. Un immobilismo che ha aperto la porta a problematiche che mettono a rischio la trasparenza e la qualità del gioco. È quanto hanno sostenuto Federazione Italiana Tabaccai (FIT), il Sindacato Totoricevitori Sportivi e AGIC, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta oggi a Roma, durante la quale è stato annunciato l’avvio di un tavolo di confronto permanente tra le associazioni per trovare soluzioni da proporre al Governo per il progetto di Riordino del settore.
GIOCO, QUALE RIFORMA
La domanda di gioco pubblico nel Paese è responsabile, ma le norme che regolano il gioco pubblico sono superate. Per questa ragione, le organizzazioni maggiormente rappresentative dei concessionari del gioco pubblico e di tabaccai-ricevitori chiedono al Governo nuove regole e investimenti per assicurare la qualità del gioco e la trasparenza, contrastando così le infiltrazioni di organizzazioni criminali e l’offerta illegale.
La debolezza dell’impianto normativo che regola il settore, però, non è solo responsabilità dei Governi che si sono succeduti negli ultimi anni. Infatti, parte della colpa ricade anche sugli operatori, secondo Massimo Passamonti, Responsabile Relazioni istituzionali di Sisal.
“Le responsabilità da parte del settore sono evidenti, perché non c’è mai stata una condivisione sufficiente. Il mercato doveva essere consolidato e regolato in modo serio per evitare molte conseguenze, che si sono verificate poiché le norme sull’attività dei concessionari di gioco non erano più adeguate alle novità nel mercato”, ha affermato Passamonti.
“Il Governo ha avviato la riforma partendo dall’online definendo anche le linee guida per il retail. Il tavolo costituito oggi dovrà seguire anche il riordino del terrestre. Per l’online, riteniamo il costo di 7 milioni di euro congruo. Un altro punto su cui ragionare è l’aumento del canone. Per quanto riguarda l’online andremo sempre di più verso l’omnicanalità, un trend che verrà spinto dai punti di ricarica”, ha sottolineato Michele Sessa, Business Unit Director di Snai.
IL TAVOLO PERMANENTE SUL GIOCO
Parte il tavolo permanente che riunirà le organizzazioni maggiormente rappresentative dei concessionari del gioco pubblico e di tabaccai-ricevitori. L’obiettivo è formulare proposte per l’evoluzione qualitativa e innovativa del settore del gioco italiano.
Obiettivi che sono più vicini grazie all’articolo 15 della Delega Fiscale, “norma che contiene il riferimento alla stabilità finanziaria della gestione della concessione. Una cosa fondamentale che non è mai stata considerata. Abbiamo pianto lacrime amare per quanto riguarda i livelli di tassazione dei prodotti che vendevamo perché cambiava l’equilibrio economico delle varie concessionarie. La stabilità finanziaria è importante perché conferma che viene garantita solo in cambio di investimenti per offrire una qualità della raccolta di gioco, un rafforzamento della trasparenza”, ha detto Passamonti.
“Il tavolo comune con FIT-STS è stato avviato per affrontare insieme le sfide che si trova a vivere il settore. L’auspicio è che il processo di riforma, dopo l’online, si completi rapidamente anche con la riorganizzazione del mercato del retail”, ha affermato Gennaro Schettino, in rappresentanza di Agic – Associazione gioco e intrattenimento in concessione.
LE PROPOSTE
Il distanziamento fisico ha penalizzato giocatori e tabaccai, secondo Emiliano Zamparelli, Presidente di STS. Per questa ragione, il rappresentate del Sindacato Totoricevitori Sportivi ha proposto una modifica del sistema di gioco, “non più fisico, ma tutto deve partire dalla rete”.
“La questione territoriale ha fortemente penalizzato giocatori e mercato. La tutela del consumatore non è stata garantita con il distanziometro. È stato uno strumento inefficace. Le Regioni che lo hanno abbandonato hanno considerato le tabaccherie una rete professionale. Ritengo che debba essere rivisto e declinato in modo diverso, tenendo conto della professionalità della rete”, ha aggiunto Zamparelli.
Il Presidente della Federazione Italiana Tabbaccai, Mario Antonelli, ha sottolineato invece l’importanza di affidare la “raccolta ai tabaccai ricevitori, che sono concessionari diretti dello Stato, nonché alle reti generaliste e specializzate che garantiscano requisiti soggettivi e oggettivi”.