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I misteri delle coperture della manovra (in attesa delle agenzie di rating)

Manovra

Diversi economisti si interrogano sulle coperture della manovra economica. Dal Tesoro fari puntati sulle agenzie di rating

“Calcoli da rivedere”, “numeri confusi”, “il giallo delle coperture”, “dati grezzi e non affidabili”: il riferimento chiaramente è alla manovra economica del duo Meloni-Giorgetti. I giudizi in questione si possono leggere già nei titoli di alcuni commenti pubblicati oggi sui quotidiani del gruppo Gedi (mai tenero con il governo di centrodestra) e anche sul Sole24Ore di Confindustria.  E’ La Stampa a svelare il mistero delle coperture di parte delle misure incluse nella manovra economica: il testo completo della legge di Bilancio con i riferimenti alle coperture necessarie “arriverà solo a fine mese”, dopo i primi giudizi delle agenzie di rating.

COTTARELLI: “IN MANOVRA NUMERI CONFUSI E MOLTI MISTERI”

Per l’economista Carlo Cottarelli, ex parlamentare Pd, “il testo del Documento programmatico di Bilancio (DPB) non contiene nulla che descriva le misure di copertura della manovra. Le pagine 11-13 (“La politica di bilancio per il 2024”) sono esclusivamente dedicate alle misure espansive incluse nella manovra di 24 miliardi, ma non contengono informazioni sulle coperture, a parte dire che 15,7 miliardi sono in deficit. E gli altri? Qui dovrebbero stare le misure di spending review che però non sono descritte. Qualcosa di generico sta nella tavola del DPB (p.35) che parla di “misure di revisione e rimodulazione della spesa pubblica” che nel 2024 ammonterebbero (cumulandole con quelle del 2023) allo 0,1% del Pil, circa 2 miliardi. Ma Giorgetti in conferenza stampa aveva parlato di 5 miliardi di tagli e di 2,6 miliardi di rimodulazioni ottenuti attraverso tagli del «5% delle spese discrezionali di stato e del comparto regioni ed enti locali». Mistero…”

REPUBBLICA: “IL GOVERNO RIVEDA I PROPRI CALCOLI”

Scrive un altro economista Carlo Bastasin su Repubblica: “Le previsioni del governo su crescita e debito restano troppo ottimistiche. Pur avendo rivisto al ribasso la crescita attesa dei prossimi anni, la distanza rispetto alle stime del Fondo monetario per il prossimo anno è di ben mezzo punto percentuale, e quasi altrettanto da quelle della Commissione, quanto basta a rendere non credibile l’impegno a una riduzione del rapporto tra debito e Pil. (…) Al governo non resta che rivedere i propri calcoli e modificarli nella bozza di legge di bilancio sottoposta a Bruxelles. Alzare il disavanzo dello 0,7% del Pil per ottenere una crescita dello 0,3% si “giustifica” d’altronde solo con l’agenda elettorale ma a rischio di provocare instabilità finanziaria. Il deficit programmato va invece ridotto stabilmente e in misura convincente.

IL SOLE24ORE: “ALLA BASE DELLE SCELTE POLITICHE DATI GREZZI E NON AFFIDABILI”

Scrive Salvatore Padula sul Sole24Ore, già vicedirettore: “La proroga di un anno del taglio del cuneo contributivo e la riduzione del prelievo Irpef, anch’essa coperta per il solo 2024, rappresentano certamente l’architrave della manovra del governo Meloni (…) Ma tutti questi interventi scontano una sorta di peccato originale legato alle informazioni che stanno alla base delle scelte politiche. Non tengono, infatti, conto di come i valori dei redditi che guidano il legislatore, pur essendo un punto di riferimento obbligato, non sono mai pienamente affidabili, per l’alta propensione all’evasione.(…) In tema di risorse, come molti hanno osservato, appare un azzardo la scelta di fare un taglio fiscale senza coperture permanenti. Si dirà: meglio un taglio per un anno, che nessun taglio. Ma non c’è dubbio che questa provvisorietà creerà incertezze o, comunque, non porterà al sistema quegli elementi di stabilità che pure sono un obiettivo della riforma stessa”.

LA STAMPA: “PER LE COPERTURE DELLA MANOVRA IL TESORO ATTENDE LE AGENZIE DI RATING”

La manovra, scrive Augusto Barbera su La Stampa “come è noto verrà finanziata per i due terzi da nuove spese, aumentando il deficit al 4,3 per cento, una dozzina di miliardi in più di quanto programmato fino a poche settimane fa. Ma il Dpb non chiarisce come verrà finanziato il restante terzo. (…) Fonti del Tesoro, interpellate al riguardo (da La Stampa, ndr), spiegano così le omissioni: «Il Draft budgetary plan non è la legge di Bilancio. Ad esempio non deve indicare obiettivi di risparmio inferiori ai 300 milioni di euro. Nella Finanziaria che presenteremo in Parlamento ci saranno tutte le coperture necessarie». Secondo le ipotesi che circolano nella maggioranza, il testo arriverà solo a fine mese, quando sui conti italiani avranno già detto la loro due agenzie di rating, Standard and Poor’s (questo venerdì) e Dbrs (il 27 ottobre)”.

Leggi anche:La coperta corta della manovra economica

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