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Gli infermieri tornano a infettarsi, cosa chiede il sindacato al governo
In un mese, circa duemila infermieri hanno contratto il Covid. De Palma, numero 1 di Nursing Up: “Non ci troviamo solo di fronte alla problematica, fin troppo sottovalutata, della non totale efficacia dei vaccini. Le aziende sanitarie attivino screening di massa e dosaggi del livello anticorpale”
“I dati dell’Istituto Superiore della Sanità sono inconfutabili e non possono passare, pericolosamente, sotto traccia. 1848 operatori sanitari contagiati negli ultimi 30 giorni: numeri preoccupanti, se si pensa che sono trascorsi ben 17 mesi dall’inizio della Pandemia, e il 70% degli italiani, ovviamente compresi infermieri e medici, sono stati sottoposti alle due dosi di farmaco-anti Covid. Cosa succede?”. Lo chiede al governo e alle autorità sanitarie Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato nazionale degli infermieri Nursing Up.
“Certo – continua De Palma – non ci troviamo solo di fronte alla problematica, fin troppo sottovalutata, della non totale efficacia dei vaccini. Lo sapevamo, noi infermieri, quando abbiamo deciso di sottoporci, coscientemente, in massa, alle somministrazioni. Ne erano e ne sono a conoscenza i cittadini. Ma non ci vengano a dire, di fronte all’esplodere delle varianti, che è tutto sotto controllo e che dovevamo aspettarcelo”.
Già nei giorni scorsi, ai microfoni de Il Sole 24 Ore/Radio Cor 24, De Palma aveva preteso chiarezza sulla terza dose, sottolineando non solo l’improvvisa impennata di contagi tra gli infermieri, ma chiedendo dettagli sulle nuove regole per il personale sanitario.
“Se la copertura dura solo 6 mesi – aveva scandito De Palma pretendendo maggiore chiarezza -, molti colleghi rischiano di infettarsi, in particolare quelli che si sono vaccinati nei primissimi mesi del 2020. Serve un’attività di prevenzione combinata. Non si lasci solo “nelle mani” del vaccino il destino degli operatori della salute. Le aziende sanitarie attivino screening di massa e dosaggi del livello anticorpale, per impiegare il personale con una scarsa risposta immunitaria in attività che non lo mettano a rischio di infezione”.
INFERMIERI A RISCHIO SOPRATTUTTO IN SICILIA
“Apprendiamo in queste ore, con non poca preoccupazione, di un nuovo pericoloso focolaio di contagi, in un’altra Regione, la Sicilia, da noi attentamente monitorata nelle ultime settimane come una delle più a rischio, insieme a Lazio e Lombardia, per la recrudescenza di infezioni”, ha poi aggiunto De Palma. “Nella centrale operativa di Palermo si sarebbero contagiati almeno 12 operatori sanitari nelle ultime 48 ore: il condizionale sui numeri è d’obbligo, visto che nessuna comunicazione spontanea ed ufficiale ci risulta pervenuta da parte delle Aziende Sanitarie, come del resto è già accaduto anche nel Lazio”.