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Gaetano Manfredi, il profilo del nuovo presidente Anci

Manfredi Anci

Il sindaco di Napoli è stato eletto all’unanimità alla guida dell’Associazione dei Comuni

Toni pacati, dialogo come metodo, mediazione come obiettivo. Il nuovo presidente Anci Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli dal 2021, incarna una leadership lontana dalle polemiche, capace di costruire ponti non solo tra le diverse anime del centrosinistra ma anche con il centrodestra, che non gli risparmia apprezzamenti. La sua capacità di collaborare con tutti, pur rimanendo saldamente ancorato a un progetto progressista, ha segnato una frattura politica profonda con Vincenzo De Luca, il governatore campano che lo aveva sostenuto nella corsa a Palazzo San Giacomo. Ma gli ha consentito di essere eletto all’unanimità alla guida dell’Associazione dei Comuni.

MANFREDI, DA RETTORE A SINDACO

Nato a Ottaviano, nel cuore del Vesuviano, 60 anni fa, Manfredi ha costruito una carriera di successo nel mondo accademico prima di approdare alla politica. Professore di Tecnica delle costruzioni alla Federico II di Napoli, è stato rettore dell’ateneo dal 2014 al 2020 e presidente della Conferenza dei rettori italiani (Crui). Riconosciuto esperto di ingegneria sismica, si è fatto notare anche per la capacità di guidare grandi istituzioni in momenti di trasformazione.

Nel 2020 entra nel governo Conte II come ministro dell’Università e della Ricerca, dove avvia riforme per facilitare l’accesso ad alcune professioni e lavora in stretta sintonia con il presidente del Consiglio. Quando quell’esecutivo cade, nel 2021 accetta la sfida di candidarsi a sindaco di Napoli, aggregando una coalizione eterogenea di 13 liste, che include Pd, M5s, Verdi, sinistra, renziani e formazioni civiche. Manfredi trionfa al primo turno con quasi il 63% dei voti.

IL DIALOGO AL CENTRO

Come primo cittadino, Manfredi si è distinto per il suo approccio istituzionale e inclusivo. Nonostante il suo percorso tecnico e la mancanza di esperienza politica diretta, ha saputo costruire relazioni solide e portare avanti un’agenda che guarda al futuro della città. Tra le sue priorità, la rigenerazione dell’area ex industriale di Bagnoli, per cui è commissario straordinario, con un progetto da 1,2 miliardi di euro che ha ricevuto il via libera anche dal governo Meloni.

È proprio il rapporto con il Governo che ha causato la rottura con De Luca. Mentre il governatore campano attacca con forza l’esecutivo sui fondi di coesione, Manfredi mantiene aperto il dialogo, accogliendo a luglio scorso la premier Meloni a Napoli per firmare l’accordo su Bagnoli. Questa distanza tra i due leader si è consolidata nel tempo, segnando il profilo del sindaco come figura autonoma e capace di collaborare anche al di fuori degli schemi tradizionali.

PER MANFREDI QUALE CONSENSO E FUTURO POLITICO?

Nonostante le critiche mosse da due ex sindaci, Antonio Bassolino e Luigi de Magistris, il consenso per Manfredi rimane solido. Secondo l’ultima classifica del Sole 24 Ore, è il secondo sindaco più apprezzato d’Italia, con il 62% di gradimento. Questo dato alimenta voci su una sua possibile candidatura alle regionali campane del prossimo anno, ma Manfredi ribadisce di voler puntare a un secondo mandato da sindaco.

L’elezione alla guida dell’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, sembra chiudere definitivamente la porta a una corsa contro De Luca e il centrodestra per il governo della Campania. Per ora, Manfredi si concentra sul consolidamento del suo progetto per Napoli, continuando a predicare dialogo e collaborazione.

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