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Cosa hanno detto Fornero e Sabatini nel dibattito sull’art.4 della Costituzione

Autonomia Differenziata

Ieri sera sul canale PiùEuropaLive è andato in onda un dibattito intitolato “Dialoghi Ricostituenti”. Ospiti erano i professori Elsa Fornero e Gaetano Sabatini, che hanno discusso gli articoli 4 e 35 della Costituzione italiana

Art. 4. della Costituzione «La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società». Tuttavia, tra emergenza Covid e lockdown, indica l’Istat, «da febbraio 2020 il livello di occupazione è diminuito di oltre mezzo milione di unità e le persone in cerca di lavoro di quasi 400mila, a fronte di un aumento degli inattivi di quasi 900mila unità». Ci sono dunque ancora milioni di persone che non hanno riconosciuti né i diritti né i doveri previsti dall’articolo 4. Che cosa è andato storto?

UNA SOCIETÀ PIÙ CONSAPEVOLE

La professoressa Fornero ha sorvolato sul periodo storico che l’ha vista protagonista della riforma del lavoro nel 2012 e sulle conseguenze politiche, economiche e sociali che nei successivi otto anni abbiamo vissuto in Italia, ma ha preferito porre l’accento su una considerazione che chiunque abbia buonsenso condividerà. «Serve una popolazione più consapevole. In Italia abbiamo bisogno di una discussione politica, non di un talk show». Il riferimento va alla televisione ma non solo: «I dibattiti che dominano il palinsesto televisivo e il web propongono sempre lo stesso schema, viene analizzata una singola questione specifica e poi la si inizia a criticare senza contesto, senza proposte alternative, senza mettere insieme più cose». Per la Fornero la strategia finora osservata è dannosa perché vuole fare leva sull’ignoranza, mentre invece dovrebbe avere il fine di generare consapevolezza nella popolazione. «La consapevolezza dà spinta alla politica per esercitare meglio la democrazia, i risultati pratici arrivano quando il popolo è consapevole, per questo le norme devono vivere nella società. Scriverle è facile ma difficile è applicarle».

L’ART. 4 IN PROSPETTIVA STORICA

Al dibattito organizzato da +Europa è intervenuto anche il professor Sabatini, ordinario di Storia economica dell’Università Roma Tre da poco nominato (1° luglio 2020) direttore dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea (ISEM) del CNR – il suo Istituto nei prossimi quattro anni si occuperà del ruolo delle istituzioni nella formazione delle identità mediterranee, del Mediterraneo come nodo di scambi culturali tra Europa, Oriente e continente americano, del flussi migratori e della formazione delle identità locali. Il Professore ha ricostruito rapidamente le vicende che hanno portato alla scrittura dell’articolo 4 della Costituzione, descritto come «un’ottima sintesi tra l’esperienza storica ottocentesca della rivoluzione industriale e delle teorie marxiste da una parte, e quella corporativista della prima metà del XX secolo dall’altra». «Diritti e doveri sono stati messi insieme con l’intento di bilanciare le due eredità storiche in un articolo che non diventasse anacronistico con il passare degli anni e infatti, nonostante sia stato pensato molti anni fa, resta estremamente attuale». Dalla sua genesi, secondo Sabatini, traiamo alcuni elementi inequivocabili: «il livello altissimo di cultura e profondità intellettuale dei costituenti e il fatto che l’articolo è un contenitore, che i politici di ogni epoca, in base al contesto in cui si trovano, debbono riempire applicandolo nella società».

UN NUOVO PATTO INTERGENERAZIONALE

Per Sabatini uno degli aspetti più importanti per interpretare oggi l’articolo 4 della Costituzione e applicarlo in modo equo e giusto nella società è adattare il “patto intergenerazionale” tenendo conto del fattore demografico. Il numero di persone che vivono il pianeta e abitano l’Italia è l’indicatore principale che deve guidare le scelte della politica di oggi. Se ci sono più pensionati che lavoratori, se non c’è lavoro per tutti, se ci sono orari di lavoro da modificare, condizioni e regole da rispettare: «chi vuole far rispettare l’articolo 4 oggi e garantire diritti e doveri ai cittadini di domani non può non tenere presente della necessaria integrazione della popolazione straniera in Italia, ad esempio; chi si oppone non vuole osservare la realtà, ovvero che circa il 40 per cento dei bambini nelle scuole italiane è straniero, per citare uno dei tanti dati disponibili». La domanda che deve guidare l’applicazione dell’articolo all’interno della società e far “vivere” il contenitore con un buon contenuto è quella che ogni buon progetto politico dovrebbe porsi: «quale modello di società si vuole costruire?».

Le argomentazioni fornite dal professor Sabatini e supportate dalla professoressa Fornero, così come dagli altri interventi dei relatori (Alfonso Celotto, Marco Taradash e Simona Viola) ci indirizzano verso l’istruzione e la formazione. In particolare: la spesa per scuole, università, aziende, stampa, televisione: «serve molta attenzione nel formare e informare l’opinione pubblica, che ha un ruolo determinante per orientare gli elettori», hanno concluso i relatori.

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