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Def, ecco parole e numeri di Tria in Parlamento
Il ministro dell’Economia Giovanni Tria in audizione: confermati aumento Iva nel 2020 e Flat tax per il ceto medio. Per il 2019 la previsione di crescita è equilibrata
Il ministro dell’Economia manda segnali rassicuranti: la previsione di crescita per il 2019 è equilibrata. Davanti alle commissioni Bilancio riunite Giovanni Tria si fa portavoce di un governo che guarda al futuro con ottimismo: “Le tendenze dei primi due mesi mostrano dati incoraggianti, la produzione ha invertito il trend negativo e ha segnato due incrementi rilevanti a gennaio e febbraio con l’indice destagionalizzato supriore dell’1,3% al livello medio del periodo precedente” e “segnali posItivi arrivano anche dall’indice del settore terziario”. Se n’è accorto anche l’Ufficio parlamentare di bilancio, evidenzia Tria, che ieri ha “validato il quadro programmatico”. Di sicuro il debito pubblico è ancora elevato, fatto che “rappresenta sia una sfida sia un vincolo principale per la politica di bilancio”. In audizione il titolare di via XX Settembre ha pure confermato l’aumento dell’Iva e la flat tax per i professionisti già nella prossima manovra e la necessità di un cambiamento del modello di crescita in Ue che sia basato più sulla domanda interna.
AUMENTO DELL’IVA
Il ministro dell’Economia, come si diceva, ha confermato “la legislazione vigente in materia fiscale in attesa di definire, nei prossimi mesi, misure alternative“. Dunque si procede con lo scenario tratteggiato nel Def che “incorpora gli incrementi dell’Iva e delle accise dal 2020-2021”. Un incremento, pari a circa 23 miliardi, legato alle clausole di salvaguardia. L’Upb ha infatti avvertito che – se si vorranno sterilizzare le clausole – la prossima manovra partirà già da 25 miliardi di impegni.
FLAT TAX E SISTEMA FISCALE
Confermata anche la Flat tax. “La legge di bilancio del prossimo anno continuerà, nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica definiti nel Def, il processo di riforma della flat tax e di generare semplificazione nel sistema per alleviare il carico fiscale nei confronti del ceto medio” ha detto Tria alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Peraltro, ha aggiunto, “le principali misure di politica fiscale sociale e previdenziale introdotte dal governo, flat tax per i professionisti, reddito di cittadinanza e quota 100 fanno parte della legislazione vigente e i loro effetti sono stimati in modo rigoroso nel Def e contribuiscono a sostenere i consumi delle famiglie e il Pil già nel 2019, sebbene vengano introdotte in corso d’anno”. Tria ha evidenziato come queste misure agiscano attraverso questi “canali”: “L’aumento del reddito disponibile sulle famiglie meno abbienti, che stimolerà i consumi, e, in secondo luogo, l’alleggerimento della pressione fiscale su imprenditori e professionisti, che stimolerà investimenti e occupazione”.
EFFETTI DEL DL CRESCITA E DL SBLOCCA CANTIERI
Il responsabile economico dell’esecutivo ha pure presentato una “valutazione prudenziale dell’impatto macroeconomico” dei decreti Crescita e Sblocca cantieri, di cui ancora non sono stati pubblicati i testi in Gazzetta Ufficiale nonostante l’approvazione “salvo intese” settimane fa in Consiglio dei ministri. Secondo Tria “si prefigura un aumento di 0,1 punti percentuali del tasso di crescita del Pil reale già nell’anno in corso”. A proposito di Pil ha sottolineato che la previsione programmatica “sconta una lieve ripresa in una prima metà dell’anno seguita da incrementi più significativi” nella seconda parte del 2019. Superare l’attuale fase di “bassa crescita dipende dall’evoluzione dell’economia internazionale e dall’efficacia delle politiche di bilancio e di riforma strutturale che stiamo mettendo in atto”.
DEBITO E DEFICIT
Per quanto riguarda il deficit Tria ha assicurato che “in termini strutturali è stimato in costante miglioramento nel triennio in linea con una graduale convergenza verso il pareggio strutturale” mentre “il debito/Pil è salito al 132,2% nel 2018 e salirà di 0,4 punti quest’anno. Tuttavia nel successivo triennio – ha proseguito – si prevede una riduzione di quasi 4 punti percentuali in funzione del miglioramento dell’avanzo primario e della ripresa del tasso di crescita nominale“. Peraltro, ha ricordato il ministro, Palazzo Chigi a dicembre ha anticipato di voler richiedere la flessibilità per infrastrutture e messa in sicurezza del territorio. Comunque, ha rilevato, “gli obiettivi programmatici risultano sostanzialmente in linea con quanto previsto dalle regole europee e nazionali, sebbene puntino a miglioramenti del saldo strutturale più contenuti date le condizioni ancora difficili della nostra economia e al recente peggioramento congiunturale”.
IN UE SI PUNTI SULLA DOMANDA INTERNA PER LA CRESCITA
Rimanendo in zona Bruxelles, come fatto pochi giorni fa dal presidente della commissione Finanze del Senato Alberto Bagnai durante un seminario organizzato da Fratelli d’Italia, Tria ha segnalato la necessità di un “cambiamento a livello europeo per passare a un modello di crescita che, senza pregiudicare la competitività dei Paesi dell’Unione, si basi maggiormente sulla promozione della domanda interna“. Dunque, l’esecutivo pentastellato, “pur nel rispetto dei principi di stabilità e sostenibilità della finanza pubblica continuerà a battersi a livello europeo per una rivisitazione complessiva dell’approccio di politica economica: dalle regole di bilancio, alla politica industriale, commerciale, degli investimenti e dell’innovazione – ha detto ancora -. Intendiamo presidiare tutti i dossier più rilevanti in campo economico”.