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Manovra, stop allo “scudo” delle banche contro i risparmiatori

Le banche, ma anche Consob e Bankitalia, non saranno al riparo da eventuali azioni legali risarcitorie da parte dei risparmiatori “truffati”, anche se questi avranno ricevuto l’indennizzo previsto dal Fondo statale. È quanto prevede un emendamento firmato da tutti i capigruppo della Commissione bilancio della Camera, dove è in corso l’esame degli emendamenti alla Manovra, attesa in Aula a Montecitorio per mercoledì.

Il testo della legge di Bilancio prevedeva che “l’accettazione del pagamento a carico del Fondo (per il ristoro dei risparmiatori) equivale a rinuncia all’esercizio di qualsiasi diritto e pretesa connessi alle stesse azioni”. La misura del ristoro erogato era fissata “al 30 per cento dell’importo omnicomprensivo o liquidato nelle sentenze o pronunce entro il limite massimo complessivo di 100.000 euro per ciascun risparmiatore”. In pratica, il risparmiatore non poteva far causa per il 70% non rimborsato.

IL PROVVEDIMENTO CARO AI 5 STELLE

Un limite che il M5s si era impegnato a modificare già in sede di conversione del dl fiscale, ma alla fine il provvedimento era saltato. Ieri pomeriggio, poi, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro ha annunciato, con un comunicato stampa, che “il governo del cambiamento mantiene le promesse: nella legge di bilancio è stato inserito un emendamento che consentirà ai cittadini truffati di fare causa agli istituti di credito anche se otterranno il risarcimento”. Un annuncio che anticipava il lavoro della commissione e che ha fatto insorgere le opposizioni. Il presidente Claudio Borghi (Lega) è stato così costretto a sospendere la seduta. Nel corso della pausa i partiti hanno raggiunto un accordo e presentato un emendamento firmato dallo stesso Borghi e da tutti i capigruppo: Luigi Marattin (Pd), Marialuisa Faro (M5s), Stefano Fassina (Leu), Giuseppe Bellachioma (Lega), Guido Crosetto (Fdi), Andrea Mandelli (Fi).

IL DIRITTO DEI RISPARMIATORI IN MANOVRA

Con l’emendamento, di sole due righe, si stabilisce che “resta impregiudicato il diritto per i risparmiatori di agire in giudicato per il risarcimento della parte di danno eccedente il ristoro corrisposto”. In pratica, in questo modo, sarà possibile andare in giudizio anche per la quota oltre il 30 per cento.

Il governo ha anche annunciato che in Senato “presenteremo le altre norme per una riforma organica della questione, dando finalmente una risposta alle istanze dei cittadini vittima delle banche e delle commistioni malsane con la politica”.

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