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Liguria: forze e debolezze di Marco Bucci e Andrea Orlando
Il centrodestra schiera a sorpresa il sindaco di Genova Bucci nella sfida alle prossime regionali in Liguria. Il centrosinistra con Orlando prova a convincere gli elettori dopo l’era Toti
Quaranta minuti di conversazione con Giorgia Meloni. Sono stati sufficienti per convincere Marco Bucci ad accettare la guida della coalizione di centrodestra alle prossime elezioni in Liguria, sfidando il frontman del centrosinistra Andrea Orlando,
A raccontarlo è lo stesso sindaco di Genova in un’intervista al Corriere della Sera, nella quale ha rivelato anche la malattia che lo ha recentemente colpito: un cancro metastatico alle ghiandole linfatiche nel collo. «Me l’hanno diagnosticato il 30 maggio – ha precisato – e operato il 3 giugno. Mi hanno levato una trentina di linfonodi. Così per cominciare, le cure continuano».
Nella telefonata con la premier, ha riferito Bucci, «mi ha veramente impressionato per come ha descritto la situazione. E per le motivazioni che la portano a pensare che io sia la persona giusta per questo lavoro. “Io ti dico qual è la scelta politica e professionale” mi ha detto. “Ma su quella personale devi decidere solo tu”. Ci ho pensato sopra una notte, e poi ho sciolto la riserva». Un contributo lo hanno dato anche gli altri leader del centrodestra e pure l’ex ministro Claudio Scajola, come ha sottolineato egli stesso in un colloquio con il Secolo XIX. E proprio dal quotidiano genovese prendiamo spunto da un articolo di Mauro Barberis per mettere di fronte allo specchio i due candidati del centrodestra e del centrosinistra.
“BUCCI VINCE ANCHE SE PERDE”, PERCHE’?
La premessa, come scrive il Secolo XIX, è che “apparentemente Bucci vince anche se perde. Se vince Orlando, infatti, resta comunque sindaco di Genova; se vince lui, invece, si torna a votare per il Comune, ma con l’abbrivio che darebbe al centrodestra l’aver superato il proprio peggiore periodo di crisi, sinora, con il problemi in Europa e i casi Toti e Sangiuliano”.
FORZA E DEBOLEZZA DI ANDREA ORLANDO..
Quali potrebbero essere forze e debolezze dell’uno e dell’altro candidato? “La forza di Orlando, già ministro della giustizia, un curriculum impeccabile, ma tutto politico-nazionale – scrive Barberis – sta nell’essere stato scelto subito, come l’unico candidato possibile del turbolento campo largo. E anche nell’aver mostrato una capacità dialettica superiore: quando Bucci si è riproposto con il solito cliché dell'”uomo del fare”, gli ha potuto tranquillamente replicare che tutte le grandi opere, necessarie come il pane allo sviluppo e all’internazionalizzazione della Regione, non solo il campo largo non le vuole bloccare, ma sono state progettate e approvate dalla sinistra, mentre sono stati proprio Bucci&Toti a non riuscire a realizzarle. La debolezza di Orlando, vista dall’altra parte, sta proprio nell’essere un politico, capo di una coalizione percepita come turbolenta ed eterogenea”
… E DI MARCO BUCCI
La forza di Bucci – prosegue il Secolo XIX – comparativamente sta nel fatto di essere un tecnico prestato alla politica, che può permettersi di non mandarle a dire, né agli avversari né ai propri collaboratori, per l’aura di efficienza datagli dalla ricostruzione del Ponte Morandi. Anche nel suo caso, pero, la sua forza è la sua debolezza dietro di lei, come dietro Toti, s’intravvedono tutti i poteri, grandi e piccoli, interessati a privatizzare ulteriormente la Sanità, e a rendere la Regione il parco-giochi della Lombardia. Chi vincerà? Facile a dirsi: come negli Usa, in Europa e in tutte le democrazie rima-ste, chi convincerà i propri elettori ad andare a votare”.