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Grillo contro Conte, le “stelle cadenti” di un Movimento in cerca di futuro
E’ pur sempre il terzo partito d’Italia anche se è uscito malconcio dalle elezioni europee, eppure qualcosa si è rotto tra il fondatore e l’ex presidente del Consiglio. I giornali provano a spiegare le due strade, diverse, del futuro del M5s
I quotidiani ancora oggi tengono in primo piano la vicenda di Arianna Meloni e del presunto complotto contro di lei anche se questa volta la linea che passa è il “contrattacco contro le forze nemiche” di Fdi come titola Avvenire nella sua cronaca politica e con Libero che dà la parola ad Antonio Di Pietro che dice “stanno puntando Giorgia”. Accanto a questa notizia la politica però è concentrata sullo scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte, tanto che il Giornale vi fa l’apertura scrivendo che siamo “alla sfida finale per i 5s”.
LITE GRILLO-CONTE SU SIMBOLO, NOME E REGOLA SECONDO MANDATO
“Il nostro simbolo, il nostro nome e la regola del secondo mandato, i tre nostri pilastri non sono in nessun modo negoziabili e non possono essere modificati a piacimento. Sono il cuore pulsante del Movimento 5 stelle, il nostro faro nella tempesta. Cambiarli significherebbe tradire la fiducia di chi ha creduto in noi, di chi ha lottato con noi, di chi ha visto nel Movimento l’unica speranza di cambiamento reale” ha scritto Beppe Grillo sul proprio blog come riporta il Corriere della Sera. A stretto giro arriva la reazione di Giuseppe Conte, come annota Repubblica, che in un video girato a villa Borghese e pubblicato sui social rilancia i temi dell’assemblea costituente prevista (in tre fasi) a ottobre: “Potremo discutere di tutto – afferma il leader M5s dopo la presa di posizione di Grillo –. Potremo rifondarci integralmente: anche il simbolo, la denominazione, le regole organizzative, quelle consolidate, potranno essere discusse. Perché non possiamo ammettere che quando a pronunciarsi sia la comunità degli iscritti, si debba decidere da parte di alcuni – arbitrariamente e preventivamente – di cosa si può discutere, su cosa si può deliberare”.
LO SPETTRO DI UNA SCISSIONE SE SI RINNEGANO LE ORIGINI
Lo scontro appare evidente, al punto che c’è chi ipotizza perfino una possibile scissione. Sarà così? Il secondo tempo del M5s è molto difficile di immaginare e ci prova nella sua nota politica Marcello Sorgi su la Stampa: “A Conte che pensava di ricucire le divisioni tra l’attuale gruppo dirigente del Movimento, costruito a sua immagine e somiglianza, e quello delle origini, falcidiato dall’impossibilità del terzo mandato, proprio proponendo l’abolizione del limite, Grillo oppone il rispetto della regola fondativa – scrive l’ex direttore del Tg1 – Lo fa contro il suo interesse, visto che la breccia aperta da Conte sul muro del secondo mandato potrebbe portargli consensi anche tra quelli che si sono sentiti esclusi dall’attuale assetto contiano. Solo questo? Oppure, seminascosta, l’ipotesi di una scissione del Movimento delle origini?”.
E’ GRILLO IL TITOLARE UNICO DEL NOME E DEL SIMBOLO
Il tempismo del post di Beppe Grillo, come scrive il Foglio non è casuale: proprio ieri si è aperta infatti la prima fase del percorso costituente lanciato da Conte. Grillo non ne condivide l’impostazione e i metodi: è convinto che la Costituente altro non sia che un modo per metterlo ulteriormente ai margini, attraverso un meccanismo solo apparentemente democratico. Per questo si giocherà tutte le sue carte. E’ ancora Grillo infatti il titolare unico del nome e del simbolo, come ha spiegato al Foglio Lorenzo Borrè, l’avvocato dei grillini dissidenti. A stabilirlo è stata una sentenza del tribunale di Genova, chiamato a dirimere nel 2020 le controversie tra la vecchia associazione Movimento 5 stelle (quella del 2009) e le nuove (2012 e 2017). “Quella sentenza – ha spiegato Borrè, che da sempre segue ricorsi e diatribe interne al Movimento – sancisce che Grillo è titolare unico del nome e del simbolo del Movimento”.
COME FINIRA’ LA GUERRA DEI DUE GIUSEPPI? NESSUNO VUOLE RINUNCIARE AL “GIOCATTOLO”
Come finirà? E’ presto per dirlo. Di certo, come scrive nel suo commento su la Stampa, Massimiliano Panarari quello del Garante è “un fuoco di sbarramento preventivo”. Insistendo nel divieto del terzo mandato Grillo mira a togliere una risorsa (e una merce di scambio) fondamentale al suo rivale, impedendo il consolidamento del gruppo parlamentare – e dirigente – del Movimento nella versione di Conte. E punta a sabotare la stabilizzazione del M5S in seno al campo largo e alla coalizione di sinistracentro. Davvero, una storia infinita quella tra i due duellanti. E Grillo non intende assolutamente mollare quello che continua a considerare come il “suo giocattolo”.