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L’equilibrismo democristiano di Piantedosi, uno e trino

Piantedosi

Ore e giornate molto concitate per il ministro dell’Interno Piantedosi, dopo la reprimenda del presidente Mattarella a seguito delle immagini dei ragazzini colpiti dagli agenti a Pisa mentre manifestavano

Già in passato gli era capitato di trovarsi in un frullatore mediatico-politico. Mai però aveva dovuto subire una tirata di orecchie da parte del capo dello Stato. Per il ministro Piantedosi sono giornate e ore molto concitate. Le immagini dei ragazzini colpiti dagli agenti a Pisa mentre manifestavano hanno scosso non solo l’opinione pubblica ma tutta la politica, nel giorno in cui la premier Meloni da Kiev presiedeva il suo primo G7 con i grandi della terra.

CHI E’ IL MINISTRO DELL’INTERNO, MATTEO PIANTEDOSI

Il ministro vanta una carriera di prefetto alle spalle con incarichi apicali anche al vertice della Polizia di Stato. Piantedosi conosce molto bene la macchina del Viminale e l’amministrazione dell’Interno avendo ricoperto l’incarico di capo gabinetto quando ministro era Matteo Salvini. Nel 2017, da vice capo della polizia con delega al coordinamento delle forze di polizia.
Da uomo delle Istituzioni prestato alla politica si è trovato stretto tra le “picconate” del Quirinale, l’evidenza dei manganelli usati dai poliziotti, e la necessità (seguendo la linea di Palazzo Chigi emersa dai retroscena) di non indietreggiare nella difesa alla Polizia. In mattinata ha incontrato al Viminale i vertici delle organizzazioni sindacali confederali e nel suo intervento ha dovuto far ricorso a tutto il suo equilibrismo tipicamente democristiano.

PIANTEDOSI: “MASSIMA FIDUCIA DEL GOVERNO NELLE FORZE DELL’ORDINE”

A far trapelare stralci delle parole rivolte dal ministro ai sindacati sono state fonti dello stesso Viminale. Piantedosi ha espresso la “massima fiducia di tutto il governo nei confronti delle forze di polizia”. Gli uomini e le donne in divisa, ha aggiunto, sono “servitori dello Stato e lavoratori che svolgono un ruolo fondamentale a presidio della sicurezza e della legalità”.

IL MINISTRO AI SINDACATI: “SCONTRI ISOLATI, STRATEGIA NON E’ CAMBIATA”

“Siamo di fronte solo a casi isolati in corso di valutazione e non è mai intervenuto alcun cambio di strategia in senso più restrittivo della gestione dell’ordine pubblico”, ha detto il ministro. Peraltro, ha ricordato, “negli scorsi anni sono avvenuti accadimenti analoghi con incidenti ancor più gravi”.

“Il governo – ha ribadito il ministro – non ha cambiato le regole di gestione dell’ordine pubblico; i responsabili della sicurezza agiscono sul territorio sulla base di valutazioni fatte sul posto e non seguendo fantomatiche indicazioni da parte del livello politico; nessuno ha interesse ad alzare il livello di tensione durante le manifestazioni e men che mai il Viminale che, insieme a tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine, ha come prioritario obiettivo che ogni evento si svolga in maniera pacifica indipendentemente dal loro contenuto”.

In questo senso e per un regolare svolgimento di tutte le iniziative, il ministro Piantedosi ha sottolineato quanto sia “imprescindibile la collaborazione degli stessi manifestanti sia nella fase del necessario preavviso delle iniziative sia durante lo svolgimento delle manifestazioni rispettando le prescrizioni ed evitando comportamenti provocatori o violenti”.

PIANTEDOSI: “CONDIVISO IL RICHIAMO DI MATTARELLA ANCHE SUGLI INSULTI”

Il ministro dell’Interno avrebbe ribadito di “condividere pienamente le parole del presidente Mattarella”. Anche il titolare del Viminale si è detto convinto che “l’autorevolezza delle forze di Polizia non si nutre dell’uso della forza ma affonda nel sacrificio di centinaia di caduti nella lotta al terrorismo e alla criminalità, nella leale difesa delle istituzioni democratiche anche negli anni più bui della Repubblica, nella capacità di accompagnare con equilibrio e professionalità lo sviluppo della società italiana”. E “condivido – ha aggiunto – anche l’altro richiamo precedente del presidente contro la “intollerabile serie di manifestazioni di violenza: insulti, volgarità di linguaggio, interventi privi di contenuto ma colmi di aggressività verbale, perfino effigi bruciate o vilipese”. Il magistero del presidente della Repubblica Sergio Mattarella “è linfa vitale per tutti noi”.

“NESSUNA CONTRAZIONE DELLA LIBERTA’ DI MANIFESTARE”

“Il governo fin dall’inizio del conflitto israeliano-palestinese – ha tenuto a sottolineare Piantedosi – ha assicurato la piena libertà di manifestare a tutte le parti, sostenendo un rilevantissimo sforzo in termini di gestione dell’ordine pubblico. Basti pensare che dal 7 ottobre scorso su tutto il territorio nazionale si sono svolte 1.076 iniziative e che soltanto in 33 occasioni si sono registrate criticità. Mentre nel corso del 2023 sono state 11.219 le manifestazioni, con 969.970 operatori di polizia impegnati”.

Dal primo gennaio sono state 2.538 le manifestazioni, solo l’1,5% con criticità o turbative di ordine pubblico, con 150.388 operatori impegnati. “Questi dati – ha rivendicato – smentiscono in maniera inequivocabile una presunta contrazione della libertà di manifestazione in Italia”. Peraltro, per il personale in divisa, ha sottolineato il ministro, “tutto questo rappresenta un impegno quotidiano rischioso tanto che, nel 2023, nel corso delle manifestazioni pubbliche, si sono registrati 120 feriti, 31 già quest’anno”. Rispetto a chi ha collegato a questo tema quello dell’aumento delle identificazioni, Piantedosi ha osservato che “l’incremento è avvenuto anche in virtù delle ‘operazioni ad alto impatto’ (548.564 identificazioni) e nel generale rafforzamento del territorio, attività invocate dai cittadini e dagli amministratori locali perché hanno subito prodotto risultati tangibili”.

PIANTEDOSI: “INACCETTABILI GLI ATTACCHI ALLA POLIZIA”

“Sono del tutto inaccettabili, perché false e strumentali, le polemiche sollevate contro il governo con l’obiettivo di accreditare nell’opinione pubblica la narrazione di una presunta strategia tesa a impedire la libera manifestazione del pensiero. Ed è ancor più inaccettabile – ha puntualizzato il ministro alle organizzazioni sindacali – che per queste finalità di natura politico-elettorale ci si spinga perfino ad attaccare il ruolo e la professionalità delle forze di polizia”.

“GRAZIE AI SINDACATI PER IL DIALOGO, CI RIVEDREMO”

“Sono grato ai sindacati per il ruolo svolto e per la disponibilità al dialogo. Ci rivedremo spesso”, ha concluso il ministro, sottolineando “l’importanza e la necessità di mantenere un confronto costante con le organizzazioni sindacali, certo del loro consueto contributo”.

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