skip to Main Content

Cosa si sono detti Bill Gates e padre Benanti sull’Intelligenza artificiale

Gates Benanti

Incontro a Palazzo Chigi tra Bill Gates con la premier Meloni e padre Benanti sull’intelligenza artificiale tra riflessioni, previsioni, rischi e opportunità 

A Palazzo Chigi si è svolto un incontro per certi versi inusuale. Il fondatore di Microsoft, Bill Gates, ha incontrato la premier Giorgia Meloni e padre Paolo Benanti, presidente della commissione AI per il Dipartimento informazione ed editoria (dopo le dimissioni di Giuliano Amato). Un incontro che ha avuto al centro il tema dell’intelligenza artificiale, uno dei temi principali dell’agenda del G7 italiano.
Possiamo immaginare cosa si siano detti Gates e padre Benanti riproponendo il loro pensiero sul tema dell’Intelligenza artificiale.

L’OTTIMISMO DI BILL GATES SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Il fondatore di Microsoft in questi giorni è stato a Davos, realizzato varie interviste e domani sarà ricevuto dal presidente della Repubblica Mattarella.

Non è un segreto che Bill Gates sia ottimista nei confronti dell’intelligenza artificiale, ma ora prevede che la tecnologia sarà trasformativa per tutti entro i prossimi cinque anni.
Per Gates, come ha spiegato in un’intervista a Bloomberg Tv, “l’Intelligenza artificiale è il più grande salto in avanti della nostra epoca in termini di produttività” che porterà infatti a un aumento della produttività per tutti i lavoratori: dai “colletti bianchi” ai lavoratori delle industrie manifatturiere.

L’ascesa dell’intelligenza artificiale ha suscitato il timore che la tecnologia eliminerà milioni di posti di lavoro in tutto il mondo. Il Fondo monetario internazionale ha riferito questa settimana che circa il 40% dei posti di lavoro in tutto il mondo potrebbero essere colpiti dall’aumento dell’intelligenza artificiale.

Gates non è necessariamente in disaccordo, ma crede che la storia mostri che con ogni nuova tecnologia arrivano la paura e poi nuove opportunità. E lo ha ribadito martedì, in un’intervista alla CNN: “Come nel caso della produttività agricola nel 1900, le persone si chiedevano: ‘Ehi, cosa faranno le persone?’ In effetti, sono state create molte cose nuove, molte nuove categorie di lavoro e stiamo molto meglio.” rispetto a quando tutti lavoravano nei campi. Sarà così”.

GATES: “L’IA RENDERA’ PIU’ SEMPLICE LA VITA DI TUTTI. PAURE MA ANCHE NUOVE OPPORTUNITA’”

Il fondatore di Microsoft ha preannunciato che l’intelligenza artificiale renderà la vita di tutti più semplice, puntando in particolare ad aiutare i medici a svolgere le loro pratiche burocratiche. Poiché non c’è bisogno di “molto nuovo hardware”, Gates ha affermato che l’accesso all’intelligenza artificiale avverrà tramite “il telefono o il PC con la connessione Internet che già si possiede”.

Ha aggiunto che i miglioramenti con ChatGPT-4 di OpenAI sono stati “drammatici” perché può “essenzialmente leggere e scrivere”, quindi è “quasi come avere un impiegato che faccia da tutor, che dia consigli sulla salute, che aiuti a scrivere codice, che aiuto con le chiamate di supporto tecnico. Ha detto che incorporare quella tecnologia nel settore dell’istruzione o in quello medico sarà “fantastico”.

Microsoft ha una partnership multimiliardaria con OpenAI. Gates rimane uno dei maggiori azionisti di Microsoft.

RIFLESSIONI E PROPOSITI DI BILL GATES NELLA LETTERA DI FINE ANNO

Nella consueta lettera di fine anno pubblicata sul suo blog, ha condiviso inoltre alcune riflessioni e previsioni audaci sull’impatto che l’intelligenza artificiale avrà nei prossimi anni.
“Quest’anno – ha scritto il 19 dicembre- ci ha dato un’idea di come l’intelligenza artificiale plasmerà il futuro e, mentre il 2023 volge al termine, penso più che mai al mondo che i giovani di oggi erediteranno. Nella lettera dell’anno scorso, ho scritto di come la prospettiva di diventare nonno mi ha fatto riflettere sul mondo in cui nascerà mia nipote. Ora sto pensando di più al mondo che erediterà e a come sarà tra decenni, quando la sua generazione sarà al comando.

Posso iniziare a immaginarmelo: gli strumenti che utilizzerà, i modi in cui rimarrà in contatto con i suoi cari, i problemi che queste innovazioni aiuteranno a risolvere. Ora abbiamo un’idea migliore di quali tipi di lavori l’intelligenza artificiale sarà in grado di svolgere da sola e per quali fungerà da copilota”.

BILL GATES: “L’IA PER MIGLIORARE L’ACCESSO ALL’ISTRUZIONE, ALLA SALUTE MENTALE”

Ed è più chiaro che mai come l’intelligenza artificiale possa essere utilizzata per migliorare l’accesso all’istruzione, alla salute mentale e altro ancora. Mi motiva ad assicurarmi che questa tecnologia aiuti a ridurre – e non contribuisca a – le terribili disuguaglianze che vediamo in tutto il mondo. Ho sempre creduto fermamente nel potere dell’innovazione per offrire a ogni bambino le stesse possibilità di sopravvivere e prosperare. L’intelligenza artificiale non fa eccezione”.

In ambito medico, Gates menziona poi diversi progetti che stanno utilizzando l’IA per affrontare problematiche come la resistenza agli antibiotici, le gravidanze ad alto rischio e la valutazione del rischio di contrarre l’HIV. Gran parte di questo lavoro è però ancora in una fase preliminare e non darà frutti concreti prima della fine del decennio. Quando ciò accadrà, secondo Gates si assisterà ad un “boom tecnologico” senza precedenti in ambito medico.

Per quanto riguarda l’istruzione, Gates aveva già previsto in passato che l’IA avrebbe potuto rivoluzionare l’apprendimento personalizzando i contenuti in base allo stile cognitivo di ciascuno studente. Oggi definisce gli strumenti educativi basati su IA attualmente in fase di test come “strabilianti” e destinati a migliorare ulteriormente. L’aspetto più promettente è la possibilità di contestualizzare questi strumenti per studenti provenienti da background culturali molto diversi.

Gates ritiene che nei Paesi ad alto reddito, come gli Stati Uniti, manchino solo 18-24 mesi prima che l’IA venga adottata diffusamente. Anche se prevede qualche ritardo nell’adozione diffusa nei paesi africani, si aspetta comunque di vedere livelli simili di utilizzo entro circa tre anni.

PADRE BENANTI: “L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE VA GESTITA CON CRITERI DI GIUSTIZIA SOCIALE”

In una recente intervista a vaticannews.va, ecco il pensiero di padre Paolo Benanti, “uno dei maggiori esperti” di intelligenza artificiale, teologo e filosofo, francescano del Terz’Ordine Regolare e consigliere di Papa Francesco in materia. Ad ottobre, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, lo ha chiamato a far parte del Comitato ONU di esperti sull’Artificial Intelligence (AI) che proprio.

Nell’intervista con i media vaticani, di cui riportiamo alcuni stralci, Benanti si è soffermato sugli aspetti etici oltre che tecnologici dell’AI e indica il contributo che la Chiesa, “esperta in umanità”, può dare al dibattito sull’Intelligenza Artificiale.

Per padre Benanti, “più che avere davanti una vera e propria rivoluzione, abbiamo una evoluzione della Rivoluzione industriale” e “se la prima Rivoluzione industriale ha impattato i colletti blu rendendoli meno necessari nel processo produttivo, l’Intelligenza Artificiale può impattare e impatterà tantissimo sui colletti bianchi, cioè su quei lavori che formano la classe media e, se non la gestiamo secondo dei criteri che sono dei criteri anche di giustizia sociale, gli effetti potrebbero essere veramente devastanti o quanto meno molto forti nella capacità di coesione degli Stati democratici”.

PADRE BENANTI: “SERVONO ‘GUARDRAIL’ ETICI, IL ‘MANINO’ DELL’IA SOLO IN MANO ALL’UOMO’

Benanti ha parlato della necessità di dotarsi di “‘guardrail etici’ molto ampi, perché appunto il fine non giustifica i mezzi” e che il “‘nuovo manico’ dell’Intelligenza Artificiale, cioè la scelta dei fini adeguati, deve e può essere solo in mano all’uomo”. Il teologo si è detto anche impressionato del successo che ha avuto ChatGpt. “È stata l’App più scaricata di sempre. E’ stata l’applicazione che ha invaso la nostra quotidianità digitale. Questa cosa, se da una parte ci dice quanto l’intelligenza artificiale ci affascina, dall’altro ci apre al rischio anche di cattive comprensioni, perché ChatGpt nasce non come prodotto industriale destinato ad essere utilizzato per qualcosa, ma come una sorta di grande demo (versione dimostrativa di un programma ndr) che questa società, OpenAI, ha aperto al pubblico per far vedere la potenza di quello che stava sviluppando”.

I RISCHI E I VANTAGGI SECONDO IL TEOLOGO

Per padre Benanti “l’Intelligenza Artificiale può funzionare come un moltiplicatore digital divide” e ricorda come “in questo momento le grandi innovazioni dell’intelligenza artificiale vengono fatte da nove compagnie globali, che hanno tutte una capitalizzazione superiore al trilione di dollari. Per renderci conto, tutto il Pil della Gran Bretagna è pari a 3.3 trilioni, quindi parliamo di cifre da capogiro. Insomma, non è un prodotto diffuso, non è una cosa a cui tutti possono arrivare. Si rischia sempre di più una forma di dipendenza da pochissimi monopolisti”.

Per quanto riguarda “i grandi vantaggi per l’umanità di queste tecnologie”, che rientra tra i compiti da individuare da parte dei 39 esperti Onu che si occupano di Intelligenza Artificiale, tra cui proprio Benanti, “pensiamo all’aumento delle capacità di curare, a occasioni in cui si possono creare nuove forme di ricchezza” ma ci sono anche “rischi, non solo per le ineguaglianze che possono aumentare, ma perché (…) noi abbiamo una macchina che è capace di “narrare”, capace di raccontare storie e le storie possono contribuire a formare l’opinione pubblica.

Questa macchina può dunque essere utilizzata per scopi che non sono esattamente positivi, come quelli di aumentare l’odio sociale o creare nemici laddove non esistono”. Infine, la necessità di “un contributo di umanità, di un’umanità che si trova a vivere in un ambiente, in una casa che è il nostro pianeta, e che si trova a vivere da fratelli è un contributo di “umanizzazione” dell’Intelligenza Artificiale, cioè di trasformazione del progresso in autentico sviluppo umano, di cui c’è tanto bisogno oggi”.

Leggi anche: Chi è Padre Benanti, consigliere del Papa sull’IA e ispiratore della Meloni

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top