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Di chi è la firma sull’aumento dei pedaggi 

Un emendamento che fa discutere e sottoscritto da tutti i relatori di maggioranza

Un aumento dei pedaggi autostradali in tutta Italia: è quello che scatterà dal primo agosto. La misura, destinata a generare un gettito di circa 90 milioni di euro annui, è contenuta in un emendamento al decreto Infrastrutture attualmente in discussione alla Camera. La proposta è firmata da quattro relatori di maggioranza: Massimo Milani e Antonio Baldelli di Fratelli d’Italia, Francesco Battistoni di Forza Italia ed Elisa Montemagni della Lega. Secondo quanto emerge, l’aumento servirà a coprire le maggiori spese dell’Anas, la società pubblica che gestisce una vasta rete stradale e autostradale.

Nel dettaglio, l’emendamento prevede l’integrazione del canone annuo corrisposto ad Anas con un importo calcolato sulla percorrenza chilometrica: un millesimo di euro a chilometro, sia per le auto (classi A e B) sia per i mezzi pesanti (classi 3, 4 e 5). Questo significa che, in media, il rincaro ammonterà a circa 1 euro ogni 1.000 chilometri. Secondo la relazione tecnica allegata, si tratta di una misura “a costo zero per lo Stato”, che permetterà ad Anas di coprire definitivamente un fabbisogno strutturale legato, tra l’altro, al conferimento delle cosiddette “strade di rientro” da parte delle Regioni Veneto e Piemonte e all’aumento dei costi energetici per l’illuminazione pubblica. Il riferimento utilizzato per stimare gli incassi è il volume di traffico registrato nel 2023, pari a circa 87 miliardi di veicoli-chilometro.

LA FIRMA E’ DI TUTTI MA C’E’ IMBARAZZO

Sul piano politico, però, la proposta ha generato più di una frizione. Da Fratelli d’Italia sarebbe trapelato un certo “disappunto” per una misura che molti hanno attribuito inizialmente alla Lega. Ma uno dei relatori, Antonio Baldelli di Fdi (nella foto), ha chiarito pubblicamente: “L’emendamento porta le firme di tutti e quattro i relatori. Io mi assumo la responsabilità insieme agli altri. Lo metteremo in votazione e lo voteremo”. Fonti di governo sottolineano come il testo sia stato concordato tra tutte le forze della maggioranza, anche se inizialmente non era stato inserito nel decreto per intero, preferendo presentarlo successivamente con un emendamento.

LE OPPOSIZIONI ALL’ATTACCO: “STANGATA ESTIVA“

Le reazioni delle opposizioni sono state durissime. Il Pd con la segretaria Elly Schlein ha denunciato quella che definisce una “tassa mascherata” contro gli italiani in partenza per le vacanze. In un post sui social, ha ricordato un intervento del 2018 in cui Giorgia Meloni si opponeva agli aumenti dei pedaggi, accusando il governo di “fare cassa nel momento di maggior traffico”. Anche il Movimento 5 Stelle ha presentato un subemendamento soppressivo per bloccare la misura. “Altro colpaccio della maggioranza Meloni-Salvini-Tajani”, ha commentato l’ex premier Giuseppe Conte. Duro anche Francesco Boccia (Pd): “Ci opporremo con tutte le nostre forze”. Per Riccardo Magi (+Europa) si tratta di una “vigliaccata”, mentre Angelo Bonelli (Avs) parla di “un regalo amaro agli italiani in partenza”.

CONSUMATORI SUL PIEDE DI GUERRA

Non meno nette le posizioni delle associazioni dei consumatori. Il Codacons denuncia una “stangata estiva da 90 milioni di euro”, sottolineando come le somme raccolte non siano destinate alla manutenzione o alla sicurezza stradale, ma a spese di gestione come l’illuminazione. Assoutenti definisce l’aumento “ingiustificato”, mentre per l’Unione Nazionale Consumatori si tratta di un provvedimento “vergognoso”, che viola il principio costituzionale di capacità contributiva: “Gli investimenti infrastrutturali vanno finanziati con la fiscalità generale, non aumentando a casaccio i pedaggi”, ha dichiarato il presidente Massimiliano Dona.

La discussione parlamentare sull’emendamento è attesa per lunedì prossimo, con votazioni anche in seduta notturna. Il fronte della maggioranza sembra compatto sulla carta, ma i malumori interni e la reazione del Paese potrebbero rimettere tutto in discussione.

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