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Fisco amico? Lega contro Agenzia delle Entrate: “No alla pioggia di lettere alle partite Iva”

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La Lega va all’attacco dell’Agenzia delle Entrate per le 700 mila lettere spedite a chi ha dichiarato meno dei propri dipendenti per spingerli ad aderire alla sanatoria. Nel mirino finisce il “regista” dell’operazione, il viceministro Maurizio Leo in quota Fratelli d’Italia. E Forza Italia reclama il taglio dell’Irpef

Tra le tante notizie economiche, come quella dell’Ocse che dimezza la crescita del Pil allo 0,5% come scrive il Corriere della Sera o la visita di John Elkann alla Maserati “fabbrica senza operai” come titola giustamente il Fatto Quotidiano, spicca la polemica sulle lettere inviate dall’Agenzia delle Entrate ai contribuenti italiani, lavoratori autonomi, che a 7 giorni dalla seconda scadenza fissata ancora non hanno aderito al concordato. E la Stampa in apertura sintetizza così: “Concordato, Irpef e banche è scontro Lega-Forza Italia”.

OLTRE 700MILA LETTERE, PARTITE IVA NEL MIRINO

Ma vediamo bene di capire cosa sta succedendo. Negli ultimi due giorni, dall’Agenzia delle Entrate sono state inviate altre 700mila Pec alle partite Iva che dichiarano meno di 15mila euro, “ossia meno dei propri dipendenti” scrive il Messaggero. In totale sono state inviate oltre 2,2 milioni di lettere a quelli che sono ritenuti, a torto o a ragione, dei “finti poveri”. L’arrivo delle missive ha suscitato più di qualche malumore, per i toni usati, anche in aree da sempre vicine alla lotta all’evasione fiscale. E non sono mancate le polemiche sui social.

ANCHE BURIONI FINISCE NEL MIRINO DEL FISCO

Su X , ad esempio, l’ex deputata Pd Alessia Morani scrive: «Faccio l’avvocato e non ho aderito al concordato preventivo proposto dal governo Meloni perché non ho pendenze fiscali da sanare e ho sempre dichiarato tutto. Mi è appena arrivata una pec dall’Agenzia delle Entrate che “minaccia” controlli e che, comunque, avvisa che si può sempre aderire entro il 12 dicembre. In sostanza, vogliono spaventarti con la minaccia dei controlli se non aderisci al concordato». Al post di Morani ha risposto, come racconta il Quotidiano Nazionale, anche Roberto Burioni, il virologo e professore dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano: «Ho sempre pagato fino all’ultimo euro, mi è arrivata la proposta di pagare ben di più di quello che ho guadagnato. Controllino pure».

IL CARROCCIO ATTACCA IL VICEMINISTRO MAURIZIO LEO

La polemica è bella che servita e a cavalcarla è la Lega di Matteo Salvini. La forzatura, secondo i leghisti, scrive Giuseppe Colombo su Repubblica “deriva dal fatto che l’obiettivo delle lettere delle Entrate è indurre i contribuenti “ad aderire al concordato preventivo biennale sulla base di ipotetiche anomalie e indipendentemente dal loro merito fiscale”. Come a dire: in questo modo le partite Iva vengono bollate automaticamente come evasori fiscali. Altro che Fisco amico, dunque”. E a finire nel mirino è il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo di Fratelli d’Italia, regista dell’operazione nata per convincere imprenditori e professionisti ad aderire al concordato preventivo biennale, una sorta di patto con il Fisco chiamato a finanziare il taglio delle tasse per il ceto medio.

LA “COPERTA”  E’ CORTA, COSI’ LITIGANO FORZA ITALIA E LEGA

La verità è che essendo la coperta economica corta e in pieno clima da finanziaria i partiti cominciano a mettere le proprie bandierine. Forza Italia vorrebbe, lo ha ribadito ancora ieri Antonio Tajani il taglio dell’Irpef di almeno due punti, dal 35% al 33% ma il Carroccio su questo è scettico. E nel retroscena di Luca Monticelli per la Stampa si capisce il clima che si vive all’interno della maggioranza. “Tra Forza Italia e Lega sono volati gli stracci con la scusa del canone Rai, ma nonostante i richiami della premier Giorgia Meloni – scrive il giornalista – le tensioni sono tutt’altro che finite. Nei prossimi giorni entrerà nel vivo la discussione sulla legge di bilancio, e lo scontro tra i partiti di maggioranza si profila ancor più duro dell’antipasto vissuto con il decreto fiscale. «Ci sono tanti emendamenti, però anche quest’anno la manovra verrà approvata entro la fine dell’anno», ripete il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ostentando tranquillità. Nel centrodestra, però, è un tutti contro tutti, e anche lo stesso Giorgetti deve rispondere sia alle stoccate di Forza Italia, sia al fuoco amico del suo stesso partito”.

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