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Export, quali prodotti made in Italy sarebbero colpiti dai dazi Usa
L’amministrazione Trump avrebbe già preparato l’elenco dei prodotti da colpire con i dazi tra cui anche le punte di diamante dell’agroalimentare italiano: formaggi, olio e vini
Conto alla rovescia per il verdetto del Wto (World Trade Organization). L’organizzazione è chiamata a stabilire l’entità delle compensazioni che gli Stati Uniti possono chiedere all’Unione europea, rea di aver concesso aiuti — giudicati illegali proprio dal Wto — alla compagnia aerea Airbus. Una vittoria che Washington attende da almeno 15 anni e che dovrebbe fare il paio con quella attesa da Bruxelles in primavera: stavolta in ballo ci sono gli aiuti — sempre considerati illegali — alla concorrente americana Boeing.
Un verdetto, quello che arriverà da Ginevra, che preoccupa molto anche in Italia, come dichiarato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: gli Stati Uniti potrebbero imporre dazi per circa 7 miliardi di euro. La conseguenza è un possibile, ulteriore rallentamento dell’economia mondiale su cui già grava la guerra dei dazi tra Usa e Cina.
Intanto domani è in programma la visita a Roma del segretario di Stato americano, Mike Pompeo, che incontrerà Conte e pure il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.
QUALI PRODOTTI VERREBBERO COLPITI
L’amministrazione americana avrebbe già stilato un elenco di merci su cui imporre i dazi: non solo aerei e componenti di aerei ma anche specialità agroalimentari come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, vini e olio. Ovvero i prodotti di punta del nostro agroalimentare le cui esportazioni negli Stati Uniti, come ricorda Coldiretti, nei primi otto mesi del 2019 sono cresciute dell’8,9%: il mercato Usa per l’Italia è quello più importante fuori dai confini europei. Tanto per fare un confronto, la confederazione cita l’aumento del 3,4% sul mercato mondiale.
LE PREOCCUPAZIONI DEL GOVERNO
Oltre che da Conte, parole preoccupate sono arrivate pure dal ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova: “Ho chiesto a Conte e Di Maio, che ha anche le deleghe all’internazionalizzazione — ha detto — di agire preventivamente ipotizzando un rafforzamento delle politiche di promozione negli Usa con risorse adeguate a comunicare ai cittadini americani la qualità dell’autentico made in Italy”. Bellanova si dice “convinta che non possano essere gli agricoltori italiani a pagare i prezzo più alto per lo scontro sugli Airbus. Gli Stati Uniti — ha aggiunto —rappresentano il mercato di sbocco più importante per i nostri vini e per le produzioni di qualità. Faccio un esempio: per il Pecorino romano gli Usa sono il principale mercato estero. Se si chiudesse quello spazio saremmo davanti ad un rischio enorme con ricadute pesantissime e in situazioni di questa natura la rabbia potrebbe essere incontrollabile”.