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Vannacci

Da Vannacci a Sardone, ecco la nuova squadra di Salvini

Un generale e una pasionaria tra le new entry della nuova mappa del potere leghista

Scatta la foto ufficiale: Matteo Salvini stringe i ranghi e blinda la Lega. Il Carroccio cambia assetto e lo fa con due nomi che hanno fatto il pieno di voti alle Europee e altrettanto di polemiche sui social. Roberto Vannacci e Silvia Sardone entrano nella squadra ristretta della segreteria federale, affiancando Claudio Durigon e Alberto Stefani come nuovi vicesegretari del partito. Una mossa che fa rumore, perché ridisegna gli equilibri interni e dà un segnale forte al resto della maggioranza. Salvini, riconfermato leader al congresso di Firenze con un mandato fino al 2029, ora può contare su una squadra sicuramente molto più visibile, se più fedele sarà il tempo a stabilirlo.

L’annuncio è arrivato durante il Consiglio federale. Niente che non fosse già nell’aria, soprattutto per Vannacci: il generale paracadutista, diventato simbolo dell’“anticonformismo muscolare” ha sfondato il tetto dei 500 mila voti alle Europee. Sardone, eurodeputata milanese, ha raccolto oltre 75 mila preferenze, diventando la seconda più votata del partito. Due percorsi diversi, ma stessa linea dura, soprattutto sui temi dell’immigrazione e dell’identità. Salvini li premia non solo per i numeri, ma per la sintonia ideologica. E manda un messaggio chiaro: la Lega rimane saldamente ancorata a destra.

LE DUE ‘NEW ENTRY’, VANNACCI E SARDONE

Del generale Roberto Vannacci si sa già tutto. Classe 1968, ex paracadutista con una lunga carriera in missioni internazionali, è salito alla ribalta grazie al suo libro autoprodotto “Il mondo al contrario”, divenuto un caso editoriale con oltre 200mila copie vendute. Il volume ha suscitato forti polemiche per frasi offensive nei confronti di omosessuali, migranti, attirando critiche dal centrosinistra e una dura reazione del ministro della Difesa Guido Crosetto, che avviò un’inchiesta disciplinare culminata con una sospensione di 11 mesi. Parallelamente, Vannacci è stato coinvolto in procedimenti giudiziari per peculato, truffa e istigazione all’odio razziale, legati al suo periodo come addetto militare a Mosca (2021-2022). Nonostante le controversie, ha pubblicato un secondo libro (“Il coraggio vince”) e ha continuato a promuoverlo in tour, alimentando ulteriori polemiche, come la sua dichiarazione sul 25 aprile: “Non mi dichiaro antifascista”. Alle elezioni europee, come detto, ha fatto incetta di voti, contribuendo in maniera significativa al risultato della Lega.

Sardone, come scrive il Giornale, “Ha iniziato giovanissima la sua carriera politica in Forza Italia con la candidatura alle regionali con gli azzurri in Lombardia, ottenendo ben 11mila preferenze. Un bottino di tutto rispetto che la porta ad ambire a un assessorato, poi non arrivato. Viene, però, nominata presidente della Commissione Bilancio ma lascia Forza Italia e nel 2019 sceglie di candidarsi alle elezioni Europee con la Lega, aumentando esponenzialmente le sue preferenze, che in quella tornata elettorale raggiunsero quota 45mila, che sono diventati 70mila e più nel 2024 nella circoscrizione del Nord-Ovest. Una delle grandi battaglie di Sardone riguarda la diffusione del velo islamico come forma di sottomissione femminile. Le sue denunce riguardano spesso anche la deriva assunta da Milano in termini di sicurezza anche a causa dell’immigrazione di massa che ha saturato la città, causando ampie sacche di illegalità”.

LA LEGA CAMBIA STATUTO E SI BLINDA

Con le nuove nomine, i vice diventano quattro, grazie a una modifica dello statuto approvata lo scorso aprile. Alberto Stefani (area nordista) e Claudio Durigon (rappresentante del centrosud) restano in sella. Andrea Crippa, finora vice, lascia il ruolo ma non viene messo da parte: per lui si profila un incarico “di rilievo”, forse la regia delle segreterie territoriali. Salvini lo ringrazia pubblicamente: “Resterà al mio fianco per il bene della Lega”. Il partito si compatta, almeno sulla carta.

MALUMORI E DISTINGUO DENTRO IL PARTITO

Non tutti però applaudono convinti. Il governatore veneto Luca Zaia lancia una frecciatina elegante: “Dobbiamo rappresentare le istanze del popolo”, quasi a mettere in discussione l’investitura di Vannacci. Più freddo ancora Giorgetti, che si limita a dire: “Se lavorerà bene saremo soddisfatti”. Un modo per dire che il tempo del collaudo non è finito.

Intanto resta aperta anche la questione del terzo mandato per il presidente del Trentino, difeso dalla Lega ma avversato da Fratelli d’Italia. Il governo potrebbe impugnare la norma, ma Salvini taglia corto: “Non ne ho la più pallida idea, mi auguro di no”. Segno che i dossier scottanti sono ancora molti e il clima nella maggioranza è tutt’altro che rilassato.

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