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Il Governo boccia (di nuovo) la regione Puglia sulla stabilizzazione dei medici

Medici

Il Governo ha impugnato alcuni articoli della legge regionale n. 68/2018 (legge di Bilancio 2019) della Regione Puglia, che miravano alla stabilizzazione dei medici.

In particolare, tra gli articoli contestati quelli che prevedono la possibilità di assunzione diretta a domanda da parte della ASL degli specialisti ambulatoriali e di medici convenzionati con la Regione da più di 15 anni.

TUTTI GLI STOP DEL GOVERNO

Oltre alla norma di stabilizzazione, incostituzionale secondo quanto già segnalato dagli uffici del Dipartimento della Salute della Regione Puglia, il Governo ha bocciato anche altre disposizioni di spesa in materia sanitaria, che violano, secondo gli Affari regionali, il divieto di istituire nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea).

Il Governo ha impugnato anche la norma che introduce un incremento del 20 % della tariffa per il conferimento in discarica dei rifiuti urbani provenienti da altre parti di Italia.

Tale stop eviterà, ad esempio, di far uscire dalle casse del Comune di Roma circa 2 milioni di euro.

Infine, lo Stop da parte del Governo è arrivato anche in materia di pareri paesaggistici.

REGIONE PUGLIA GIÀ BOCCIATA PER STABILIZZAZIONE DEI MEDICI

Non è la prima volta che la Regione Puglia vede bocciata una norma per la stabilizzazione dei medici. Già a maggio 2017 la Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittima la norma della Regione Puglia sui contratti a tempo determinato rinnovabili per il personale sanitario. In particolare i giudici, accogliendo il ricorso del presidente del Consiglio dei Ministri, aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale dei comma 4, 5 e 6 dell’articolo 53 della legge di stabilità del febbraio 2016, nella parte in cui prevedeva l’assunzione per un anno, senza concorso, di personale delle Asl già precedente adibito a Servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI), riabilitazione e integrazione scolastica.

Secondo il ricorrente tali norme «sarebbero costituzionalmente illegittime, sia per violazione del principio del concorso pubblico, sia per invasione della competenza statale in materia di ordinamento civile».

COSA FARÀ LA REGIONE PUGLIA

Alla Regione, a questo punto, non resterà altro che intervenire abrogando o modificando le norme contestate dal Governo o sostenere il processo davanti alla Consulta.

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