Pubblichiamo l’intervento che Natale Di Giovanna, Direttore Commerciale di Municipia (Gruppo Engineering) ha tenuto nell’ambito del panel “Innovazione nella PA: etica, trasparenza, buona amministrazione” dell’Anci
La maggior parte dei Comuni italiani integra l’IA nei propri processi attraverso sperimentazioni isolate, spesso “a macchia di leopardo” e senza una vera strategia. Questa frammentazione rischia di ridurre il valore pubblico generato e di limitare la possibilità di creare un modello scalabile e sostenibile per tutti i territori.
Nei Comuni, l’Intelligenza Artificiale si colloca ancora all’ultimo posto tra le priorità di investimento. In generale, nel contesto della Pubblica Amministrazione, Comuni e Regioni restano i segmenti più in ritardo nell’adozione di soluzioni basate sull’IA. L’attenzione maggiore verso l’AI si concentra sulla relazione con i cittadini, mentre i processi interni restano invariati.
L’IMPORTANZA DI UNA STRATEGIA DI IA
Avere una strategia di intelligenza artificiale non significa solo adottare nuove tecnologie, ma ripensare processi, competenze e organizzazione del lavoro. L’IA è una grande opportunità di innovazione: per essere efficace, deve migliorare produttività e competitività, obiettivi non sempre centrali per la Pubblica Amministrazione, storicamente più attenta a conformità e trasparenza.
Una strategia efficace serve a orientare ricerca e innovazione nella direzione giusta, migliorando l’efficacia prima ancora dell’efficienza dell’azione politica e amministrativa. Le priorità dovrebbero essere definite a livello politico e dirigenziale, declinate dalle funzioni e infine attuate sul piano tecnologico. Spesso, invece, accade il contrario: la tecnologia guida l’azione, senza una visione coerente, con risultati frammentati e difficili da misurare.
DATI E GOVERNANCE: VERSO UNA PA PREDITTIVA
La governance dei dati è una delle aree più critiche per i Comuni. Solo il 33% dichiara di avere una vera strategia dei dati; nei piani di investimento, il tema è al quarto posto, dopo cloud, cybersecurity e citizen experience. Le principali difficoltà riguardano la mancanza di cultura del dato (70%), di competenze adeguate (48%) e l’eterogeneità delle fonti (44%).
Le soluzioni digitali adottate negli ultimi anni hanno permesso di creare basi informative strutturate, ma ciò che ancora manca è un utilizzo dei dati in chiave predittiva, capace di anticipare fenomeni sociali, economici o ambientali. Oggi prevale un approccio reattivo, spesso poco tempestivo rispetto alle criticità o alle evoluzioni del territorio.
Per colmare questo divario serve un salto culturale di tipo manageriale che porti decisori politici e funzionari a concentrarsi sulle scelte strategiche, affidando ai partner privati le attività operative tramite partnership pubblico-privato fondate sul governo dei processi e sul rafforzamento della capacità decisionale.
In questo senso, Municipia lavora su progetti che integrano dati provenienti da servizi urbani, mobilità, ambiente e welfare per supportare decisioni predittive ma eticamente orientate, nel rispetto delle persone e dei contesti locali.
Quando si parla di etica dei dati e trasparenza algoritmica, ci si riferisce al diritto, e alla necessità, di comprendere come funzionano gli algoritmi, quali logiche li guidano e quali dati utilizzano. Nella Pubblica Amministrazione, gli algoritmi implementano normative e regolamenti senza margini di autonomia e i controlli restano affidati all’intervento umano. Paradossalmente, quando una PA affida a un soggetto privato l’esecuzione di un processo, quest’ultimo assume una responsabilità maggiore sugli strumenti utilizzati, a differenza di quanto accade quando l’ente acquista direttamente una tecnologia. In questo caso diventa fondamentale che la PA sappia leggere e comprendere la logica con cui l’algoritmo è stato sviluppato e addestrato, per garantirne la trasparenza e l’affidabilità.

