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La locomotiva lombarda si è rimessa in moto, ma aumentano i giovani disoccupati

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La produzione manifatturiera in Lombardia rimbalza dell’8,7% rispetto al 2020 (resta sotto di oltre 2 punti rispetto al periodo pre-Covid), ma a preoccupare è l’aumento dei giovani disoccupati

La produzione manifatturiera in Lombardia segna che la ripresa è vicina, soprattutto nella Regione maggiormente colpita dal virus, che però sta crescendo di più rispetto a quella italiana. Prosegue anche ad aprile l’aumento della fiducia delle imprese manifatturiere del Nord Ovest, con l’incremento delle aspettative di produzione e ordini sia per il mercato interno che per quello estero. La fine della crisi, insomma, sarebbe dietro l’angolo, anche se alcune spie indicano che potrebbe mordere i talloni più del previsto. In forte calo, infatti, l’occupazione dei giovani nel 2020 che si traduce in parte in disoccupazione ma soprattutto in un ulteriore incremento dei NEET, coloro che non studiano né lavorano. Sono questi alcuni dei dati evidenziati nel booklet economia a cura del Centro Studi di Assolombarda, pubblicato su Genio & Impresa, il web magazine dell’Associazione.

L’AUMENTO DEI GIOVANI DISOCCUPATI IN LOMBARDIA

Guardando nel dettaglio i numeri, la produzione manifatturiera in Lombardia nel primo trimestre 2021 mostra un rimbalzo dell’8,7% rispetto al 2020, periodo che scivolava già nel lockdown dello scorso anno. Se si prendono come riferimento i livelli medi del 2019 si nota come persista un divario da colmare rispetto al pre Covid del -2,3%. Il gap lombardo è più contenuto rispetto a quello italiano, -3,4%, ma superiore al -1,6% del Baden-Württemberg e al -1,2% della Cataluña. Il clima di fiducia ad aprile è ancora in aumento, salgono gli ordini sia per il mercato interno che per quello estero e le attese di domanda e di produzione per i prossimi tre-quattro mesi rimangono sui massimi da fine 2018. L’indice di fiducia è in forte incremento in Spagna e Francia e, grazie a ordini in sensibile aumento e aspettative di produzione su livelli senza precedenti, in straordinaria accelerazione in Germania.

Per quanto riguarda i servizi, segnano una sostenuta risalita in aprile, sia nei Paesi europei sia nel Nord Ovest, dove si porta in prossimità dello zero, superando di 3 punti percentuali i livelli di inizio 2020 e distanziando l’Italia (ancora su valori negativi con un gap di 12 punti rispetto al pre Covid, un dato su cui gravano i servizi turistici che segnano un -46% rispetto al livello di inizio 2020). Migliora anche la fiducia dei consumatori, in particolare nel Nord Ovest dove aumenta soprattutto la componente relativa al clima personale, ma anche quella relativa al clima economico del Paese.

Sul fronte del mercato del lavoro per i giovani, la crisi pandemica ha provocato un incremento della disoccupazione e della quota di NEET. In uno scenario in cui i giovani in Lombardia scontavano un preoccupante differenziale nel tasso di occupazione di circa 30 punti percentuali rispetto alle regioni tedesche (21,6% l’occupazione dei 15-24enni lombardi nel 2020, contro oltre il 50% in Bayern e Baden-Württemberg), il tasso di disoccupazione giovanile in Lombardia, infatti, sale al 19,2% (dal 18,3% nel 2019), circa 15 punti percentuali in più rispetto al 4,8% del Bayern ma altrettanti in meno rispetto al drammatico 34% della Cataluña. Con riferimento ai NEET in Lombardia nel 2020 l’incidenza sul totale dei 15-24enni balza al 15,7% (dal 12,6% nel 2019), invertendo la faticosa discesa dai picchi toccati a causa della precedente crisi.

Parlando sempre di giovani disoccupati, nel 2020 il tasso di occupazione dei 15-24enni milanesi diminuisce al 18,9% (nel 2019 era al 21,4%) e, in parallelo, il tasso di disoccupazione sale al 22,0% (dal 18,1%). Ma rispetto all’effetto di scoraggiamento che si osserva in complesso, la perdita di un lavoro si traduce nella ricerca di uno nuovo. Nel marzo 2021 le ore di CIG salgono a 35,6 milioni, la richiesta più elevata da maggio 2020, ma rispetto all’ultimo trimestre 2020 nel complesso dei primi tre mesi del 2021 le ore sono in calo del -23,6%. È possibile che la crescita del mese di marzo sia connessa a una contabilizzazione ritardata di parte delle richieste di gennaio e febbraio e che sia indotta dalla proroga di 12 settimane della cassa Covid gratuita disposta dalla legge di Bilancio 2021, nell’attesa dell’ulteriore allungamento da parte del Governo.

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