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Crisi in Francia, crisi in Germania, l’Italia non è più “il malato d’Europa”
Dopo le annunciate elezioni anticipate in Germania, adesso anche la Francia è nel caos. Le Pen e Mélenchon sono pronti a votare la sfiducia al governo guidato da Barnier. L’asse franco-tedesco oramai è debole anche in Europa e, nonostante qualche intoppo di percorso, il governo di Giorgia Meloni continua a reggere con buoni economici a partire dai dati dell’occupazione
Dopo la Germania di Olaf Scholz entrata in crisi e pronta al voto anticipato, oggi i giornali ci dicono che è la Francia ad andare in tilt con Marine Le Pen che vuol sfiduciare il presidente Michel Barnier e Macron che traballa. L’asse franco-tedesco un tempo architrave dell’Europa è più debole che mai e così anche la Commissione Europea rischia di partire azzoppata. “Qui crolla tutto” titola il Tempo, di certo la “Francia è nel caos, pronta la sfiducia al governo Barnier” sottolinea il Corriere della Sera mentre la Stampa dà un ruolo da protagonista a “Le Pen che vuole staccare la spina”.
MACRON IL GRANDE SCONFITTO
“Era già tutto previsto” commenta Tommaso Cerno, direttore del Tempo rubando il titolo di una canzone di Riccardo Cocciante. “Quando il palazzo costruisce a tavolino governi distanti dal significato profondo del risultato elettorale va a finire che vince il Demos e perde la Croazia. E che i governi fanno patatrac”. E in questo disegno Macron ha perso il suo tocco magico. “Le elezioni politiche anticipate a luglio hanno rovinato l’effetto della grande festa per i Giochi di Parigi – racconta nella sua cronaca per Repubblica, Anais Ginori – E ora la crisi di governo spazzerà via il successo della riapertura di Notre-Dame che sarà celebrato tra pochi giorni. Non potendo più contare su una sua solida maggioranza politica, al giovane leader resta la scena internazionale dove ha perso però credibilità e influenza. All’Eliseo molti consiglieri se ne sono andati, e si vocifera persino che il potente segretario generale Alexis Kohler — definito come il “secondo cervello di Macron” — stia preparando le valigie”.
LA TEMPESTA FINANZIARIA MINACCIA PARIGI
Una crisi così rischia di mettere a nudo i problemi, non di oggi, della Francia. Lo scrive nel suo retroscena per la Stampa Danilo Ceccarelli: “spread in salita e debito pubblico alle stelle, il Paese è arischio di una tempesta finanziaria”. Lo spread con i bund tedeschi a dieci anni si è allargato al massimo da un anno e il rendimento degli Oat (i Btp francesi) è salito di diciotto punti base. Male, ancora di più, la Borsa di Parigi, con i titoli francesi che hanno ricoperto le posizioni più basse negli indici europei: colpite dalle vendite soprattutto le banche, a cominciare da Société Générale. Nonostante questo si dice che Macron da giorni abbia già cominciato a pensare al successore di Barnier, circolano i nomi dell’attuale ministro della Difesa Sébastien Lecornu (un altro, come lo era Barnier, giudicato non inviso al RN), dell’eterno centrista François Bayrou o magari dell’ex premier Bernard Cazeneuve, che magari “potrebbe tentare di strappare i socialisti all’abbraccio di Mélenchon per farli collaborare con il centro-destra in una «grande coalizione» alla tedesca” annota Stefano Montefiori per il Corriere della Sera.
IN QUESTO CALVARIO BRILLA LA STELLA DELL’ITALIA
In questo marasma c’è da fare una constatazione, lo scrivono i quotidiani più vicini al governo Giorgia Meloni, Il Giornale e Libero soprattutto, a reggere in Europa sembra essere rimasto solo il governo di Giorgia Meloni. Che è vero che ha le sue litigate interne, soprattutto quelle tra i due vicepremier che si contendono il secondo posto della coalizione, ma nonostante tutto l’esecutivo di destracentro tiene botta e anche ieri la premier con la nomina immediata del neo ministro Tommaso Foti alle Politiche Europee ha fatto vedere il suo piglio decisionista. E lo scrive anche Massimo Franco nella sua nota per il Corriere della Sera: “Rispetto a un’Europa nella quale traballano i governi di Francia e Germania, l’Italia può rivendicare una stabilità inedita e sorprendente: nonostante il fardello del debito pubblico e i malumori per le misure che riguardano sanità e pensioni. I dati sull’occupazione appaiono incoraggianti, e questo basta al governo per bilanciare scenari preoccupanti non solo per il nostro Paese”.