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Invimit, chi è il neo presidente Altieri (quota Lega) e quali sfide lo attendono

Invimit Nuccio Altieri
Laureato in scienze politiche con una passione per la geopolitica, giornalista pubblicista, già assessore provinciale di Bari a cultura, sport e turismo, sassofonista per hobby, ma soprattutto ex deputato centrista folgorato dal salvinismo. Nuccio (all’anagrafe Trifone) Altieri arriva in quota Lega alla guida di Invimit, la struttura del Ministero dell’Economia che dovrà dismettere ampie quote del patrimonio immobiliare dello Stato, senza avere nel curriculum particolari esperienze nel settore. 
Altieri prende il posto di Massimo Ferrarese, imprenditore titolare di diverse società operanti nell’ambito delle costruzioni, già presidente di Confindustria Brindisi e componente della giunta nazionale dell’associazione industriali sotto la presidenza di Luca Cordero di Montezemolo. 

Alla guida di Invimit dopo una lunga carriera politica e la società di coltivazione di funghi

Il neo presidente, barese, classe 1975, si è laureato in Scienze politiche alla Luiss con una tesi sulla Turchia, prima di iniziare la sua avventura politica con Forza Italia che lo ha portato fino alla vicepresidenza della provincia di Bari, con le deleghe a cultura, turismo e sport. Socio di una azienda attiva nella produzione e commercializzazione di funghi coltivati, dal 2000 al 2006 è stato capo ufficio stampa del sottosegretario alla Difesa. Per lo stesso Ministero ha fatto parte dell’Ufficio studi internazionali. Nel 2013 arriva alla Camera, eletto nelle liste del Popolo della libertà, per trasmigrare poi dopo appena un anno nella compagine “Direzione Italia” di Raffaele Fitto. Una solida carriera da centrista, da cui però si stacca sul finire della scorsa legislatura per aderire alla Lega. Nel nuovo Parlamento non entra, ma per lui c’è un nuovo ruolo, prestigioso e importante quanto non certo semplice.  

Le sfide che attendono Altieri alla guida di Invimit

Alla guida di Invimit, società partecipapata al 100% dal Mef, dovrà infatti gestire la valorizzazione e la vendita di pezzi importanti del patrimonio immobiliare dello Stato. Proprio per questo in manovra sono state inserite alcune rilevanti norme, come quella che permette il cambio di destinazione degli immboli per renderli più “appetibili” sul mercato. Il governo da questa operazione si attende di ricavare una cifra intorno al miliardo di euro. Un obiettivo, apparso a molti troppo ambizioso, che toccherà ad Altieri cercare di raggiungere.     

 

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