Skip to content

L’importanza di chiamarsi Meloni, tra complottismo e messa in scena

Meloni

Arianna, sorella del presidente del Consiglio, finisce nel tritacarne della stampa su un possibile avviso di garanzia per traffico di influenze. Il Giornale, che ha fatto l’anticipazione parla con la premier di “agguato verosimile” mentre si cerca di capire se si è di fronte ad una messa in scena o al solito complotto anti governativo

Esiste il “reato di solleranza” come titola a tutta pagina Libero, è “verosimile l’agguato” come insiste il Giornale nella sua prima pagina o siamo davvero all’arma del complotto come suggerisce l’apertura di Repubblica? I quotidiani oggi si concentrano tutti – sarà per la mancanza di notizie sotto l’ombrellone – sulla possibilità che la sorella del premier, Arianna Meloni, venga raggiunta da un avviso di garanzia per traffico di influenze. Ovviamente ciascuno la legge a modo suo , ma prendendo in prestito un famoso libro di Oscar Wilde, potremmo dire che tutti sono d’accordo sull’importanza di chiamarsi Meloni.

BATTIBECCO SALLUSTI- RENZI ALLA CACCIA DEL “MOSTRO”

Partiamo da Alessandro Sallusti, direttore del Giornale che poi è colui che ha dato il via “al filo di Arianna” che se la prende con Matteo Renzi colpevole di aver detto che al “governo vedono fantasmi” per smontare la messa in scena contro Arianna Meloni. Ebbene proprio il leader di Italia Viva che sui “fantasmi contro i suoi genitori e la sua vita” ha scritto un bel libro come “Il Mostro”, riporta Sallusti, dovrebbe sapere come funziona il meccanismo stampa- giustizia. “Rilanciare in Parlamento come fatto politicamente rilevante le suggestioni giornalistiche non comprovate che attribuiscono fatti specifici ad Arianna Meloni, sapendo che arrivano dagli stessi giornali che hanno scritto il falso in centinaia di articoli  appare quantomeno incauto e un po’ affrettato” ammonisce Sallusti.  Insomma, altro che fantasmi, qui la storia come riportano sia Libero che il Tempo  con le parole di Giorgia Meloni è “verosimile” si sta adottando “lo stesso schema che abbiamo visto negli anni scorsi contro Silvio Berlusconi”.

SCHEMA BERLUSCONI, CHI VUOLE BUTTARE GIU’ IL GOVERNO ?

Diverso è l’approccio alla “rivelazione” dalla stampa mainstream o quantomeno non filogovernativa, a partire dal Corriere della Sera che dopo aver ricostruito l’anomala vicenda affida alla penna di Monica Guerzoni lo stato d’animo del centro destra. “Chi punta a ribaltare il governo? Quali sono le forze che si starebbero saldando, in Italia e magari anche fuori, per indebolire o far saltare Giorgia Meloni? – si interroga la giornalista – Domande senza risposta che avevano preso ad aleggiare anche nei giorni dell’inchiesta sul sottosegretario Andrea Delmastro, quando anonime fonti di governo lasciarono trapelare i cattivi umori di Palazzo Chigi: «È lecito domandarsi se una fascia della magistratura abbia scelto di svolgere un ruolo attivo di opposizione». Un attacco contro presunte «toghe rosse», che riecheggia in qualche modo nelle parole con cui ieri Giorgia Meloni ha provato a smascherare lo schema già visto con Berlusconi”.

L’ARMA DEL COMPLOTTO, IL VERO POTERE DI ARIANNA

Un po’ più pesante la linea di Repubblica che dedica ad Arianna Meloni un ritratto al vetriolo, ricordando la “scalata al potere della sorella d’Italia” e sul fatto che sia lei “il vero motore del partito”. “Arianna è un volto che conta sempre di più – scrive il quotidiano diretto da Maurizio Molinari – ma raccontano che l’essere spesso sotto i riflettori, sui giornali e oggetto degli attacchi politici di leader nazionali, l’innervosisca molto. Quando può dà mandato all’avvocato per querelare. Adesso la sindrome da accerchiamento, che la vede protagonista, fa alzare anche gli scudi in sua difesa da parte di tutti i meloniani. Ma una cosa è certa: Arianna Meloni non è più solo «la precaria più longeva nei gruppi consiliari della Regione Lazio», come disse Giorgia, è l’animatrice della base meloniana con scrivania in via della Scrofa”.

MELONI SPIEGHI IN PARLAMENTO COME FUNZIONA UN “PARTITO FAMILIARE”

Insomma, siamo dentro “il labirinto di Arianna” come lo definisce in prima pagina La Stampa nel suo titolo di apertura. Può essere un complotto anti Meloni, come anche una messa in scena per distrare da altri problemi che pure il governo deve affrontare in queste settimane. Ed è Marcello Sorgi, già direttore del Tg1, che sul quotidiano torinese dopo aver ricostruito l’anomala vicenda e i vari legami familiari che rendono il tutto più opaco, scrive: “Arianna Meloni, per il forte legame parentale che la lega alla sorella partecipa a tutte le discussioni politiche che riguardano la premier (…) Ne vien fuori che Arianna, pur mantenendosi molto riservata, sa qualcosa di tutto, a prescindere dalla sua partecipazione o meno a riunioni strategiche, perché così funziona un partito familiare. Ed è ciò che là premier, a partire da oggi, possibilmente senza prendersela sempre con i giornali, dovrà spiegare in Parlamento, perché così funzionano le istituzioni”.

 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Torna su