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M5s salva le feste della Lega, le fondazioni equiparate a partiti

Finanziamento Pubblico Partiti

Un colpo al cerchio (la Lega) e uno alla botte (il M5s). Un emendamento dei relatori pentastellati al ddl anticorruzione riscrive l’articolo 10 della legge, quello dedicato ai partiti e alle formazioni politiche.

EMENDAMENTI, SI SALVANO LE FESTE DI PARTITO

Con gli emendamenti viene mantenuta la soglia minima di 500 euro sotto la quale non scatta l’obbligo di pubblicare il nome del donatore al partito o movimento politico, ma vengono salvate le feste di partito. In pratica, l’intesa raggiunta nella maggioranza, consente al Movimento 5 Stelle di incassare la conferma della norma che prevede che ogni donazione che superi i 500 euro annui debba essere “dichiarata” con la pubblicazione online del nome del soggetto donatore. L’obbligo è esteso, rispetto al testo originario, anche a chi dona più di 500 euro all’anno alle liste o ai candidati sindaco dei Comuni con più di 15 mila abitanti. Però il Carroccio incassa il non obbligo di pubblicità, ma solo l’obbligo di rilasciare ricevuta, su tutte quelle attività “a contenuto non commerciale, professionale, o di lavoro autonomo di sostegno volontario all’organizzazione e alle iniziative del partito o del movimento politico”. In pratica le feste di partito.

SULLE FONDAZIONI E ASSOCIAZIONI

Altro tema che era controverso era quello relativo alle fondazioni e associazioni (come Rousseau, l’associazione che fa capo a Davide Casaleggio). Con le modifiche proposte dai relatori, “sono equiparati ai partiti e movimenti politici le fondazioni, le associazioni e i comitati collegati ad un partito o movimento politico, a prescindere dall’iscrizione del partito o movimento politico nel registro” dei partiti. In questo modo partiti e fondazioni e associazioni private avranno analoghi diritti e doveri. In particolare le nuove norma rimandano al decreto 149 del 2013 in cui si impone ai partiti la “trasparenza e l’accesso alle informazioni relative al proprio assetto statutario, agli organi associativi, al funzionamento interno e ai bilanci”, anche attraverso un sito internet “che rispetti i principi di elevata
accessibilità”. Tra le altre cose il decreto prevedeva la pubblicazione degli statuti entro il 15 luglio di ogni anno, anche sui canali del Parlamento, e il rendiconto di esercizio.

NORMI “ANTI RUSSIA-GATE”

Presenti anche norme “anti Russia-gate”. In pratica l’emendamento vieta “di ricevere contributi, prestazioni, o altre forme di sostegno provenienti da governi o enti pubblici di Stati esteri e da persone giuridiche aventi sede in uno Stato estero non assoggettate ad obblighi fiscali in Italia”.

I SUBEMENDEMANTI DEL DDL ANTICORRUZIONE

Sull’ultimo emendamento le opposizioni sono insorte per i tempi strettissimi per presentare i subemendamenti. Sul ddl anticorruzione ieri il governo era andato sotto sul peculato, con i cinquestelle infuriati per lo “sgambetto” subito dai leghisti. L’incidente di ieri è “stato fatto per affossare il ddl anticorruzione”, ha tuonato stamani Di Maio, prima di un faccia a faccia con Matteo Salvini e il premier Giuseppe Conte, arrivati a Montecitorio per seguire da vicino gli sviluppi della crisi. “Dovevamo risolvere e trovare una soluzione all’incidente di percorso che c’è stato ieri: proseguiremo nella valutazione degli emendamenti, poi correggeremo al Senato. Avevamo previsto l’approvazione per gennaio 2019, la notizia è che verrà approvato alla Camera in terza lettura per la fine di dicembre”, ha assicurato alla fine il presidente del Consiglio.

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