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Green Pass, come cambierà il certificato con la quarta ondata

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La quarta ondata è ormai certificata dai dati anche in Italia e allora si pensa di ridurre la durata del Green Pass o di rilasciarlo ai soli vaccinati. Il Friuli Venezia-Giulia a un passo dalla retrocessione in zona gialla

Come Policy Maker aveva anticipato alcune settimane fa, sono diverse le contromosse che il Cts sta studiando per arginare la quarta ondata di Covid e molte prevedono interventi sul Green Pass. Il certificato di presunta immunità, se i numeri dovessero peggiorare ulteriormente, potrebbe infatti durare meno o essere rilasciato solo alla vaccinazione. Del resto, l’indice di replicazione diagnostica (RDt) a livello nazionale sui dati del 13 novembre “è pari a 1,42 e superiore all’uno in tutte le regioni”. Questo indica “una significativa accelerazione nella diffusione dei contagi che, a parità di condizioni, potrebbe portare tra due settimane 5 regioni a superare la soglia del tasso di incidenza settimanale di 250 casi per 100.000 e altre 8 sopra 150 casi per 100.000”. O almeno è quanto stima il Gruppo di Lavoro MADE dell’Associazione Italiana di Epidemiologia.

Per mitigare gli effetti della quarta ondata di Coronavirus si studia la possibilità di rilasciare il Green Pass solo alla vaccinazione e non più dietro tampone. O, quantomeno, solo con il tampone molecolare visto che quelli rapidi, delle farmacie, hanno una percentuale troppo elevata di falsi negativi. Altra ipotesi sul tavolo è quella di ridurre i mesi di validità da 12 a nove, come peraltro originariamente prevista.

Intanto Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, intervenendo alla trasmissione Elisir di Rai3, ha chiarito che, al momento, sul Green pass non è stata presa al momento alcuna decisione e si stanno esaminando i dati relativi alla durata della protezione del vaccino anti Covid-19:  “Sulla durata del Green Pass – ha rilevato – ci sono molte notizie di stampa, ma, al momento, non è stato deciso assolutamente nulla. Verrà fatta una riflessione alla luce delle evidenze che, dopo i 6 mesi dalla vaccinazione, c’è una riduzione della protezione rispetto al rischio di essere contagiati e, quindi, di diventare contagianti ma, al momento, non vi è nulla di deciso”.

Critica la situazione nel Nord Est. “Non possiamo fare pagare il prezzo di eventuali nuove chiusure ai vaccinati, che hanno difeso se stessi e gli altri, partecipando alla campagna vaccinale”, ha dichiarato il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, commentando la situazione della pandemia in regione. “Siamo a un passo dalla zona gialla e questo è dato dal numero dei ricoveri anche in area medica, molto vicino al 15%. Il Fvg andrà in zona gialla, ma per fortuna questo prevede misure ancora molto contenute. Tuttavia, il passaggio alla zona arancione sarebbe drammatico per l’economia, è una cosa che non possiamo e non dobbiamo permettere”. Pronto invece perfino alla zona rossa l’omologo veneto, Luca Zaia: “Zona gialla? Io dico che passeremo anche in arancione o in rosso se il contagio non si ferma”.

 

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