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Giustizia

L’app mangia atti manda in tilt la Giustizia. Che succede al ministero?

Il procuratore di Milano Marcello Viola ordina lo stop del sistema telematico del Ministero della Giustizia e il ritorno alla carta. Che sta succedendo al ministero?

Da due settimane gli atti del ministero della Giustizia spariscono nei meandri del software per il Processo Penale Telematico. È l’allarme lanciato ieri dal procuratore di Milano, Marcello Viola, il quale ha chiesto di non usare l’app obbligatoria dal 2025 per molti moduli di lavoro. Tutto sul software che mangia atti giudiziari.

L’APP CHE SPAVENTA LA GIUSTIZIA

“APP”, è questo il nome del ladro digitale che da due settimane fa sparire i fascicoli nelle Procure. Altro non è che il software di processo telematico del ministero della Giustizia che dal 1 gennaio 2025 è obbligatorio per molti moduli di lavoro. Il software digitale è stato sviluppato nel 2023 per velocizzare il passaggio dei fascicoli dai pm al gip o ai Tribunali. Il problema è che da due settimane gli atti sono bloccati nel sistema a causa di un malfunzionamento. Una situazione così impattante da spingere il procuratore di Milano, Marcello Viola, a ordinare il ritorno alla carta per i provvedimenti definitori e la sospensione del sistema telematico che “dal 24 ottobre patisce un malfunzionamento che incide in modo radicale sul regolare funzionamento dell’Ufficio”.

“Il malfunzionamento, che riguarda tutte le Procure, è stato oggetto di un primo tentativo di soluzione ministeriale con la patch del 30 ottobre 2025, che ad oggi non è stata risolutiva, né al riguardo vi sono tempi certi”, ha aggiunto Viola.

CHI HA SVILUPPATO E GESTISCE APP

Chi ha sviluppato il software che terrorizza i pm? APP è di proprietà del Ministero della Giustizia, ma è la Direzione Generale per i Sistemi Informativi Automatizzati a firmare le circolari operative e le note tecniche sull’uso dell’applicativo. La stessa DGSIA ha progettato e implementato i sistemi per il Processo Penale Telematico, con il coinvolgimento di gruppi di lavoro interni, magistrati e altri operatori giudiziari. Ed è sempre la stessa divisione del ministero che sviluppa gli aggiornamenti. L’appello del procuratore di Milano accelererà il rilascio di una nuova patch?

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