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Fusione Agsm-Aim, chi sono i politici veneti che si agitano (a vuoto)

Agsm Aim Verona Vicenza Federico Testa

Fatti, ipotesi e ultime novità sulla fusione (ancora al palo) Agsm – Aim, per la creazione di un’unica multinazionale per il Veneto


Nonostante le lettere di intenti, le dichiarazioni e la volontà (almeno apparente) la fusione Agsm-Aim è ancora ferma al palo. Da più di due anni. E mentre il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco, prova ad accelera sulla fusione, l’ex presidente di Agsm, Michele Croce, leader del movimento Verona Pulita, accusa proprio la vicentina Aim di stare lavorando ad un piano B. Meglio, di essere già in trattative con Dolomiti-Trento. Il risiko delle multitility del Nordest è una questione squisitamente politica. E proprio per questo la parlamentare del Movimento Cinque Stelle, Francesca Businarolo, è pronta a portare il dossier all’attenzione del Governo. Ma mettiamo in ordine le questioni.

LE DICHIARAZIONI DI MICHELE CROCE (EX PRESIDENTE AGSM)

Partiamo dalle ultime dichiarazioni sul tema, proprio nelle ultime ore. “Qui si perdono mesi pensando ad A2A Milano, ma intanto gli altri si muovono, e a me risulta che Aim Vicenza stia dialogando coi trentini di Dolomiti, col rischio che la nostra azienda venga completamente isolata”, ha affermato l’ex presidente Michele Croce, affiancato dal capogruppo di Prima Verona, Mauro Bonato.

Facciamo un passo indietro. E torniamo al 9 marzo 2019, giorno in cui Michele Croce è stato sfiduciato e rimosso dalla carica di Presidente di Agsm, all’epoca nominato dall’attuale sindaco di Verona per aver appoggiato con la sua lista civica (all’epoca si chiamava Verona Pulita, oggi si chiama Prima Verona) l’attuale maggioranza. Il vicepresidente del Cda Mirco Caliari (Verona Domani), Francesca Vanzo (Lega), Maurizio Giletto (Battiti) e Stefania Sartori (Pd) hanno voluto prendere le distanze da Croce per la visita che a gennaio la Guardia di Finanza ha effettuato presso la sede di Agsm sulle consulenze del gruppo e sulla procedura per la direzione generale.

Oggi, il Presidente di Agsm è Daniele Finocchiaro, che, tra le altre cose, è anche alla guida del Consiglio d’amministrazione dell’Università di Trento e presiede il Gruppo Tecnico “Ricerca e Innovazione” di Confindustria.

CROCE MANDATO VIA PERCHÉ VOLEVA LA FUSIONE CON AIM?

Il motivo delle Fiamme Gialle, però, non ha mai convinto Michele Croce, che ancora oggi sostiene: “La multiutility del Veneto è il progetto a cui ho sempre lavorato. Per questo sono stato fatto fuori, ma non importa: ciò che importa è che Agsm non venga svenduta a Milano o a Bologna come qualcuno tenta ancora di fare”. C’è da dire che il progetto con la vicina multiutility di Vicenza non fu avviato da Croce bensì dalla maggioranza uscente guidata all’epoca dall’ex sindaco Flavio Tosi, prima delle elezioni comunali di Giugno 2017.

IL VENETO VUOLE UNA MULTIUTILITY UNICA

Indipendentemente dal passato, comunque, l’attuale sindaco di Verona, Federico Sboarina (che si vocifera stia prendendo tempo sulla fusione spinto dalla Lega, che non vuole la fusione e respinge ipotesi di possibile accordo a tre con A2a) ora dovrà fare i conti con la mozione approvata dal consiglio regionale veneto, la settimana scorsa, quasi all’unanimità (e con l’astensione del Pd), per la creazione di una multiutility unica per il Triveneto.

La mozione era stata presentata dai consiglieri Stefano Casali, Andrea Bassi e Fabiano Barbisan (Centro Destra Veneto), Maurizio Colman (Lega Nord), Maurizio Conte (Veneto per l’Autonomia), Pietro Dalla Libera (Veneti Uniti), l’Assessore Elena Donazzan (FdI), Nicola Finco (Lega Nord), Luciano Sandonà (Zaia Presidente) e Stefano Valdegamberi (Tzimbar Earde)

FUSIONE IN VISTA?

Intanto, nonostante le dichiarazioni di Croce, le ipotesi e il vociferare intorno alla vicenda, dal Comune di Verona arriva la notizia, secondo quanto riportato da Il Corriere Verona (dorso scaligero del Corriere della Sera), che il dialogo per la fusione tra Agsm e Aim prosegue e non si hanno notizie di un eventuale possibile accordo tra Aim e Dolomiti-Trento.

MA VICENZA VUOLE DAVVERO LA FUSIONE?

Lascia perplessi anche la posizione del Comune di Vicenza. Solo pochi giorni fa, infatti, il sindaco Francesco Rucco, che si dice favorevole (e pronto) alla fusione, aveva affermato: “Se l’operazione di aggregazione non va a buon fine, serve un piano B, e vanno valutate tutte le alternative, anche perché non si possono aspettare anni”. A questo il sindaco aveva aggiunto che i colossi Hera e A2A, in cerca di prede nel Nordest, “stanno andando avanti a tutta velocità” . È possibile che le parole di Rucco, invece di incoraggiare verso la fusione, rappresentino in realtà una frenata e un monito verso un eventuale accordo che lascia fuori dai giochi Agsm?

LA PALLA POTREBBE ARRIVARE AL GOVERNO

Il tema della fusione tra Agsm Verona ed Aim Vicenza arriva sino ai banchi del Parlamento: Francesca Businarolo, deputata del Movimento 5 Stelle, intende affrontare la questione con Achille Variati (Pd), oggi sottosegretario all’Interno ed ex sindaco e presidente della Provincia di Vicenza, qualche anno fa promotore, assieme a Flavio Tosi, della prima proposta di fusione tra le due multiutility.

La Businarolo propone “un lavoro di squadra per trovare una soluzione che garantisca un futuro per la multiutility veronese” dal momento che, con l’emergere, nel mercato energetico, di colossi come A2A ed Hera e vista la generale tendenza alla concentrazione, “i piccoli rischiano di essere schiacciati”. È importante, per la parlamentare grillina, che Agsm salvaguardi i posti di lavoro, garantendo i servizi essenziali alle stesse tariffe.

 

Articolo pubblicato su Energiaoltre.it

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