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Elezioni regionali, dopo l’Umbria sarà la volta di Emilia, Calabria e Veneto

Elezioni Regionali

Quali sono i prossimi appuntamenti elettorali regionali e quali le possibili alleanze e i candidati all’indomani della sonora sconfitta dell’alleanza di governo M5S-Pd

Con la vittoria schiacciante della candidata di centrodestra Donatella Tesei su Vincenzo Bianconi, sostenuto da Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico, si archivia la partita per la guida della Regione Umbria. Dopo cinquant’anni, dunque, Palazzo Cesaroni cambia colore politico ma da qui ai prossimi mesi si svolgeranno altri importanti appuntamenti elettorali che potrebbero confermare l’andamento del voto registrato in Umbria.

Se già il risultato ottenuto dall’avvocato ex sindaco di Montefalco ha spinto i leader di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia a chiedere un ritorno alle urne per il governo nazionale, ancora di più ciò potrebbe accadere se passassero al centrodestra le prossime due Regioni chiamate a rinnovare la Giunta, ovvero Emilia Romagna e Calabria che attualmente sono guidate dal centrosinistra.

Una corsa senza ostacoli, invece, dovrebbe essere quella che si terrà in primavera per la poltrona in Veneto dove tenterà la riconferma il leghista e presidente uscente Luca Zaia.

EMILIA ROMAGNA

Si terranno il 26 gennaio 2020 le elezioni in Emilia Romagna. In realtà l’appuntamento si sarebbe dovuto tenere in autunno, come avvenuto in Umbria e come avvenuto cinque anni fa, ma si è preferito posticipare per consentire alla Giunta uscente di approvare il bilancio, evitando così l’esercizio provvisorio.

In corsa per la carica di governatore l’attuale presidente, Stefano Bonaccini (Pd) ma ancora non si sa se anche qui verrà replicato l’esperimento – dai pessimi risultati – fatto con Bianconi. Il centrodestra punta sulla senatrice leghista Lucia Borgonzoni che peraltro stanotte, in un tweet di commento alla vittoria di Tesei, ha lanciato l’hashtag #obiettivo26gennaio. Come in Umbria, anche in Emilia Romagna non è previsto alcun ballottaggio: vince il candidato che ottiene anche solo un voto in più.

CALABRIA

Ancora non ufficializzata invece la data in cui si recheranno alle urne i calabresi: le elezioni regionali si sarebbero dovute tenere a novembre. Comunque la forchetta elettorale va dal 24 novembre al 26 gennaio ed è dunque possibile che si decida di accorparle con l’appuntamento emiliano romagnolo.

Parere contrario del Pd alla ricandidatura del governatore uscente, il democrat Mario Oliverio che nel 2014 vinse con oltre il 61% delle preferenze, viste le vicende giudiziarie in cui è stato coinvolto e che lo accomunano al sindaco di Cosenza, il forzista Mario Occhiuto, su cui è arrivato invece il veto di Matteo Salvini. Entrambi sono accusati di turbata libertà degli incanti, corruzione, abuso d’ufficio e frode in pubblica fornitura in relazione ai bandi di gara per alcuni appalti.

Anche in Calabria non è sicura l’intesa con il Movimento Cinque Stelle che, in caso di corsa separata, punterebbe sulla deputata Dalila Nesci.

Tra i candidati papabili per il centrosinistra si fa il nome dell’imprenditore Filippo Callipo e del medico Ferdinando Laghi mentre secondo Affari Italiani il partito di Silvio Berlusconi avrebbe individuato un altro aspirante governatore ovvero il senatore azzurro Giuseppe Mangialavori.

VENETO

Appuntamento più lontano e dall’esito quasi scontato per il Veneto dove si andrà al voto nella prossima primavera. Già sicura la ricandidatura alle regionali del leghista Luca Zaia che nel 2015 ottenne il 50,08% dei voti e che guida la Regione ininterrottamente al 7 aprile 2010. Nel fortino di Zaia, dunque, hanno ben poche speranze Pd e Cinque Stelle, insieme o separati, e comunque queste forze politiche stanno in alto mare per l’organizzazione dell’appuntamento elettorale.

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